Servono nuova linfa e nuovi leggi per il progetto “Incubatori”

Investire in nuovi progetti, anche tecnologici, in aree urbane degradate. Un convegno promosso dal comune di Milano e dal Politecnico analizza passato, presente futuro

3 luglio 2003 Pare abbia funzionato la legge Bersani (266/1997) L’articolo 14 di tale norma ha portato alle città metropolitane nuove risorse per il supporto alle imprese in aree di degrado urbano. Oggetto della legge sono, infatti, le zone disagiate delle città. Misure di sostegno diretto, promozione, realizzazione di servizi: interventi di vario tipo tra cui spiccano le strutture dedicate alla nuova imprenditoria, i cosiddetti ‘incubatori di imprese’. Un concreto aiuto alla nascita e al raggiungimento della competitività anche in situazioni di difficoltà ambientali o sociali. Un primo resoconto è stato delineato in un recente convegno promosso dall’assessorato alle Politiche Sociali del comune di Milano e dall’Acceleratore d’impresa del Politecnico di Milano. Il punto, però, è che servono ora alternative ed evoluzioni a questa norma. Anche perché indirettamente questa legge crea posti di lavoro. Roberto Pasca di Magliano, direttore generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese, Ministero delle attività produttive è schietto “Sono il primo a sostenere che questa legge crea un ponte tra le risorse nazionali e gli enti locali, Regioni e Comuni: mi batterò dunque per il rifinanziamento della legge 266”. Sarà lui, infatti, ad argomentare le funzioni e i vantaggi della normativa in vista della prossima finanziaria. A breve si definirà il Dpf – documento di programmazione finanziaria in cui uno degli obiettivi dovrà essere l’eliminazione di misure duplicate e superflue. La legge 266 sembra invece uno degli interventi più significativi che andrà mantenuto. “Sempre nel rispetto del principio di sussidiarietà, potranno forse cambiare le modalità – continua Pasca di Magliano –: da contributo in conto capitale a finanziamento agevolato. Sono consapevole del malcontento che suscita questa possibilità ma ritengo personalmente che non ci sia nulla di svantaggioso nell’eventuale modifica. Piuttosto, l’auspicio per un maggior coordinamento tra governo e autonomie locali va nella direzione di un’attività di monitoraggio sempre più attenta e puntuale. La collaborazione cui invito gli assessori mira, non certo a controlli sull’operato, ma ad avere un’aggiornata situazione finanziaria delle risorse allocate e una situazione fisica di quello che è stato fatto.” Pasca di Magliano ha poi richiamato l’attenzione sulla nascita di nuovi progetti, necessari a cercare altre fonti di finanziamento e modalità di sviluppo economico: ha accennato alla previsione di distretti industriali informatici. “Se è ancora presto per parlare di bilanci, certo non lo è per validare il processo avviato da questa normativa. I dati e le sinergie create tra i protagonisti delle comunità locali di cui abbiamo ascoltato le testimonianze lo dimostrano.”

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