Soa, la figlia di Microsoft e Sun

L’accordo fra i due colossi produce un intenso e concreto indirizzo verso la costruzione di Service oriented architecture.

24 maggio 2004

Sta emergendo con forza il senso dell’accordo quadro (e anche sensazionale, perché no) siglato da Microsoft e Sun un paio di mesi fa: le Service oriented architecture.


Il fatto poi che il “patto” abbia una quotazione di 1,9 miliardi di dollari non fa che rinforzare il valore dell’indirizzo strategico che le due società danno alle Soa. Tanti soldi, insomma, dicono che il target è di quelli primari. E l’impegno, oltretutto, dura 10 anni.


Lo confermano le parole del Coo di Sun, Jonathan Schwartz, recentemente siglate in una nota ufficiale della società, nella quale stabilisce che praticamente tutti i clienti con cui Sun ha a che fare hanno un’architettura mista, nella quale Java e .Net non hanno che da cooperare.


In tale contesto va inquadrato il senso di un accordo che porterà, per esempio, a rendere interoperabili Visual Studio e Java Studio Creator: la costruzione di una visione omogenea, di un comune sentire fra i due colossi dell’It che possa portare alla costruzione di applicazioni orientate ai servizi delle aziende clienti, e non più a soddisfare un’architettura sottostante, come accaduto in passato.


Ecco cosa significa Soa: pensare alle esigenze degli utenti sin dal momento del concepimento di un’applicazione o dello strumento che tale applicazione deve creare.


Il retaggio di Sun in ambito Soa, poi, ha radici antiche. Già Jini, per esempio, l’ambiente di sviluppo e implementazione per dispositivi autoconfigurantisi su una rete, fu un inizio sulla strada delle architetture orientate ai servizi. La rete plug’n’play la chiamavano. Ci siamo.


E’ Microsoft, forse, quella che deve fare i maggiori sforzi in tale direzione, con Sun che ha tutta l’aria di volerla aiutare bene.


Se a Redmond, infatti, è aperto il cantiere di Indigo, la piattaforma Soa per i servizi Web da inserire nel prossimo sistema operativo Longhor, in california hanno già cominciato a prendere in licenza il Microsoft Communications Protocol per promuovere l’interoperabilità fra i client Windows e i server Xeon e Opteron di Sun. Cortesia ricambiata con la licenza della Sun Java Virtual Machine 1.1.4 per far sì che i pc Windows possano supportare Java.


Ancora, Sun ha investito molto per integrare il Java Enterprise System con vari componenti essenziali dell’offerta Microsoft, come Outlook (tramite il Java System Connector) e le applicazioni che girano su Windows Server: il Java System Uidentity Synchronization for Windows consente di ottenere una sincronizzazione bidirezionale fra il Java System Directory Server e le Active Directory.


Senza contare, poi, che per definizione il Sun N1 Grid Service Provisioning System non frappone ostacoli all’integrazione e all’utilizzo di risorse Windows, ma anche Linux e Aix in una griglia computazionale.

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