Super Bowl, la tecnologia ha fatto touch down

Copertura WiFi d’eccezione, record di tweet e tanta pubblicità. Ma il premio alla creatività va a un biscotto.

A guardarlo dal solo punto di vista dell’evento sportivo, quello che si è giocato nella notte negli Stati Uniti si può riassumere in poche parole: il quarantasettesimo Super Bowl si è chiuso con la vittoria dei Ravens di Baltimora sui San Francisco 49ers per 34 a 31.
Naturalmente, per tutti i commenti e le analisi del caso, che sposta verso la East Coast forse il più ambito trofeo sportivo d’OltreOceano, rimandiamo a siti più specializzati e blasonati del nostro.

C’è però un Super Bowl della tecnologia che vale la pena raccontare, soprattutto adesso che la palla è a terra e tutto quello che poteva accadere, black out compreso, è accaduto ed è stato gestito.

Per garantire la massima interazione tra gli spettatori presenti e i social network, il SuperDome di New Orleans, vale a dire lo stadio che ha ospitato l’evento, è stato dotato di una copertura WiFi d’eccezione, in grado di gestire fino a 30.000 connessioni simultanee.
Questo significa che sono stati installati qualcosa come 700 hotspot all’interno dello stadio e 250 all’esterno per chi seguiva l’evento fuori dai cancelli.
Nell’era dei tablet e degli smartphone era impensabile non garantire accesso continuo a Facebook, Twitter, Instagram, YouTube.
Ma era altresì impensabile che questo avvenisse senza adeguati controlli di sicurezza.
Così, prima dell’inizio del big match, ogni dispositivo introdotto nel SuperDome è stato ispezionato attraverso uno scan di frequenza, per evitare possibili interferenze. Le anomalie eventualmente rilevate venivano corrette all’istante, o selezionando una diversa frequenza oppure inibendo la connessione al dispositivo stesso.

Alla fine, tutta l’infrastruttura realizzata per l’evento sembra aver retto, visto che complessivamente si sono registrati 24,1 milioni di Tweet, un numero superiore a quelli registrati nel corso delle elezioni di novembre, fermi a un totale di 23 milioni. Curiosità nella curiosità, 5,5 milioni di cinguettii sono toccati all’esibizione di Beyonce, che alla fine della sua performance ha fatto registrare un picco di 268.000 tweet al minuto. Lontana, questa volta sì, dal retweet del tweet, ci si perdoni il pasticcio linguistico, del Presidente Obama, sempre nella tornata di novembre.
In assenza di un computo preciso sulla media al secondo complessiva, che Twitter non ha ancora rilasciato, si può dire che 185.000 tweet sono toccata al touch douwn dei Ravens sulle 108 iarde, 183.000 allo scadere del tempo che assegnava la vittoria alla squadra di Baltimora e ancora 131.000 al touch down di Gore per i 49ers.

E poi c’è la pubblicità.
E’ risaputo che un passaggio promozionale nel corso del Super Bowl ha un valore commerciale enorme, anche in termini di investimento.
Così Best Buy ha puntato, giocando forse la carta della sorpresa, al pubblico femminile, coinvolgendo l’attrice Amy Poehler, già star del Saturday Night Life e da quattro anni protagonista della serie Tv Parks and Recreation, in uno spot tutto teso a mostrare il lato più affascinante della tecnologia. Soprattutto se targata Samsung o Windows.

BlackBerry, dal canto suo, ha voluto spiazzare.
Lo spazio prenotato dall’azienda canadese nel corso del Super Bowl doveva promuovere i nuovi dispositivi Z10. E in effetti la società lo ha fatto, partendo però da un senso diverso: tutto ciò che un BlackBerry Z10 non fa.
In realtà, considerando che manca più di un mese all’arrivo dei nuovi BlackBerry sul mercato americano, la pubblicità del Super Bowl aveva come obiettivo far capire che la società è tornata. E mantenere alta l’attenzione.
Potrebbe esserci riuscita, visto il numero di commenti successivi al messaggio pubblicitario.

Per quanto riguarda Apple, invece, la società non ha prenotato uno spazio proprio, tuttavia si è intrufolata alla fine del messaggio promozionale del nuovo film della saga Star Trek: ”Into Darkness”: in questo caso ha scelto di promuovere non semplicemente la App dedicata al film, ma anche un nuovo strumento di ricerca per lo store, identico a quello già utilizzato in iTunes. In questo caso, il nome della App o quello dello sviluppatore diventano estensioni dell’Url AppStore, secondo questa sintassi: AppStore.com/StarTrekApp.

Infine, il premio per l’utilizzo più creativo dei social network durante la partita se lo è aggiudicato senza alcun dubbio Oreo, cui va un riconoscimento per la prontezza e l’arguzia.
Durante il blackout che, per la prima volta nella stoia, ha imposto uno stop di una mezzora al gioco, la società ha lanciato un tweet istantaneo: ”Black out? Nessun problema”, recitava il messaggio, mentre sugli schermi dei cellulari compariva l’immagine del famoso biscotto: ”Puoi ancora inzupparlo al buio”.
Prontezza di riflessi, costo irrisorio, e velocissima approvazione, grazie alla presenza simultanea sulla scena sia dei responsabili dell’agenzia di comunicazione, sia del brand team aziendale. E quel tweet ha capitalizzato molto di più del tradizionale commercial televisivo.

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