Social CRM e dintorni… un problema per il CMO

Una ricerca di Ibm chiarisce che i Chief Marketing Officer devono sapere trattare con clienti che possono condizionare il valore di un marchio tramite Twitter, Facebook, blog e altri social media. E troppo spesso sono impreparati a farlo…

Uno studio globale di Ibm sugli impegni e sul ruolo dei Chief marketing officer in ambito midmarket rivela che oggi il loro obiettivo principale è creare e sostenere la fedeltà al marchio, ma anche che il 72% dichiara di non sentirsi adeguato e il 70% è preoccupato dall’esplosione di dati e dalla loro giusta interpretazione.

C’è che oggi i CMO devono sapere trattare con un cliente che può condizionare il valore di un marchio tramite Twitter, Facebook, blog e altri social media.
Il 61% di loro dice di essere non preparato a trasformare tutto questo in un’opportunità commerciale.

Molti attualmente si concentrano solo sulla comprensione del mercato, anziché sulla comprensione del singolo individuo per modellare le strategie di marketing.
Solamente il 40% sta impegnandosi a comprendere e valutare l’impatto di commenti, blog e valutazioni generati dai consumatori.

L’aumento del mobile shopping, poi, accresce ulteriormente le sfide di marketing, complica la raccolta dei dati e la loro analisi, e minaccia sia l’assistenza ai clienti che il mantenimento dei clienti stessi: il 62% non è pronto a cogliere l’opportunità di business.

Come i responsabili marketing delle aziende più grandi anche i CMO del midmarket sono ritenuti sempre più responsabili a livello finanziario per il contributo che riescono a portare ai risultati di business delle loro aziende.

Lo studio ha anche rivelato che ritengono che entro il 2015 il ROI sulla spesa di marketing sarà il termometro più importante per determinare il successo della loro attività e che in ogni caso il 72% dei CMO è impreparato al’eventuale crollo del livello di fedeltà al marchio.

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