Intervista ad Antonio Brissa, presidente della filiale in Italia
Il tema della digitalizzazione dei documenti non è certo nuovo e sono anni che se ne parla. Ma a parte poche realtà, che hanno obbligato anche i propri partner commerciali ad adottare questo approccio tecnologico, nelle aziende e nella Pa continua a dominare la carta. Ed è proprio riflettendo su questa situazione che Crossgate ha deciso di affrontare il problema «partendo non tanto dalla tecnologia, quanto dalla possibilità di fornire una soluzione chiavi in mano, in modo che il cliente possa usare l’integrazione come arma strategica» ci spiega Antonio Brissa, presidente della filiale italiana.
E Brissa cita come esempio esplicativo l’approccio di Brembo, un’azienda nota a livello mondiale nell’automotive, che dopo tanti anni di esperienza nel mondo B2B, ha scelto le soluzioni Crossgate per gestire esternamente il flusso dei documenti, sulla base di una garanzia di servizi e prezzi.
In Italia, la società ha due tipologie di clienti: la metà utilizza Sap, con la quale peraltro è in essere un rapporto diretto, mentre l’altra metà ha Erp di vari player, con i quali però la società non ha difficoltà a relazionarsi e che anzi vede come ulteriore opportunità di mercato.
«Oggi le aziende devono considerare con attenzione ogni possibilità di miglioramento, in quanto dovranno più di prima rivedere i loro processi, per risparmiare anche i centesimi – sottolinea il manager -. Noi partiamo da qui, in quanto dopo aver analizzato con il responsabile acquisti le sue necessità e quali sono i processi che gli servono, siamo pronti a proporgli la tecnologia che può renderli efficienti. Con Audi, per esempio, abbiamo creato una piattaforma di fatturazione elettronica con 2.000 mail-partner». Alla fine, l’offerta è sempre customizzata, perché partendo dal tracciato del cliente, viene poi definita insieme una tipologia di nomenclatura dei file, dei livelli di sicurezza e quindi viene attivata la Business Integration Platform nei confronti dei trading partner del cliente. «Prendiamo il contatto, stabiliamo la tipologia, programmiamo l’interfaccia, facciamo il testing e li mettiamo in esercizio – puntualizza Brissa -. Chiavi in mano per noi significa che abbiamo verso il cliente un approccio a costo fisso per progetto, per cui sa fin dall’inizio quanto gli viene a costare il servizio e quanto è il ritorno dell’investimento a breve. Per cui l’approccio Software as a Service nel contesto del B2B è un tema legato all’efficienza, perché anche tutte le problematiche di nuove normative legate al settore vengono affrontate da Crossgate. Inoltre, un punto che ci differenzia è che siamo gli unici a offrire una completa visibilità sull’avanzamento lavori, sui costi e poi offriamo al cliente la visibilità su ogni singolo messaggio».
Brissa ribadisce che la loro tecnologia non è invasiva, in quanto il cliente mantiene il proprio gestionale ed elabora i propri dati, mentre Crossgate normalizza il tracciato del cliente con il proprio e lo condivide con i trading partner di quest’ultimo. Nella valutazione del servizio, è importante che il cliente abbia anche una visibilità sui reali costi nascosti di queste attività, perché certe volte fa fatica a capire il valore portato dalla soluzione Crossgate se lo confronta solo con l’acquisto dell’applicativo. Dopo due anni di attività, come strategia «siamo più orientati verso le medio-grandi realtà – spiega Brissa -. Certo, il nostro approccio SaaS richiede un cambio di mentalità, ma è sufficiente aver stabilito una volta il contatto con un Cio, che già riusciamo a convincerlo della validità del nostro metodo. Stiamo, inoltre, iniziando a lavorare anche con system integrator, soprattutto del mondo Sap, che ci vedono come parte di un loro progetto di upgrade». Nel primo anno di attività la filiale italiana ha realizzato circa 300.000 euro, mentre quest’anno dovrebbe raggiungere il milione e per il 2009 è prevista un’ulteriore forte crescita del 50%.
