Se la tempesta è perfetta, le idee devono essere chiare

La tempesta è un fenomeno naturale che colpisce alcune aree geografiche del nostro pianeta. È una manifestazione estrema che è responsabile di sciagure e disastri. In alcune, per fortuna rare, circostanze, questo fenomeno cresce a dismisura sino a tras …

La tempesta è un fenomeno naturale che colpisce alcune aree geografiche del nostro pianeta.
È una manifestazione estrema che è responsabile di sciagure e disastri. In alcune, per fortuna rare, circostanze, questo fenomeno cresce a dismisura sino a trasformarsi da tempesta in tempesta perfetta. Capita quando la pressione atmosferica, la differenza di temperatura e le masse d’aria in gioco assumono dimensioni straordinarie in equilibrio instabile tra loro. Equilibrio che sfocia in una una crescita vorticosa prima e in una esplosione poi dagli esiti catastrofici. La Tempesta Perfetta appunto.

Inutile dire che si tratta di una perfezione di cui faremmo volentieri a meno, ma che testimonia del fatto che alcune sfavorevoli circostanze, già di per sé pericolose, possono assumere dimensioni drammatiche nel momento in cui si presentano assieme. Eventi o fattori negativi singolarmente controllabili quando sono concomitanti si amplificano e divampano dando vita a fenomeni nuovi assai più disastrosi e negativi della semplice sommatoria di ciascun evento. E soprattutto incontrollabili.

Ora l’ombra di una tempesta perfetta sembra allungarsi sulla situazione del mercato It e, ahinoi, su tutta la nostra società. Al rallentamento dell’economia soprattutto negli Usa, si sono aggiunti gli attentati orrendi alle torri gemelle di New York e al Pentagono, e una serie di contraccolpi finanziari che hanno fiaccato lo stato di salute delle imprese. Come se tutto questo non bastasse la guerra, tanto annunciata, è scoppiata.

Tutti questi fattori concomitanti rischiano veramente di innescare quel pericolosissimo processo che conduce alla tempesta perfetta. Ovvero di dar vita a una situazione economica e sociale dagli effetti imprevedibili. Risulta ancor più difficile fare proiezioni sul futuro e la pianificazione delle attività rischia di trasformarsi in una scommessa. Ma non è sufficiente riprendere in mano quelle strategie e quegli accorgimenti che servono per attraversare le cicliche crisi del mercato, non basta ripensare le proprie attività alla luce di una situazione di stagnazione o di recessione, come ad esempio era accaduto nel 1992-1993, quando il mercato informatico era inciampato in una delle sue crisi più profonde e dalla quale era uscito profondamente cambiato.

Non basta anche se è molto utile fare riferimento a quel periodo non foss’altro perché fu proprio in quei tre anni che fece capolino la teoria della Tempesta perfetta, oggi così drammaticamente rievocata (si veda al proposito il servizio dedicato alla Crisi). Ma è utile ritornare a esaminare quel periodo anche per capire la situazione attuale. Oggi come allora il mercato mostra il fiato corto e pare incapace di dare un segnale di continuità a una lunga stagione di crescita. In particolare pare non esserci saldatura tra due modelli di sviluppo.

Infine oggi come allora sul mercato e sulla società si è aperto lo scenario di un conflitto. All’epoca era la Guerra del Golfo oggi è una spedizione punitiva internazionale contro il terrorismo.
Ma c’è un’altra analogia importante da sottolineare che riguarda solo ed esclusivamente il mercato It: in quegli anni Microsoft si apprestava a lanciare Windows 3.0 una piattaforma che rappresentò un indiscutibile segnale di discontinuità verso il passato e che con il contributo determinante di migliaia e migliaia di sviluppatori e di aziende si andò
a innervare in un processo di rinnovamento dell’It sia nelle imprese e sia presso il mondo degli utenti individuali.


Oggi come allora Microsoft è impegnata nel lancio del nuovo Windows Xp sul quale si concentrano le attese di moltissimi operatori. La differenza è che quando arrivò Windows 3.0 la tempesta era passata mentre Xp è proprio al centro di una situazione di crisi in cui il rischio estremo della tempesta perfetta aleggia minaccioso. La sfida di Microsoft all’epoca ebbe successo e rappresentò una svolta radicale per
il business della società e per le sue strategie ma nello stesso tempo segnò in modo profondo la successiva evoluzione del mercato It. Oggi per Microsoft non si parla di un segnale di discontinuità ma di una evoluzione esponenziale costruita attorno a un sistema che propone un forte salto in avanti ma non una frattura.

Tuttavia le aspettative in termini di rinnovamento, e non solo del parco macchine, restano molto elevate. Tali da indurre molti operatori a contare su questo evento per ridare fiato alle loro attività. Infine una grande differenza tra i due periodi, la più importante: il Web. Internet all’epoca era circoscritto all’esperienza di pochi centri universitari oggi è patrimonio comune di un grandissimo numero di imprese. E Internet, l’abbiamo imparato, amplifica le opportunità ma ingigantisce i rischi, riduce i costi ma minimizza i profitti. È dunque una potente via d’uscita ma è anche un potenziale detonatore di nuove incertezze.

Dunque, pur con qualche sostanziale differenza resta oggi come allora la necessità che non si verifichi nessuna falla nel sistema ovvero che il circuito della domanda, non s’infili nella spirale della recessione. La sintesi è che anche stavolta occorre lavorare su ogni cliente, su ogni singola trattativa, occorre argomentare con nuovi contenuti i dubbi e le paure che spingono i clienti a posticipare o a cancellare i loro investimenti in It, occorre aiutarli a trasformare più rapidamente i valori delle soluzioni e dei servizi in competitività dell’impresa.

Al di là della retorica che in queste occasioni s’infila sempre tra le righe c’è veramente bisogno di avere le idee chiare: sarà necessario stare più vicino ai clienti, conoscerli meglio e impedire delle facili derive, evitando che le tante incertezze dell’ambiente circostante si traducano in altrettante incertezze nella gestione della loro impresa.
Meglio depotenziare gli elementi negativi prima che s’inneschino in una Tempesta Perfetta piuttosto che cercare riparo dopo, quando
si scatena.

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