Sun spinge di nuovo su Java, ma non trascura Unix

Si preannunciano importanti novit` sia sul fronte dello sviluppo che su quello delle applicazioni, per la prossima JavaOne Developers Conference di San Francisco. A supporto, arriva l’importante aiuto di Ibm.

La JavaOne Developers Conference di San Francisco, in programma il mese
prossimo, servirà a Sun per corroborare una strategia tesa a fare di Java
la tanto attesa piattaforma applicativa per il network computing e i
sistemi distribuiti in generale. Gli sviluppi poggeranno sui repository a
oggetti JavaSpaces e sull’integrazione di varie tecnologie-chiave Java, in
modo da fare di Internet una gigantesca virtual machine capace di reggere
milioni di dispositivi che lavorano insieme.
Di particolare importanza saranno i nuovi componenti attesi per la
piattaforma Jini, che fornisce le interfacce necessarie per rappresentare i
vari dispositivi in rete come "servizi" accessibili da altri strumenti
connessi in rete. Questi pezzi potranno essere periferiche, unità hardware
separate, applicazioni o servizi proposti anche da terze parti e offerti
come singolo servizio sulla rete. La combinazione fra i vari contributi
sarà garantita da JavaSpace, un dizionario a oggetti che consente ad
applicazioni e hardware di condividere attività e lavorare in ambiente
distribuito. Secondo Sun, Jini non sarà propriamente un prodotto, ma
piuttosto una serie di specifiche che l’azienda intende far diventare uno
standard di fatto, incentivandone l’integrazione in prodotti e applicazioni
di altri vendor.
Sempre a San Francisco è atteso il rilascio delle prime specifiche
complete di Enterprise JavaBeans (Ejb), che andranno a completare
l’ambiente di sviluppo Sun sul lato server. Già si sa che l’azienda ha
dovuto scendere a qualche compromesso per adattare le richieste delle
tecnologie legacy fra alcuni dei più importanti sostenitori del mondo Java
.
Il risultato è che il set di specifiche non sarà completo, proprio perch
é
alcuni partner hanno evidenziato vincoli nei loro sistemi operativi, nei
tool di sviluppo o nei server. Per esempio, mancheranno il multithreading o
il controllo delle elaborazioni concorrenti. Comunque, il rilascio delle
specifiche consentirà di dare la stura alla disponibilità di prodotti
basati su Enterprise JavaBeans, generalmente componenti server-side,
business logic e data object portabili tra differenti piattaforme. Sono
attese demo di Sybase, Ibm, Bea Systems e Oracle, tra gli altri.
In supporto a Sun, è arrivato il supporto, non certo inatteso, di Ibm. La
società ha infatti offerto i propri 2.400 sviluppatori Java come aiuto per
rifinire il sistema operativo JavaOs, tuttora in ritardo, più stabile e
robusto. Entrambe le aziende hanno da guadagnare dall’accordo: Ibm potrà
rafforzare la propria strategia basata sul network computing e Sun
dimostrerà che Java non è una tecnologia proprietaria. I due costruttori
stanno anche lavorando su appositi dispositivi hardware Java-based. Le
JavaStation di Sun dovrebbero essere presentate il mese prossimo, un anno e
mezzo dopo il loro annuncio, mentre Ibm sarà pronta dopo l’estate con nuov
e
Network Station. La collaborazione si estende allo sviluppo comune di tool
e servizi, alla formazione e alla certificazione di servizi per fornitori
hardware e software.
Ibm ha anche intenzione di integrare le specifiche Enterprise JavaBeans
nel proprio progetto San Francisco, un set di template Java per server e
middleware per costruire applicazioni business object-oriented destinate
agli Isv. Alla JavaOne Developers Conference, Ibm dettaglierà come i propr
i
piani di standardizzazione su Ejb potranno creare un consistente modello di
programmazione fra le proprie differenti piattaforme middleware e
transazionali, come Encina, Cics e object request broker come Cb Connector.
Se Java è la grande scommessa per il futuro, Sun non può certo trascurar
e,
al momento, la battaglia che la oppone, dal lato Unix, ai contendenti
Wintel sul fronte dei server e delle workstation. Nel primo ambito
rientrano i nuovi modelli Enterprise 5S (monoprocessore) e 10S, che avranno
prezzi di partenza rispettivamente sui 4 e sui 6mila dollari. Entrambe le
macchine impiegano i processori UltraSparc II, bus Pci, 64 Mb di Ram, 4,2
Gb di hard disk e sistema operativo Solaris. L’Enterprise 5S monterà chip
a
270 MHz, mentre il 10S partirà da 300 MHz.

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