Smartphone: elementi di AppStore marketing

Il modello di business degli Appstore e alcune precisazioni sulle iniziative di Apple. Perché ci sarà anche un’applicazione per tutto, ma non è detto che porti soldi.

In ottobre Apple ha annunciato che tra l’11 luglio 2008 e il 28 settembre 2009 il suo AppStore ha superato i 2 miliardi di download su 85 mila applicazioni iPhone in catalogo. Il secondo miliardo è arrivato nel periodo 23 aprile-28 settembre, quindi il ritmo delle vendite sta accelerando: il ritmo attuale è oltre 6 milioni di download al giorno.
Incidentalmente ricordiamo che i risultati dell’iPhone non solo creano un gran business in sé (circa 8 milioni di dispositivi venduti nell’ultimo trimestre) ma tirano su anche le vendite di dispositivi più classici (desktop e portatili), in attesa del rilascio del netbook/tablet post-Newton con chip della stessa Apple.

User-generated software
L’AppStore è un nuovo mercato inventato di sana pianta dalla Apple nella misura in cui tanti piccolissimi venditori di poche copie vengono sostituiti da grandi negozi che vendono centinaia di milioni di pezzi.
Sia subito chiaro che il fenomeno Application Store non solo ha aumentato la vendita semi-diretta di applicazioni, acquisendo l’intero patrimonio esperenziale della vendita online, ma ha anche aggiunto al software la dimensione del contenuto generato dall’utente, con tutte le sue sfaccettature, fino alla viralità della diffusione.

Micropercentuali su macronumeri?
L’idea è così bella che anche gli altri grandi stanno cercando di imitarla, principalmente Microsoft per le sue versioni mobile ma anche Nokia, Blackberry -secondo al mondo per dispositivi venduti-, Symbian, Palm e adesso anche Intel per Atom. Non si tratta di mercati strutturalmente identici: ci sono produttori di chip, di sistemi operativi, di telefonini ed anche alcune altre tipologie prevalenti, ciascuna con il suo modello di business, con diversi costi di adesione (comunque bassi) e diverse modalità di guadagno: fama, royalties, pubblicità.
E non finisce qui: forse non tutti sanno che non esiste solo la vendita “monomarca” ma anche il “multimarca”: il capostipite è senz’altro GetJar.com, accreditato di oltre 1 milione di download al giorno. Ed è estremamente probabile che questa funzionalità si diffonderà sui vari siti/portali d’informazione, che proporranno ai frequentatori la vendita di software -magari a prezzo medioalto, oltre i 10 dollari- in cambio di micropercentuali e del servizio agli utenti.
In effetti al momento le motivazioni che portano a rilasciare applicazioni di prezzo inferiore al dollaro sembrano più la speranza del sogno americano che un vero modello di business, per cui nel tempo la loro presenza dovrebbe ridursi percentualmente, in favore d’un portafoglio complessivo più equilibrato.

Il genio della lampada
Una cosa sia ben chiara: per avere successo non basta scrivere un’applicazione intelligente o furbetta e metterla a 99 cent su un appstore. Per avere almeno due delle “f” che contano nella vita, ovvero fama e fiorini, ci vorrebbe un genio, o per lo meno la capacità di rendersi visibili, che forse è la stessa cosa.
Orbene, navigare gli AppStore non è una cosa semplice. Il primo pensiero che viene in mente è che sia una situazione temporanea, generata dal grande ed imprevisto successo dell’iniziativa. Ai più smaliziati, però, viene in mente un’altra cosa: non è che la confusione serve per proporre un suggeritore di acquisti, sempre via software, la cui “logica” sia commerciale? Per essere espliciti, la nuova versione dell’iPhoneOS (la 3.1) un genio lo ha: è un “recommendation genius”, che confronta il software già scaricato con quello in vendita online e consiglia all’utente nuovi acquisti.
Da un lato il concetto di recommendation riporta alla profilazione spinta degli usi generali e degli utenti che sta già funzionando in ambito IpTV ed è in via di perfezionamento proprio sui dispositivi portatili.

Giochi pubblicitari
Ma dove si può iniziare a riflettere sull’AppStore? Per il mondo Apple c’è Mobclix, un sito che raccoglie statistiche sulle applicazioni per iPhone, raccogliendole per categorie in tempo reale. L’attività di questo sito è commerciale, quindi va proprio nella direzione giusta. La valutazione complessiva prevede tre grandi vincitori ovvero giochi, intrattenimento e libri, al momento tra 140 e 180 mila download mentre già il quarto classificato è a soli 60 mila. La situazione è quindi chiara, con due regimi -old e new economy- attivi contemporaneamente: oligopolio in testa, coda lunga poi.
Particolare attenzione va fatta ai giochi, che sono suddivisi in una ventina di ulteriori categorie. A sua volta, la categoria dei giochi è una vera e propria coda lunga, estremamente dinamica. La scelta è più che motivata, perché gran parte di queste applicazioncine sono client pubblicitari il cui server è proprio Mobclix. Proprio il mercato pubblicitario, di cui ovviamente il “nostro” sito non è l’unico intermediatore, rende ancora più complessa la gestione del fenomeno.

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