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Storage su cloud, una guida per le Pmi

Ogni giorno sentiamo parlare di cloud, declinato in diversi modi, storage compreso, spesso in termini anche pratici che però sono più consoni e utili al mondo delle grandi imprese che non al popolo delle Pmi.

Nei fatti, le soluzioni di storage su cloud sono, per loro stessa natura, estremamente scalabili, sia in termini di offerta tecnica, che economica. Non tutti, infatti richiedono medesime quantità di storage, e non è neppure necessariamente proporzionale al fatturato. Basti pensare, ad esempio, ad un fotografo professionista: da solo, potrebbe facilmente generare più dati di una piccola azienda manifatturiera.

Essenzialmente uno storage su cloud è uno spazio di archiviazione dati remoto, quindi non fisicamente collocato presso la nostra sede. I vantaggi per utilizzarlo sono molteplici, e il successo a dir poco strabiliante ne è diretta conseguenza.

Storage su cloud, le differenze

Prima di tutto uno storage cosiddetto on premise (presso la nostra sede) prevede un investimento iniziale, che nel caso del cloud storage non esiste.

Inoltre, anche in seguito all’acquisto, va effettuata una manutenzione periodica, talvolta anche straordinaria, e i costi sono oggettivamente non preventivabili.

Per contro un cloud storage libera da tutti questi costi: saprete quanto spendere fin da subito, e potrete anche aumentare o ridurre lo spazio occupato, e il relativo canone di utilizzo.

Proprio la scalabilità è uno dei pregi più apprezzati: a differenza di soluzioni on premise, la scalabilità nel cloud è virtualmente infinita, e nuovamente senza costi di infrastruttura.

Inoltre, uno storage virtuale, non può essere rubato, o subire danni in caso di eventi avversi. In ultimo, non meno importante, è possibile accedervi da qualsiasi luogo o piattaforma, spesso anche con app dedicate.

Storage su cloud, i limiti oggettivi

Tutto oro quello che luccica? Ovviamente no, anche i cloud storage hanno dei punti deboli. Prima di tutto, le performance sono strettamente legate alla connettività di cui si è in possesso.

È evidente che l’esperienza d’uso, e le possibilità concrete, sono diverse per chi ha (ad esempio) una linea FTTH, rispetto a chi è purtroppo relegato ad una ADSL.

Un secondo limite è il fatto stesso che i dati siano nel cloud: in alcuni particolari casi, una azienda potrebbe non poter trasferire i propri dati in un cloud pubblico, per scelte di policy, o per altre ragioni.

In questi casi, si ragiona spesso in termini di cloud ibrido: un mix di dati on premise (magari quelli inamovibili) e di cloud storage. Esiste anche un tema sicurezza: prima di tutto gli account vanno messi in protezione utilizzando password adeguate; inoltre, i dati all’interno rispecchiano quanto da noi prodotto.

Quindi, se salviamo un file errato, o corrotto, lo potremo recuperare nelle medesime condizioni. Un ragionamento ovviamente condiviso con qualsiasi altro sistema di backup, ma che è sempre bene ricordare.

Storage su cloud: cosa propone il mercato

Vediamo, quindi, cosa propone il mercato. Con una doverosa premessa: anche se non stiamo parlando di SaaS, o IaaS, non per questo la scelta del fornitore di servizi è secondaria.

In particolare, diffidate di operatori sconosciuti: non sarebbe certo una piacevole sorpresa, trovarcisi all’improvviso senza più alcun dato, e con il provider semplicemente sparito nel nulla.

Moltissimi sono i provider cloud, e noi ve ne elenchiamo alcuni fra i più popolari. Ognuno di essi ha una offerta caratteristica, e le specifiche caratteristiche permettono più agevolmente di identificare quella più congeniale.

Inoltre scoprirete che potreste volervi rivolgere a più gestori, per godere dei vari vantaggi offerti. E questo è il multicloud.

Il cloud, infattio, non è come troppo spesso indicato, un mostro che divora i dati, ma semmai un’opportunità, che spesso permette proprio a chi a meno budget di recuperare almeno in parte il gap tecnologico con i competitor.

Aruba

Il provider italiano, pioniere nelle offerte dedicate al mondo cloud, ha una gamma di proposte ampia. Offrire storage semplici non fa parte della strategia commerciale di Aruba, che propone tuttavia anche prodotti estremamente facili da sfruttare, come Cloud Backup.

Tuttavia, anche il ricco bouquet proposto da Aruba è degno di nota, anche per la politica di prezzi estremamente aggressiva che da sempre caratterizza l’azienda. Ed è bene ricordarlo, sempre offrendo prestazioni e qualità in un Paese, l’Italia, che è tristemente noto come uno dei meno tecnologicamente evoluti in Europa.

 

Aws

Amazon non offre un puro storage online: lo stesso Amazon S3 è uno storage a oggetti, non un tradizionale storage per file.

L’offerta storage cloud di Aws, tuttavia, non esclude il mondo Pmi, e anzi per meglio accogliere le istanze del mondo della piccola imprenditoria, ha anche una pagina guidata, per mettere in contatto il potenziale cliente con un partner Aws, in grado di guidare la Pmi nel percorso verso il cloud.

Una scelta che ci sentiamo di appoggiare e che anzi avrebbe bisogno di un robusto percorso di miglioramento da parte di Amazon: dopo pochi click, infatti ci si trova di fronte a pagine in inglese, generando sicuramente qualche difficoltà al potenziale cliente italiano.

 

Google

Google One, lo storage base di Google, viene anche offerto in versione con canone annuo, adatto alle famiglie nei tagli più piccoli e sicuramente a un target più professionale al crescere delle proposte, che arrivano a 30TB di dati, un volume decisamente ampio. Tutte le offerte comprendono anche il supporto tecnico degli esperti di Google, fattore non secondario per una clientela non sempre particolarmente preparata a livello tecnico.

Google, ovviamente, ha offerte molto più articolate, rivolte a utenze business che già hanno abbracciato il mondo del cloud, e sono quindi più tecnologicamente preparate ad affrontare scelte anche strategiche sullo sviluppo informatico: Google Cloud le raccoglie tutte. Per il mondo Pmi, segnaliamo tuttavia sicuramente G Suite: una vera e propria suite di lavoro, con strumenti office in cloud, e uno storage da almeno 1 Tb per utente.

Ibm

Lo storico marchio dell’IT mondiale ha un mix di proposte estremamente articolato, in linea con quanto ci si potrebbe attendere: dai private server, al cloud hosting, passando per il multi cloud. Tradizionalmente il mondo Ibm si rivolge a un cliente che, se non necessariamente di livello enterprise, quantomeno è già abbastanza evoluto in termini tecnologici, o quantomeno si avvale di un partner che lo sappia guidare.

Microsoft

Il più diffuso esempio di SaaS al mondo è un prodotto di Microsoft: stiamo parlando di Office 365, che oltre a comprendere la notissima suite di applicazioni di produttività Office, aggiunge anche un robusto storage online.

Sul lato storage puro, Microsoft offre OneDrive for business, con spazio a partire da 1 Tbytes. E’ tuttavia evidente, che la sinergia con Office 365 sia il vero valore aggiunto che solo Microsoft può offrire, e che potrebbe per molti essere il primo vero punto di contatto con l’universo cloud. Un modo virtualmente indolore, attraverso strumenti già noti e di cui ci si fida, è sicuramente un valido inizio.

Tim

Il primo operatore di telefonia italiano, è anche da tempo un fornitore di servizi, fra cui anche una robusta offerta cloud. Server virtuali, housing colocation, hosting, ma anche postazioni virtuali con accesso da desktop remoto: sono lontani i tempi in cui Tim proponeva solo fonia e connessioni dati. Non manca anche una parte dedicata al cloud storage, sia con profilo flat che a consumo. Ovviamente l’ex monopolista può contare su una robusta base di clienti fidelizzati, e su una connettività al top del mercato.

Tiscali

Anche il provider sardo ha una vasta gamma di soluzioni dedicate al mondo del cloud: che si tratti di fatturazione elettronica, desktop virtuali o servizi di migrazione, le proposte sono ben articolate e sufficientemente profonde. Tiscali propone anche un interessante servizio di backup denominato Mozy backup, particolarmente adatto al mondo delle Pmi.

 

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