Sempre più comunicazioni elettroniche negli appalti pubblici

La Commissione europea consegna a Parlamento e Consiglio la proposta per modernizzare gli appalti pubblici europei in modo da sostenere crescita e occupazione. Usando anche le comunicazioni elettroniche.

La riforma della normativa sugli appalti pubblici avanzata dalla Commissione europea costituisce una delle dodici azioni prioritarie nell’ambito dell’Atto per il mercato unico, adottato nell’aprile 2011.

Le proposte della Commissione sono trasmesse al Consiglio dei Ministri e al Parlamento europeo per avviare l’iter legislativo per l’adozione prevista entro la fine del 2012.

La riforma per le gare proposta mira a modernizzare i mezzi e gli strumenti esistenti.
L’obiettivo primario consiste nella semplificazione e nello snellimento della normativa e delle procedure.

In tal senso la Commissione propone:
• la possibilità di ricorrere sempre più alla trattativa che permette alle amministrazioni aggiudicatrici l’acquisizione di beni e di servizi che rispondano in modo più adeguato alle loro esigenze e al principio del miglior prezzo;
• l’estensione e a medio termine la diffusione generale dell’elettronica come modo di comunicazione per quanto riguarda gli appalti pubblici;
• la drastica riduzione degli oneri amministrativi tra cui la documentazione richiesta agli operatori economici che agevolerà il lavoro di questi ultimi.

Più Pmi nelle gare
Si intende anche favorire l’accesso agli appalti pubblici delle Pmi: sarà agevolato e incrementato dalle misure che riducono gli oneri e da un forte incentivo alla divisione in lotti e alla limitazione dei requisiti di capacità finanziaria richiesti per presentare un’offerta.

Inoltre, la riforma mira ad agevolare una migliore utilizzazione dal punto di vista qualitativo della commessa pubblica, tenendo in considerazione i criteri sociali e ambientali sia che si tratti del costo del ciclo di vita, sia dell’inserimento delle persone vulnerabili e svantaggiate.

La riforma comprende anche il miglioramento delle garanzie esistenti per contrastare i conflitti di interesse, il favoritismo e la corruzione; la designazione da parte degli Stati membri di un’autorità nazionale unica incaricata della vigilanza, dell’esecuzione e del controllo degli appalti pubblici.

Concessioni da rinormare
La proposta di direttiva sulle concessioni invece contempla gli accordi di partenariato tra un ente (nella maggior parte dei casi) pubblico e un’impresa (spesso) privata, in cui quest’ultima assume il rischio di gestione relativo alla manutenzione e allo sviluppo delle infrastrutture (porti, approvvigionamento idrico, parcheggi, strade a pagamento) o alla fornitura di servizi d’interesse economico generale (energia, salute, approvvigionamento e trattamento idrico, eliminazione dei rifiuti).

La proposta completa il regime europeo degli appalti pubblici: si applicherà alle concessioni di servizi che erano rimaste le uniche a oggi a non essere oggetto di disposizioni di diritto derivato.

La Commissione propone di subordinare le concessioni a una pubblicazione obbligatoria nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, di concretizzare gli obblighi delle amministrazioni aggiudicatrici per quanto riguarda la scelta dei criteri di selezione e di aggiudicazione, di imporre talune garanzie di base che dovrebbero essere rispettate durante la procedura di aggiudicazione e di estendere i benefici della direttiva sui ricorsi in materia di appalti pubblici a qualsiasi soggetto interessato a ottenere una concessione

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