Seagate Software si impegna nel Network Storage

Accesso alle informazioni intermittente e rigido, banda oberata da carichi di lavoro sempre maggiori, espansioni della rete che comportano processi di riconfigurazione lunghi e complessi. Queste sono alcune tra le principali questioni con cui si devono …

Accesso alle informazioni intermittente e rigido, banda oberata da carichi
di lavoro sempre maggiori, espansioni della rete che comportano processi di
riconfigurazione lunghi e complessi. Queste sono alcune tra le principali
questioni con cui si devono confrontare quotidianamente i gestori dei
network locali e, più in generale, il compartimento dell’Information
Management.
Dal momento della loro nascita sino a oggi, il consolidamento delle reti
Lan nelle realtà aziendali, in ragione dei costi inferiori e della maggior
flessibilità, ha messo in seria crisi i sistemi mainframe. Nonostante ci
ò,
la natura dinamica e "intelligente" dei "mattoni" che costituiscono la rete
locale – i pc – è, attualmente, l’origine di gran parte delle inquietudini
che assillano i gestori; questi mattoni, infatti, sono in continua
evoluzione e in grado di offrire, singolarmente, prestazioni la cui qualit
à
raddoppia, secondo la legge empirica di Moore, ogni diciotto mesi. La
struttura che li cementa, quindi, benché venga costantemente adeguata,
introducendo un crescente numero di server Lan, utilizzando canali di
trasmissione sempre più veloci, inserendo dispositivi in grado di smistare
con maggiore efficienza il transito delle informazioni, risulta
appesantita, lenta, oberata da conflitti di accesso ai dati e incapace di
sfruttare al massimo le performance dei singoli elementi.
Per risolvere, almeno in parte, questa serie di problemi sta emergendo un
nuovo metodo di condivisione dei dati: lo Storage Networking (Sn), un
sistema che integra i protocolli utilizzati dalle reti a quelli dei
supporti di memorizzazione, riconducendo il tutto alla struttura denominata
appunto Storage Network. Obiettivo di questa tipologia di rete è quello di
sollevare i server dall’onere relativo al management delle informazioni,
assegnando a disc drive, array e tape il carico di lavoro relativo a questo
compito, di attribuire, insomma, intelligenza a dispositivi che sinora
hanno avuto un ruolo pressoché passivo.
In questo ambito, si inserisce la ricerca che vede impegnata Seagate,
riunita nel National Storage Industry Consortium ad alcuni istituti
universitari statunitensi, laboratori di ricerca e aziende, tra cui Hp e
Ibm, nello studio di nuove tecnologieper i supporti fisici per la memoria
di massa, tecnologie che introducono un concetto nuovo: lo storage basato
sugli oggetti.
Nei dispositivi Ood (Object Oriented Device) la ripartizione degli elementi
dell’informazione sul supporto fisico non è più svolta per settori, ma p
er
oggetti; vale a dire che alla richiesta di file da parte del sistema
operativo, il drive inoltra al supporto domanda per documenti, fogli di
calcolo, database o file di sistema, gestiti come entità integre, e non
come elementi frazionati su più zone del disco. I vantaggi di questo tipo
di tecnologia sono notevoli. Innanzitutto, il carico di lavoro del sistema
operativo viene considerevolmente alleggerito: in un contesto di rete,
infatti, il drive diventa il punto focale dell’accesso, non più il server.
é sempre il drive, a occuparsi della gestione dello spazio e del fatto che
un file sia aperto, in fase di scrittura, in uso presso un altro client e
via dicendo. Oltre a ciò, una volta assegnati opportuni attributi
all’oggetto, possono essere compiute una serie di operazioni off-line quali
il back-up, la copia, il mirroring; operazioni, quindi, che non risultano
più a carico del server.
Non solo. A beneficiare di questo tipo di tecnologia è anche la sicurezza,
che diviene un elemento dell’architettura stessa del sistema; l’utente,
infatti, può arrecare danni solamente ai dati in sua gestione, in quanto
non accede ad altri oggetti all’infuori dei propri. Il supporto per metodi
di criptatura, poi, rende difficili operazioni di sabotaggio e spionaggio
da parte di terzi. Da sottolineare, infine, che l’introduzione di nuovi
dispositivi di memorizzazione di questo tipo incrementa il livello di
management dei dati, anziché ostacolarlo, aumentando di conseguenza la
scalabilità dell’apparato di rete.

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