Sull’online, la logistica europea resta alla finestra

Lo studio presentato da Accenture evidenzia un crescente divario tra le principali imprese del settore e le pmi, per quanto riguarda l’adozione delle nuove tecnologie di Rete.

La ricerca “e-fulfilment: the future awaits” condotta da Accenture sull’importanza dei servizi di Rete nel comparto della logistica in Europa ha messo in evidenzia il fatto che, nonostante alcune società abbiano già investito in questa direzione, la maggior parte delle imprese stia adottando una strategia di attesa.
Negli scorsi mesi di giugno e luglio, Accenture ha intervistato 101 aziende fornitrici di servizi logistici in sette nazioni differenti (per l’Italia sono state prese in considerazione solo otto realtà con caratteristiche di rilevanza pan-europea), focalizzando l’attenzione sull’analisi degli attegiamenti nei confronti delle nuove tecnologie, sull’importanza e sulle opportunità offerte dal Web alle medie e grandi imprese e sul ruolo attualmente svolto dall’e-fulfilment, ovvero quelle soluzioni di supply chain atte a soddisfare le esigenze dei clienti, sia a livello B2B che B2C, accrescendo la produttività e riducendo i costi.
Il campione preso in considerazione ha unanimemente riconosciuto che un uso corretto delle tecnologie Web porterà a un miglioramento delle procedure di “tracking and tracing”, dell’acquisizione degli ordini e della gestione dei resi, ma, sebbene il 72% consideri questo come il fulcro dello sviluppo futuro, solo un quarto prevede, entro due anni, di effettuare online la maggior parte delle operazioni. Dallo studio si evince, poi, l’esistenza di due percorsi principali: uno “veloce”, percorso da un numero limitato di imprese dinamiche e uno “lento” seguito dalla restante parte.
La conseguenza di questo atteggiamento è che molti attori potrebbero non essere pronti a rispondere alla domanda di servizi avanzati e integrati di gestione elettronica degli ordini.
La propensione all’investimento, come comprensibile, varia, infine, da nazione a nazione. In Spagna, ma anche nel nostro Paese, l’ingresso delle nuove tecnologie è visto in modo positivo, mentre francesi e tedeschi sono più conservatori. Pur non nascondendo l’esistenza di ostacoli, gli italiani si dimostrano favorevoli anche alla nascita di servizi di e-fulfilment, mantenendo, tuttavia, un tasso di scetticismo. Tra le barriere all’innovazione, il campione di riferimento ha individuato la mancanza di prodotti idonei, l’alto tasso di spesa richiesta per effettuare i cambiamenti necessari, la difficoltà nel valutare i ritorni in termini di redditività e l’attuale basso livello di richieste per servizi online.

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