Sql Server 2014, il database per l’Internet delle cose

Prestazioni mission critical, analisi più rapide dei dati, piattaforma per il cloud ibrido. Tutto questo è un database che, al solito, guarda avanti.

Sql Server 2014 è ufficialmente partito anche in Italia.
Guardando le fasi dell’evoluzione del prodotto si trae una vocazione ad anticipare i tempi.
Furono i Kpi nella versione 2000, il mirroring nella 2005, la programmabilita nella 2008, la Business intelligence nella 2008 R2, il cloud ibrido nella 2012, l’integrazione totale in-memory e Bi nel cloud di oggi, con un occhio al futuro.

La visione in cui si colloca, ha spiegato Fabio Santini, Direttore divisione Server Tools and Cloud di Microsoft (nella foto), è la stessa di Cloud Os: deve scegliere il cliente se il prodotto servizio lo vuole in casa, sul cloud di Microsoft o presso un provider. Il che significa trasformare il datacenter, realizzare nuove analisi dei dati, centrare l’It sulle persone, sulla loro modalità d’uso dei dispositivi.

Questa visione ha il dato al centro, e quindi Sql Server.

Il tema allora è come rendere sicura la persistenza dei dati (qualsiasi sia la modalità scelta) e come integrare le informazioni che per le attività di Business intelligence oggi arrivano spesso da fuori, senza struttura.

Prestazioni mission critical

Per dare prestazioni Sql Server 2014 sfrutta le funzionalità dell’in-memory computing. Ma non è novità: la possibilità c’era già con la versione 2012. Ciò che è nuova è la disponibilità anche per le applicazioni transazionali, Oltp, oltre a Bi e datawarehousing.
Ora l’in-memory, ha spiegato Danilo Lissoni, Product Marketing Manager Sql Server, migliora la velocità di 10 volte.
Come? Sql analizza le tabelle dell’applicativo e decide cosa portare in memoria.

Utenti avanti
Lo usa già Bwin che a parità di hardware gestisce 250mila richieste al secondo.

E lo usa Peermastelisa, realtà del settore delle costruzioni.
Come ha spiegato il Group Deputy Cio, Stefano Ferrari, usano un configuratore interno, integrato con Autodesk per la gestione dei pezzi e con il gestionale Sap.
Lo fanno in tutto il mondo, in modalità H24. Con Windows 2012 e Sql Server 2014, hanno consolidato tutti i database, in clustering. E con l’in-memory fanno girare un algoritmo di analisi in minuti anziché in ore, come accadeva in passato.

Analisi più rapide, altrimenti non è Business intelligence
Inutile negarlo: la Business intelligence nelle aziende oggi si basa sull’uso intensivo di Excel. Sql Server 2014  lo sa e si adegua e si mette a disposizione del modus operandi degli utenti. Migliorandone i risultati, però.

Consendendo, ad esempio, tramite Power Query l’uso di dati su sorgenti interne ed esterne, facendo stabilire solo le regole per attingerli. In tal modo il foglio condiviso avrà sempre i dati aggiornati.
«Perché la Bi fu zona quando si prendono decisioni in fretta – dice Santini -. Altrimenti si fanno solamente dei bei report».

La funzione Power BI Q&A sfrutta le capacità di Sql Server 2014, trattando le richieste in modo naturale, facendo domande in un motore di ricerca, che si poggia su uno schema Excel in cui sono state inserite le macro fonti dati, modellando, descrivendo.

Si ottengono risposte come se qualcuno avesse costruito il report, ma non lo ha fatto.
Il lavoro grosso, quindi, si fa in modellazione, all’inizio.

Cloud ibrido adesso
Per essere garante aziendale un database deve essere sempre vivo. Che è come dire che non può stare su una sola macchina. E va fatto il backup. Possibilmente ottimizzando le operazioni, dato che farlo costa.

La proposta di Santini è usare il cloud: su Azure costa poco, la disponibilità è infinita e in caso di interruzione nel database on premise, entra in funzione quello su cloud, in modo trasparente.

Internet of things prima di domani

Complemento a uno dell’evoluzione proposta da Sql Server 2014 è l’Internet delle cose, che Santini descrive come la rete di oggetti fisici che contengono la tecnologia necessaria a far comunicare e interagire gli stati interni dell’oggetto con l’ambiente esterno.

Tutto questo significa aggiungere valore all’oggetto.

La visione di Microsoft, ha spiegato, è quella delle Your Things. Che equivale a dire, sfruttare l’infrastruttura che già si possiede, aggiungendo altri dispositivi a quelli che già si hanno, per ottenere più informazioni.
Gli Your Things sono nel futuro, ma i pilastri esistono già adesso: sono fatti di dati (Sql e Bi), dispositivi, servizi (Azure, M2M) e applicazioni line of business (Dynamics). Tutto Microsoft.

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