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Sicurezza, quattro consigli per proteggere i dati in viaggio

La sicurezza non deve andare in vacanza: truffatori e hacker sfruttano il periodo delle vacanze per ottenere i propri risultati, cercando di colpire viaggiatori con la difesa scoperta.

Amy Baker, VP Marketing di Wombat Security, divisione dello specialista di sicurezza Proofpoint fornisce ai professionisti quattro consigli importanti, per aiutare a mantenere al sicuro dati e dispositivi quando si è in viaggio.

   

Leggeri in viaggio, pochi dispositivi

È un atteggiamento comune a molti, quello di limitarsi allo stretto indispensabile quando si parte. Lo stesso dovrebbe valere anche per dispositivi mobili e dati personali. Per alleggerire il proprio bagaglio digitale Wombat consiglia di:

  • Lasciare a casa materiali e dispositivi pieni di dati, ogni volta che sia possibile. Se non pensate di usarli, non portateli con voi. Chiedetevi se l’oggetto che state considerando vi serve davvero. Se la risposta è no, lasciatelo a casa.
  • Ridurre carte di credito e oggetti di identificazione personale. Anche qui, limitatevi a quello che vi servirà. Prima di partire, fate una lista degli oggetti che porterete con voi e di tutti i numeri rilevanti per assistenza e supporto. Mettete questa lista in un posto sicuro, in modo da avere un riferimento sintetico nel caso il vostro portafoglio si perda o venga rubato.
  • Considerate la possibilità di usare telefoni e laptop usa e getta, soprattutto se avete una posizione importante e trattate dati molto sensibili. Così facendo, vi manterrete online senza mettere a rischio contatti, documenti e le altre informazioni confidenziali che si trovano sui dispositivi che usate ogni giorno. Se la vostra organizzazione non supporta questo tipo di approccio, proponete la creazione di un piccolo pool di dispositivi da usare a questo scopo, che possono essere assegnati prima di un viaggio e azzerati immediatamente dopo.

Wombat Security fornisce soluzioni software di formazione e training sulla sicurezza informatica che aiutano i dipendenti a comprendere i rischi associati a una scarsa conoscenza informatica e a modificare il loro comportamento per rafforzare il livello di sicurezza dell’azienda. La sua Security Education Platform include assessment integrati sull’apprendimento, un archivio di attacchi simulati e moduli di formazione interattivi, che hanno dimostrato l’efficacia nel ridurre gli attacchi di phishing e le infezioni malware fino al 90%. Fondata nel 2008, Wombat Security è stata acquisita nel 2018 da Proofpoint

La sicurezza è anche fisica

Misure di sicurezza relativamente semplici possono fare la differenza tra mantenere i propri dati al sicuro e correre il rischio di una violazione. Wombat consiglia:

  • Non lasciare i dispositivi incustoditi in pubblico, nemmeno per un attimo. Può essere comodo appoggiare il telefono sul bancone del check-in all’aeroporto o lasciare il laptop sul tavolo del bar e andare a ordinare al banco. Il dispositivo può sparire letteralmente in un secondo.
  • Mantenere i dispositivi il più possibile nascosti, soprattutto in luoghi affollati. Ci sono smartphone appetibili da piccoli e grandi criminali. Tenete lo smartphone in una tasca interna, della giacca o della borsa, se non lo usate, e se vi trovate a telefonare in movimento, pensate a utilizzare un auricolare wireless.
  • Nascondere i dispositivi se non li portate con voi. Ovviamente, la cosa più sicura è tenere gli oggetti con voi, ma ci sono casi in cui non è sempre possibile, soprattutto in viaggio. Ricordatevi che una camera d’hotel non è per forza sicura, perché i membri dello staff possono comunque entrare in vostra assenza. La cassaforte è certo una scelta migliore rispetto a lasciare gli oggetti in giro o nascosti nel bagaglio, ma anche questa potrebbe non essere adeguata nel caso di dispositivi che contengono dati particolarmente confidenziali.

Condivisione consapevole

Chi viaggia spesso compie entrambe le cose senza nemmeno accorgersene. Wombat consiglia come mantenere private le proprie informazioni personali:

  • Disabilitate il riconoscimento della posizione e selezionare con cura i check-in. Nella condivisione sui social la gente spesso racconta volentieri i propri posti preferiti. Il problema è che queste informazioni restano, e lasciano traccia delle vostre abitudini. E soprattutto, mentre raccontate al mondo dove siete, raccontate anche dove non siete. I check-in automatici sono particolarmente insidiosi, perché possono rivelare informazioni che non volete condividere. E tenete presente che criminali e truffatori studiano i programmi delle persone che intendono colpire, proprio per avere più informazioni su di loro.
  • Aspettate il rientro per raccontare le vostre vacanze. Come nel caso dei check-in, anche i post sui canali social fatti durante le vacanze rivelano che non siete a casa e non siete in ufficio. Molti hanno centinaia di amici e follower, ma in molti casi si tratta solo di relazioni superficiali. Se siete a 1000 km da casa e lo raccontate al mondo, date di fatto a un criminale un’opportunità di azione in più. Può essere piacevole raccontare i propri viaggi in tempo reale, ma è saggio considerare anche le implicazioni potenzialmente negative di questa cosa.
  • Attenzione alle connessioni Bluetooth. È comodo abbinare il proprio smartphone al sistema di comunicazione di un auto a noleggio. Ma si tratta di informazioni che in qualche modo vengono salvate anche quando la connessione si interrompe, cosa che potrebbe far restare i vostri contatti – ed eventualmente altri dati – sul sistema di una macchina che non vi appartiene. Prima di ridare le chiavi, assicuratevi di avere cancellato i vostri dati.

Reti WiFi aperte da maneggiare con cura

Molti impostano i in modo che si colleghino alle reti WiFi disponibili. Se questa abitudine consente di ridurre il consumo di dati mobili, può portare con sé rischi significativi. Le reti WiFi aperte vanno approcciate con cautela, perché ogni rete non protetta da una password è potenzialmente vulnerabile agli attacchi. Wombat dà alcuni consigli legati alla sicurezza sul WiFi:

  • Controllare prima di connettersi. I nomi delle reti WiFi vengono creati manualmente. Questo significa che gli hacker possono dare alle reti il nome che desiderano, e spesso sfruttano questa caratteristica per creare reti illegittime, con nomi che possono ispirare fiducia, o che suonano simili a quelli di reti ufficiali – Official Cafè Wireless invece di Cafè WiFi, ad esempio. Una volta connessi a una rete truffaldina, i vostri dati saranno alla mercé di chi l’ha creata. Se volete usare una rete WiFi aperta, chiedete sempre conferma a un dipendente o a un contatto fidato.
  • Usare VPN o protocolli https per progettere i dati. Una VPN aggiunge un livello di cifratura e protezione, particolarmente importante nel caso di ogni connessione sconosciuta. Se potete, usatela. Almeno, assicuratevi che sia presente la sigla https nell’indirizzo, prima di accedere a un sito sicuro (una webmail, canali social, ogni sito che richieda un login). In generale, facendo uso di una rete aperta, si dovrebbe evitare di entrare su ogni sito che richiede una password, come non si dovrebbero compiere operazioni finanziarie su reti WiFi non familiari, compreso il controllo del proprio estratto conto o operazioni di e-commerce. Sono attività che è più sicuro condurre su reti note e sicure.
  • In dubbio, preferite la connettività mobile. Il WiFi è allettante, perché consente di ridurre il consumo dei dati. Ma la sicurezza dei dati dovrebbe essere sempre prevalente, anche sul loro consumo. Se dovete essere sicuri della connessione, usate direttamente il vostro dispositivo, magari come hotspot per il PC, oppure portate con voi un hotspot portatile. Questo è un consiglio particolarmente utile per chi viaggia per affari, dato che è spesso necessario collegarsi in movimento e che per le attività di business la sicurezza è fondamentale.

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