Semaforo verde all’operazione Google-Motorola

Le autorità antitrust americane ed europee concordano: l’acquisizione di Motorola Mobility non potrà in alcun modo minare la libera concorrenza.

Il benestare all’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google è arrivato, quasi contemporaneamente, dalle autorità antitrust europee e statunitensi. I responsabili della Commissione Europea hanno dato il loro via libera rilevando come l’intesa non alteri in modo significativo il quadro concorrenziale del mercato. Lo ha confermato in primis Joaquín Almunia, commissario UE responsabile delle questioni legate alla concorrenza, con una nota ufficiale: “(…) questa transazione, di per sé, non solleva problematiche. Di certo la Commissione continuerà a tenere gli occhi aperti verificando il comportamento tenuto da tutti i player operanti nel settore con particolare al crescente utilizzo strategico dei brevetti“.

L’esame della Commissione Europea si è concentrato su un’importante indagine: stabilire se l’intesa tra Google e Motorola Mobility possa impedire, in futuro, alle aziende concorrenti di lanciare sul mercato dispositivi mobili basati sul sistema operativo Android. Secondo Almunia, dal momento che il modello di business di Google poggia sulla diffusione dei propri servizi e dei propri software ad un pubblico che sia il più vasto possibile, è altamente improbabile che l’azienda di Mountain View decida di restringere l’uso di Android alla sola Motorola che oggi resta un player minore se paragonato a nomi quali Samsung e HTC.

E nonostante Google possa adesso attingere al vastissimo portafoglio brevetti (almeno 17.000 brevetti e 6.800 applicazioni) che Motorola Mobility porta come dote, la Commissione Europea non ha ritenuto che ciò possa modificare in modo significativo il panorama del mercato mondiale.

Anche il Dipartimento della Giustizia (DOJ) americano ha emesso un giudizio molto simile concludendo che l’acquisizione di Motorola Mobility non potrà in alcun modo minare la libera concorrenza.

A questo punto, affinché l’accordo possa essere definitivamente posto in cascina, Google deve ora attendere il semaforo verde dalle autorità antitrust di Paesi quali Taiwan, Israele, Cina e Canada. I vertici della società ritengono comunque che la questione possa chiudersi a breve, entro i primi mesi dell’anno.

Andy Rubin, vice presidente senior della divisione mobile di Google, ha sempre dichiarato che – nonostante ciò che si potrebbe immaginare – le aziende partner della società che collaborano con Mountain View nello sviluppo di dispositivi e soluzioni incentrate su Android hanno accolto con grande favore la notizia dell’acquisizione di Motorola Mobility. Rubin cita “i virgolettati” (ved. questa pagina) di molti personaggi di spicco di Samsung, Sony, HTC e LG: il motivo è da ricollegarsi, innanzi tutto, proprio alla ricca “eredità” in termini di brevetti che andrà nella cassaforte di Google. Grazie a tali risorse, infatti, Google potrebbe riuscire a proteggere meglio Android e gli stessi device prodotti dalle aziende partner di fronte alle lamentele per presunte violazioni della proprietà intellettuale.

La “stretta di mano” Google-Motorola, della quale si era iniziato a parlare a metà agosto scorso, vale all’incirca 12,5 miliardi di dollari.

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