Sun crede alle appliance e alla coralità dei Web service

La società rafforza l’offerta di server preconfigurati e general purpose. Nel contempo, aderisce ufficialmente al Ws-I.

Le idee di Sun circa la produzione di sistemi semplici, preconfigurati sul piano del sistema operativo e di taglio general purpose, hanno trovato buon seguito sul mercato. Tanto che la società, il mese prossimo, annuncerà la nuova versione del proprio server Lx50, che sarà ancora di più spinto sul versante dell’appliance.


Rilasciato lo scorso agosto, l’Lx50, presentato come estensione della linea Cobalt, è stato il primo server di Sun a far girare sia Solaris, sia Linux. Il concetto è passato e Sun si appresta a confezionarne una nuova versione che rafforzi l’idea di appliance.


Per farlo appieno, il nuovo prodotto dovrà incamerare software creati da partner di Sun e dedicati a svolgere compiti verticali. Per intanto, la casa californiana metterà a bordo il proprio middleware, parte del quale derivato dalle applicazioni che una volta erano di iPlanet.


Nel contempo, la società di Scott McNealy ha deciso di entrare a far parte del Ws-I (Web Services Interoperability Organization, dopo esserne rimasta fuori in seguito a varie polemiche.


Nel primo trimestre del prossimo anno Sun, che al momento diventa membro contributore dell’organizzazione nella quale Ibm e e Microsoft recitano ruoli di prim’ordine, potrebbe addirittura entrare nel board (le elezioni si terranno il prossimo marzo).


L’ingresso di Sun è stato accolto caldamente da tutti i membri del tavolo, Bea e Oracle compresi. Esistono, finalmente, buoni presupposti che permettano di pensare che il panorama dei Web service sarà, effettivamente, il terreno di incontro delle tecnologie multipiattaforma da tempo e da tanti agognato.

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