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Snapchat fa anche i wearable

Nessuna fanfara. I pochi rumor semplicemente lasciati cadere, mentre la novità prendeva gradualmente corpo. E poi l’annuncio, anche questo quasi sottotono. Snapchat ora si chiama Snap Inc., perché non è più solo un servizio di messaggeria, ma ha aggiunto un nuovo prodotto al proprio portafoglio.
Non un nuovo servizio, ma qualcosa di molto più tangibile: un wearable. Un paio di occhiali.
Anzi, un paio di occhiali da sole nei quali è integrata una videocamera in grado di registrare clip di 10 secondi, sincronizzabili poi con lo smartphone dell’utente e da lì condivisi via Snapchat.

Lo racconta in queste ore in un lungo reportage Wall Street Journal, che vale la pena leggere perché racconta anche molti retroscena e che spiega anche come i nuovi occhiali, chiamati semplicemente Spectacles, saranno disponibili nel corso dell’autunno a un prezzo appena inferiore ai 130 dollari nelle versioni nero, petrolio e corallo.

Come sono fatti gli Spectacles di Snapchat

Spiegel, Snap. Inc. fotografato da Wall Street Journal
Spiegel, Snap. Inc. fotografato da Wall Street Journal

La videocamera monta una lente con un angolo da 115 gradi e registra video in un frame circolare, molto più vicino dunque alla visione umana. Una scelta tutto sommato coerente rispetto all’utilizzo tipico del servizio da parte dei suoi utenti, che di fatto registrano le loro giornate con la funzionalità Stories.

La questione più significativa dietro questo annuncio è la visione che il co-fondatore e Ceo della società Evan Spiegel sembra avere di Snap.

 

La visione strategica

Gli occhiali non sarebbero semplicemente un add on del servizio: Spiegel pensa a Snap come a una società destinata a cambiare il mondo della fotografia, un po’ come nel secondo scorso fecero Kodak e Polaroid, che liberarono dal vincolo degli studi fotografici consentendo alle persone di portarsi in giro le loro macchine fotografiche.
Similmente, con gli Spectacles mentre si registra le mani sono libere di fare altro, invece che dover reggere il telefono come se “fosse un muro davanti alla vostra faccia”.
Nel racconto di Spiegel, inoltre, il tipo di visione garantito dalla videocamera restituisce all’utente un senso più vivo del ricordo vissuto, cambiando anche l’experience quando si riguardano video e immagini.

C’è voluto un anno per arrivare allo sviluppo definitivo degli Spectacles, che al momento avranno comunque una distribuzione limitata e dunque non sono destinati a diventare immediatamente una importante fonte di reddito per Snap.
Sono quasi un gioco, un tentativo, che Spiegel intende utilizzare come test per comprendere come potrebbe essere accettato dagli utenti finali.
Ma poi l’idea alla base resta quella: avere il controllo della videocamera, liberando la App dalla schiavitù della lente dello smartphone. SI ridefinisce la produzione di video e di immagini. E questo non sembra tanto un gioco.

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