Parla Amnon Bar-Lev, presidente di Check Point. Dalla compartimentazione della rete all’approccio in ottica prevention: come cambia la sicurezza per le imprese.

In un momento in cui le preoccupazioni per la sicurezza si fanno più marcate, anche sulla scorta delle cronache degli ultimi mesi, per le imprese è importante ripensare il loro approccio al tema.
In questa intervista parla Amnon Bar-Lev, presidente di Check Point, che non solo illustra lo scenario, ma presenta anche le possibili soluzioni.

”C’è senza dubbio un incremento di attacchi mirati, così come è notevole il numero di hacking tools oggi disponibile sul mercato “, spiega Bar-Lev, che parla di drammatico cambiamento ”nell’ordine di grandezza e nella sofisticazione”.

Ma cosa si può fare?
Il primo consiglio di Amon Bar-Lev guarda alla segmentazione della reete.
”Come su una nave” spiega il manager, che pensa ai compartimenti stagni che possono allagarsi senza che la navi affondi.
”Compartimentate la vostra rete”, prosegue, ”e su questa compartimentazione implementate le vostre policy”.

Secondo Bar-Lev, poi, le aziende devono assicurarsi di non limitare la loro protezione ai firewall.
”Non è sufficiente controllare gli accessi”, dichiara. Bisogna tenere sotto controllo anche le minacce: per qwuesto è importante dotarsi di soluzioni di threat prevention.
E se da un lato è importante che tutto sia gestito secondo un management unificato, dall’altro è altrettanto importante che ”tutto ciò che si fa, non si faccia solo in logica di detection, ma anche e soprattutto di prevention”.

Un ultimo sguardo Bar-Lev lo dedica ai dati, per i quali serve sia il controllo, sia la messa in sicurezza.
Anche qui un duoplice approccio: una soluzione di Dlp per i dati in movimento, una di cifratura per quelli residenti.

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