Stampa in azienda, la privacy è un optional

Scarsa conoscenza delle delle regole e qualche imprudenza di troppo mettono in pericolo la riservatezza delle informazioni. Almeno un volta al mese, il 56% dei dipendenti trova documenti sensibili sulle stampanti.

In Italia, come in tutta Europa, il controllo sugli ambienti dove si stampa e sui materiali in essi prodotti è scarso o del tutto assente.
Questo è il dato allarmante che emerge da un sondaggio condotto dalla Divisione Printing di Samsung Electronics su un campione di 4500 dipendenti di 8 paesi europei (Francia, Germania, Italia, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia e Gran Bretagna).

Secondo lo studio, le aziende europee non adottano misure idonee alla protezione delle informazioni confidenziali: il 56% dei dipendenti dichiara di entrare in contatto con documenti confidenziali lasciati sulle stampanti almeno una volta al mese, mentre il 51% del campione afferma di non conoscere le policy aziendali relative all’ambiente di stampa.
 
La situazione italiana, nel dettaglio non si configura come una delle più rosee: solo 2 intervistati su 5 ammettono di essere a conoscenza delle normative che regolano la protezione dei processi di stampa, il dato più basso di tutta Europa.

L’Italia si posiziona anche all’ultimo posto per l’attuazione delle procedure precauzionali per non diffondere informazioni sensibili: il 43% degli intervistati ammette di lasciare documenti confidenziali incustoditi sulla vaschetta delle stampanti, dato ben superiore alla media europea che si attesta al 25%.

In Italia, si riscontra inoltre una forte carenza in termini di educazione alla protezione dei contenuti confidenziali: meno del 30%, molto al di sotto della media Europea attestata al 56%, dispone di restrizioni aziendali.

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