Se la ripresa passa dal territorio

Dopo anni di appelli al Governo, l’Ict italiana trova nelle Regioni e nelle Province i nuovi interlocutori per portare innovazione nel Paese.

Nell’annus horribilis dell’economia la quarantottesima edizione di Smau lascia poco spazio all’autocommiserazione.
Che i tempi siano difficili è un dato di fatto, e non da ora.

Stare alla finestra, aspettando che passi, non è strategia che ripaga, soprattutto se la crisi è di lungo corso come quella che stiamo attraversando.

Così, dopo anni di appelli all’innovazione, quest’anno la cifra scelta da Smau è quella dei nuovi modelli di business, dal cloud alla mobility, unici in grado di mettere in moto un meccanismo virtuoso di cambiamento.

E poi ci sono le chiamate alle armi.
Per anni il mondo Ict ha cercato come proprio interlocutore il Governo, con ben più di un appello per la costituzione di tavoli dedicati di volta in volta all’innovazione, alle infrastrutture, alla banda larga.

Ed è evidente che, a parte le dichiarazioni di intenti, la risposta non ha finora prodotto frutti  apprezzabili.

Così, quest’anno, a Smau si guarda ai territori, alle Regioni, alle Province, con l’obiettivo di trovare nel locale ciò che il Governo centrale non sembra in grado di garantire.

Si supera anche il concetto tradizionale dei distretti industriali, chiedendo invece ai territori di farsi aggregatori, di mettere in moto volani virtuosi nei quali pubblico, privato e centri di ricerca danno il via a processi di innovazione il cui riflesso e il cui indotto superano di gran lunga, in termini economici, gli investimenti che li hanno generati.

Così, se gli 800 milioni per la banda larga di volta in volta appaiono e scompaiono nelle dotazioni del Ministero delle Attività Produttive, risultano più efficaci gli investimenti di 15 milioni di euro (a capitale misto pubblico e privato) delle Regione Lombardia o i fondi stanziati dalla Regione Puglia per promuovere Pec e garantire la copertura con reti di nuova generazione zone non ancora raggiunte da Internet ad alta velocità.

Ottocento milioni fanno più effetto, per lo meno in termini di impatto mediatico. Ma i quindici e  i sedici milioni sono reali.
E traducono in esperienza concreta quel think global, act local assurto ormai a nuovo manifesto dell’economia mondiale.

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