Storage area network. Prossima frontiera di conquista per Cisco

Il fatto che ormai la memorizzazione dei dati faccia sempre più parte del networking ha convinto la società a cogliere questa nuova opportunità di mercato. Dal punto di vista tecnologico, le recenti soluzioni fanno leva su standard come l’iScsi e Fibre Channel over Ip.

 


 


Dopo aver consolidato una posizione indiscussa nel settore del networking, Cisco è intenzionata a espandere la propria presenza anche nelle San (Storage area network), diventate un mercato molto appetibile per i margini che lo caratterizzano e sino ad ora dominato da società come Brocade, che delle San hanno fatto il loro core business. L’interesse per il settore dello storage networking deriva, poi, non solo dalle possibilità di disporre di revenue con margini più ampi, ma anche dalla riorganizzazione in chiave data center degli esistenti Ced, oggetto di ottimizzazione e consolidamento, in cui le San stanno assumendo progressivamente un ruolo centrale. Danilo Ciscato, direttore tecnico di Cisco in Italia, ci spiega il perché delle ultime mosse.

A cosa si deve questo ingresso in forze di Cisco nell’area delle San?


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"Al fatto che lo storage diventa sempre più networking e da qui a Cisco il passo è breve. Lo storage è una opportunità che stimiamo intorno ai 5 miliardi di dollari nel 2006 e quindi un business in forte crescita. Inoltre, ci interessa perché è un settore sempre più integrato con il networking e quindi con il nostro core business. Un terzo punto è che i clienti, che hanno realizzato una rete con noi, quando si trovano a dover costruire una San ce la chiedono".

Ma deriva da un’esigenza dell’utenza o dalla necessità di nuovo business, in un momento in cui altri settori del networking stanno soffrendo?


"Tutte e due le cose, perché le San non sono una novità, ci sono già da qualche anno, ma sino a ora erano legate a un’applicazione specifica gestita da un determinato vendor. È, quindi, usuale trovare in un cliente normale isole San basate su tecnologie diverse, con scopi applicativi diversi e che non comunicano tra loro. Oggi, però, si è nella necessità di risolvere i problemi di business continuity e di disaster recovery, che richiedono di replicare i dati presenti in una San su un’altra San, che magari è remota. In questo processo diventa fondamentale il contributo di un’azienda come Cisco. Va anche considerato che una San sta diventando una parte dell’infrastruttura della rete aziendale e quindi è importante che venga vista in modo integrato con l’intera rete aziendale".

Oggi si assiste all’affermarsi del concetto di Vsan, e cioè le Virtual San, in area metropolitana per la condivisione di risorse di base tra più utenti. È una realtà già praticabile?


">Assolutamente sì. Dal primo rilascio questa funzionalità c’è sui nostri prodotti e come concetto lo abbiamo ripreso dal mondo delle Lan, in cui le Vlan hanno avuto notevole successo. Og- gi nelle San si può fare la stessa cosa".

Ma in pratica?


"In pratica significa che se io sono una grande azienda che ha realizzato varie isole San, queste isole sono state fatte dove c’era l’ambiente della produzione, dell’amministrazione, e così via, ognuno con la sua piccola San e le competenze specifiche per l’applicazione. Con le San quello che l’azienda può fare è contenere i costi consolidando l’infrastruttura fisica e creando un’unica Storage area network, lasciando però delle visioni logiche diverse, delle Vsan, che ciascun dipartimento o azienda del gruppo può gestire in modo totalmente autonomo. Con il vantaggio, però, che le strutture fisiche su cui si cala quella logica possono essere ottimizzate".

Lan, San, Nas, Vsan, la situazione si sta complicando. Vi è all’orizzonte una soluzione di rete che permetta di realizzare le diverse applicazioni e funzionalità?


"Certo. Questa delle Vsan è una prima funzionalità importante, che abbiamo introdotto nel mondo delle San, ma un altro aspetto importantissimo è la connessione con il mondo Lan e quello Ip. Da una parte abbiamo le San, realizzate in tecnologia Fibre Channel, che sino a ora erano confinate all’interno del data center, dall’altra abbiamo il mondo dei server ad alte prestazioni, collegati tra loro con reti Gigabit Ethernet. Questi due mondi, sino a ora, non sono mai stati messi in comunicazione. Per collegare alla San il server connesso a Ethernet, si doveva fare l’investimento per comprare anche una scheda Fibre Channel, che non è certo economica. La risposta è quella di usare funzionalità che sono implementate nella nostra soluzione, che fanno leva su standard come l’iScsi e Fibre Channel over Ip. L’iScsi, in particolare,


permette a un server collegato a una Gigabit Ethernet di accedere anche alla San, che vuol dire che lo switch, come il nostro Mds, può essere equipaggiato con schede che permettono la condivisione delle diverse tipologie di reti".

Cosa ha reso possibile il tutto?


"Deriva dalle possibilità delle attuali Lan. Nel passato una Lan aveva prestazioni molto inferiori a quelle del Fibre Channel e quindi questo rendeva difficile la condivisione delle infrastrutture fisiche. Oggi, la velocità è di 10 Gigabit e quindi non vi è più una sostanziale differenza di capacità trasmissiva tra le tecnologie Lan e San".

Passando dalla tecnologia al mercato, a prescindere dalla posizione di Cisco nel settore del networking, nel mondo San la società è arrivata in un secondo tempo. Come vi rapportate con i diretti competitor e i clienti?


"Sono convinto che i clienti stiano già iniziando ad apprezzare la diversità di approccio che caratterizza le nostre soluzioni. Non posso far commenti sui singoli competitor, ma il mercato delle San era caratterizzato da aziende di nicchia, che si occupavano di fornire una soluzione puntuale a un problema preciso. Le San hanno, però, caratterizzato, sino a ora, il mondo della grande impresa, che oggi deve avere una visione più strategica in quest’area e quindi il partner non può essere un’azienda di nicchia, ma una che ha una visione complessiva nell’evoluzione del networking e che è in partnership con i maggiori player del mondo dello storage. Un secondo importante aspetto è che il fatto di essere arrivati dopo, ci ha permesso di entrare sul mercato con delle macchine che sono leading edge dal punto di vista tecnologico, perché abbiamo potuto travasarvi tutto il know how che avevamo nel networking classico. Ad esempio, dalla ridondanza delle connessioni al multi-trunking, alla triangolazione, che nelle San classiche non si può fare, con le nostre macchine è possibile".

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