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Startup: guida facile alla validazione dell’idea

Secondo un’analisi condotta da CB Insights, su 101 iniziative fallite, la principale ragione del fallimento di una startup è la mancanza d’un mercato per il prodotto o servizio offerto. Niente è peggio di voler imporre un’idea senza le opportune verifiche: ben il 42% delle iniziative è fallita per questo motivo.
Le successive due ragioni, poco denaro (29%) e team sbagliato (23%), compongono un trittico che riguarda la strategia complessiva dell’iniziativa, che va sviluppata con attenzione e seguita con le antenne ben puntate.

Nonostante il tempo passi e l’idea di sviluppo di una startup si precisi, l’apertura di una nuova iniziativa continua a richiamare l’attenzione del pubblico e dei commentatori. Per ipotizzarne il successo serve però la validazione dell’idea.
Sviluppando una strategia corretta, la validazione può essere affidata direttamente al grande pubblico della rete. Stabilita una strategia se ne possono individuare i punti chiave, cercando di svilupparli con l’aiuto di risorse on-line, semplificando il processo.
Secondo Tom Kornblit, un imprenditore seriale newyorkese, una possibile strategia può essere pensata in quattro passaggi chiave:

  • logo
  • lead
  • traffico
  • domanda.

Il Logo

Il logo è un elemento che spesso viene sottovalutato, oppure segue un’idea fissa ma inadatta dell’imprenditore. E’ invece parte essenziale del successo aziendale. Per ottenere un logo sensato ci si può rivolgere a dei servizi semplici come 99designs, o di più ampio respiro come Fiverr o Upwork.

I Lead

La generazione di lead viene generalmente fatta attraverso una landing page con un form di adesione. Esistono molti strumenti per svilupparla, ma se non si è tecnici e si vuole comunque fare da soli è possibile affidarsi a servizi come Leadpages o Unbounce: sono sufficientemente astratti da essere semplici e permettono di confrontare delle pagine alternative per decidere quella di maggior effetto, secondo i rudimenti dell’A/B testing.
Una volta generata la landing page, attraverso i clic sulla chiamata all’azione e la comunicazione dell’indirizzo email gli utenti mostrano interesse per il prodotto o servizio che s’intende lanciare. Se in questa fase non si ottiene un interesse sufficiente, è meglio lasciar perdere l’idea, perché evidentemente non ha raggiunto il pubblico.

Il Traffico e la Domanda

Se invece le cose vanno bene, è arrivato il momento di generare traffico. Nell’era dei social media esistono molte teorie su come si sviluppa questo punto, e Kornblit propone il suo: investire poche decine di euro su Twitter sarà sufficiente.
Si basa su due strumenti, Narrow e Dripper.
Narrow utilizza un certo numero di hashtag e parole chiave per coinvolgere automaticamente gli utenti che li twittano.
Successivamente, Dripper è un autoresponder che inizia una conversazione automatica tramite messaggio diretto ai nuovi follower.
A questo punto il gioco è fatto. Con un piccolissimo investimento è possibile verificare l’interesse del pubblico e avere dati reali per iniziare l’attività da soli o alla ricerca di investitori.

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