Sopa all’italiana: non si fa

Sei emendamenti identici, provenienti trasversalmente da tutte le forze politiche, per cancellare, con 365 voti a favore la norma introdotta da Gianni Fava che avrebbe imposto ai provider la cancellazione dei contenuti dal Web su semplice richiesta di una delle parti interessate.

Ci sono voluti sei emendamenti soppressivi, tutti identici tra loro, presentati trasversalmente da Pdl, Idv, Fli, Apli, Pd e Udc per cancellare per intero l’emendamento presentato da Gianni Fava (Lega Nord) alla Legge Comunitaria 2011, con il quale agli hosting provider verrebbe fatto obbligo di cancellare o rendere inaccessibile qualunque contenuto ospitato sui loro server su semplice richiesta di un qualunque soggetto interessato (sia privato sia azienda), senza dover dunque attendere un atto da parte della magistratura.

Il SOPA all’italiana, così è stato immediatamente definito l’articolo 18 introdotto da Fava, è stato così immediatamente cancellato con 365 voti a favore, 57 contrari e 14 astensioni.

n Salta dalla legge comunitaria la norma, battezzata ‘bavaglio al web’, secondo la quale un qualunque soggetto interessato avrebbe potuto chiedere al provider la rimozione su internet di informazioni da lui considerate illecite o la disabilitazione dell’accesso alla medesima.
La norma, che era stata introdotta in commissione alla Camera su iniziativa del leghista Gianni Fava, è stata cassata dall’Aula con l’approvazione di sei identici emendamenti soppressivi presentati da Pdl, Idv, Fli, Api, Pd e Udc. Gli emendamenti hanno cancellato l’intero articolo 18 del testo e sono passati con 365 voti a favore, 57 contrari e 14 astensioni.

Così come bipartisan sono stati gli emendamenti alla norma, bipartisan sono stati anche i commenti soddisfatti che hanno accompagnato l’esito della votazione: da Antonio di Pietro dell’Italia dei Valori a Della Vedova di Fli, passando per le voci del Pd tutti plaudono alla sconfitta di una proposta che avrebbe rappresentato un nuovo tentativo di imbavagliare il Web.

Luca Nicotra, di Agorà Digitale, così dichiara: ”Il voto contrario a larga maggioranza sull’emendamento presentato dall’On. Fava (Lega Nord) è l’ennesima sconfitta della strategia della repressione rispetto ai nuovi modelli di fruizione e creazione dei contenuti abilitati dalla Rete.[…] Il voto di oggi conferma innazitutto le nuove importanti ed efficaci possibilità di mobilitazione che la Rete affida ai cittadini, sempre più determinati a far valere i propri diritti interagendo e se necessario contestando direttamente i propri rappresentanti. Ma è anche il segno che esiste una piccola pattuglia trasversale di parlamentari determinati a difendere i valori di una rete libera e aperta. […]E’ arrivato il tempo di una stagione di riforme che promuovano una piu’ aperta e innovativa diffusione di contenuti creativi e dei dati delle amministrazioni. Con un nuovo approccio l’Internet Aperta puo’ essere un volano di sviluppo, anche tramite la nascita e la crescita di nuove ed innovative imprese”.

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