Si chiama mobile il segreto del successo di Acer

Pur mantenendo un’offerta che spazia su tutto il fronte del personal computing e dei server aziendali, il costruttore poggia le basi di una crescita forte anche in questi tempi di crisi su un modello che fa leva sui form factor oggi vincenti.

6 ottobre 2003 Dati come quelli di Acer fanno proprio impressione, in un periodo informaticamente depresso come quello attuale. Vale la pena isolarne qualcuno, per cercare poi di leggere cosa ci può essere dietro questo sorprendente successo. Nel secondo trimestre 2003, il fatturato da prodotti ha raggiunto la cifra globale di 725 milioni di dollari, contro i 510 dello stesso periodo del 2002. Leggendo il dato per aree geografiche, scopriamo che l’Emea ha aumentato il proprio peso sul totale, portandolo dal 48 al 57%. E se si considera il mercato pc nella regione che più ci riguarda da vicino, vediamo che, rispetto a un tasso di crescita complessivo stimato intorno all’11%, Acer ha registrato un incremento del 25,5%.


Dovendo riassumere le ragioni di questi dati in un concetto, il presidente delle operazioni internazionali, nonché dell’Emea, Gianfranco Lanci, ha puntato l’attenzione sul modello di business, cambiato radicalmente negli ultimi tre anni, con la semplificazione dei marchi e la moltiplicazione dei prodotti offerti e dei canali commerciali. Tuttavia, osservando come il progresso in Europa e Medio Oriente abbia portato l’azienda al quarto posto fra tutti i pc vendor, spicca come sia dall’area mobile che arrivano le notizie più incoraggianti. «Abbiamo raggiunto il secondo posto nel settore, scavalcando Toshiba e rimanendo solo dietro a Hp – sottolinea Lanci – con una crescita del 54,6% rispetto a un anno fa».


Basta dare un’occhiata alla roadmap dei prodotti previsto a breve termine per notare come la stragrande maggioranza delle novità attese graviti attorno all’asse del wireless, fra palmari, notebook con processore Intel Centrino e tablet pc, ai quali si aggiungono pc pensati soprattutto per gli utenti consumer. Le scelte sono confortate dall’analisi di Idc, che prevede uno sviluppo dei futuri client basato principalmente su concetti di trasportabilità e indipendenza, con solo qualche nicchia positiva per i desktop form factor, fra media center, dispositivi ultrasottili e blade client: «Ciascuno di questi formati – spiega Roger L. Kay, vicepresidente client e personal computing di Idc – è indirizzato a segmenti specifici, come i consumatori multimediali, le aziende con esigenze molto specifiche o quelle con piani di espansione già definiti».


Non a caso, anche le più recenti novità si annoverano soprattutto prodotti pensati per il mobile computing, dal Travelmate C300 (con processore Centrino) all’Aspire 2000 (notebook che monta uno schermo da 15,4 pollici), per arrivare allo sfizioso Ferrari 3000, modello con un design che rimanda alla sponsorizzata casa di Maranello

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Un’espansione fondata sulla flessibilità


Per il costruttore taiwanese, comunque, la parola d’ordine per affrontare oggi il mercato è flessibilità, tanto in termini di prodotti che di strategia commerciale, dalla logistica al delivery dei prodotti. Con l’intento di superare l’antica logica dello strumento onnicomprensivo, adatto a ogni impiego e far passare quello della compresenza di apparati diversi che vanno a comporre un mix di cui l’utente professionale o consumer si dota. Se questo è lo scenario, è anche evidente che l’inserimento di nuove tecnologie o di nuovi form factor non è casuale e va ad incasellarsi in un’attenta strategia di penetrazione di mercati e geografie. Così, l’offerta di Acer per le piccole e medie imprese si arricchisce non solo di notebook destinati a soddisfare la domanda di desktop replacement, ma anche di “blade client” – ovvero pc completi in rack mount – che ottimizzano le esigenze di gestione, di tablet, server, monitor e proiettori, questi ultimi estremamente compatti e appealing anche dal punto di vista del rapporto prezzo-funzionalità.


All’ampiezza di gamma, fa da eco un’attenta strategia di penetrazione dei mercati, che, dopo aver consolidato la presenza, il peso e le strategie commerciali in Paesi quali l’Italia o il Regno Unito, oggi guarda a Spagna, Francia e Olanda come ai prossimi obiettivi strategici.

Soprattutto, non si può più prescindere più dagli Stati Uniti. È qui che Acer intende giocare un ruolo sempre più significativo, con una strategia di penetrazione che punta in primo luogo alla brand awareness. Obiettivi ambiziosi anche qui, ma raggiungibili, secondo Gianfranco Lanci, presidente di Acer Emea. «Un’accorta politica di investimenti, complice anche l’assenza di barriere linguistiche che hanno a volte costituito un freno sui singoli mercati europei, ci dovrebbe consentire di raggiungere il quinto posto negli Stati Uniti nel giro di un paio d’anni».

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