Si Computer tra design e risparmio energetico

In qualità di system builder, l’azienda punta su pc indirizzati a Pmi e al popolo delle partite Iva. Come distributore, rapporti consolidati con un migliaio di dealer

Ventitre milioni di euro di fatturato, 25 persone in azienda, 50% del giro d’affari con la vendita di propri pc e 50% come distributore vero e proprio. È questa la realtà di Si Computer, società di Lugo, provincia di Ravenna, che lavora con circa 1.000 rivenditori attivi e produce 13/14.000 tra pc e server ogni anno.

«Ci siamo creati il nostro spazio nel mercato – racconta Stefano Zaganelli, presidente – andando a indirizzarci ad una offerta di prodotto ideale per le Pmi, il cosiddetto “popolo delle partite Iva”, mercato dove le multinazionale hanno meno presa. Per le nostre caratteristiche, cioè il linguaggio e la dimensione aziendale, riusciamo a rapportarci con più flessibilità a questo genere di target. Certo lo scenario è cambiato negli anni. Le multinazionali sono sempre più aggressive nel prezzo e nell’offrire nuovi prodotti. Inoltre l’esplosione della mobility ha rubato spazio al mercato dei pc desktop. Per uscire da queste minacce abbiamo ricercato prodotti nuovi sull’onda del design e del risparmio energetico».

La linea Activa Pico, per esempio, è il più piccolo pc attualmente disponibile sul mercato, (16,5 x 16,5 com e 5 di altezza) che può essere utilizzato sia a casa che in azienda, con la potenza di un computer a tutti gli effetti. Ha processore Intel Pentium Dual Core e Core 2 Duo, memoria Ddr-2 fino a 4 Gb e disco fisso fino a 500 Gb.  Il design è interessante (la versione Pico Art by Sansavini sembra uno scrigno portagioie) e consuma 38 Watt rispetto ai 150 di un pc tradizionale. Il prodotto costa 399 euro più Iva». Analogamente Activa Luxe ha il case bianco laccato con il frontale rivestito in pelle e disponibile in vari colori.

Le difficoltà di un system builder locale comunque ci sono e il presidente Zaganelli non le manda a dire. «Intel e Microsoft dicono di sostenere i piccoli costruttori, ma nella realtà potrebbero esserci più vicini. Capisco il loro punto di vista, ma per mantenere una pluralità d’offerta servono diverse condizioni economiche per ricreare una maggiore competitività. Certamente il nuovo Window 7 è un bel prodotto e speriamo potrà essere un driver. Vedremo cosa accadrà».

Gli scenari stanno tuttavia cambiando. «La morte di alcuni produttori di pc – sostiene il presidente –  e il fatto che Acer ora controlli Olidata ha senza dubbio un contraccolpo anche per chi serve i system builder locali. In questo senso se alcuni di noi si unissero, si verrebbe a creare una situazione più stabile che le aziende fornitrici potrebbero anche favorire. Probabilmente un sogno. Noi siamo attenti all’andamento del mercato nel suo complesso, ma per ora non prevediamo capovolgimenti nel nostro modo di operare, continuando a lavorare come meglio siamo capaci di fare, soddisfacendo le esigenze delle aziende che si rivolgono a noi. Anche come distributori, ci facciamo forza del fatto che possiamo costruire un rapporto più vicino con i rivenditori e non dimentichiamo mai gli asset della old economy, seppur declinati in un contesto di new economy. Credito, logistica, tempi di consegna, disponibilità di magazzino, servizi di base restano i “must” che ciascun distributore deve garantire per portare avanti il proprio ruolo».

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