Se il vulcano “sdogana” la videoconferenza

L’eruzione in Islanda e le conseguenti difficoltà nei trasporti hanno dimostrato una cosa semplice: la videocomunicazione è una soluzione davvero utile.

Onore al merito. Ci voleva un vulcano dal nome impronunciabile, Eyjafjallajökull (noi però con il copia e incolla possiamo almeno scriverlo), il foruncolo di Gea, come lo ha definito due giorni Michele Serra dalle pagine di Repubblica, per sdoganare la videoconferenza.

Anni di dibattiti per spiegare come la videoconferenza sia uno strumento che consente di ottimizzare tempi e costi, che consente di garantire se non migliorare l’interoperatività dei gruppi di lavoro, di guadagnare in efficienza e di favorire la collaboration battuti sul campo, è proprio il caso di dirlo, da un normalissimo evento naturale.
Un’eruzione vulcanica, la nuvola di polveri, è stata sufficiente a far saltare le agende di capi di stato, supermanager provenienti da qualsiasi parte del mondo.
Ed è davvero suonata l’ora della riscossa.

Perché, va riconosciuto, senza l’odioso ve l’avevamo detto noi i big del settore si sono mobilitati, con dimostrazioni sul campo che valgono più di qualsiasi demo site, per quanto curato lo si possa fare.
Si è mossa Cisco, ad esempio, che ha messo a disposizione dei suoi clienti fuori sede, senza possibilità di rientrare o spostarsi le proprie strutture di telepresenza per gli incontri di natura essenziale.
In Norvegia, ad esempio il Ministro degli Affari Esteri norvegese ha utilizzato ieri una struttura TelePresence a Oslo per dei meeting cui non ha potuto presenziare personalmente causa blocco dei voli. E utilizzo estensivo delle installazioni TelePresence delle varie sedi nel mondo stanno facendo i dipendenti della società per continuare a lavorare a prescindere dall’impossibilità di spostarsi.

Sostiene David Bevilacqua Amministratore delegato di Cisco Italia: ”In questi giorni abbiamo rilevato un incremento di interesse e di utilizzo di queste soluzioni evolute di collaborazione. Negli ultimi mesi abbiamo visto diversi eventi che hanno messo alla prova la business continuity creando difficoltà negli spostamenti – l’allarme H1N1, terremoti, questa eruzione – e mi sento di dire che questo mostra che per il futuro le aziende che non avranno a disposizione soluzioni di questo tipo per ovviare ai problemi di comunicazione e collaborazione rischiano di essere meno competitive delle altre. Soprattutto se lavorano a livello globale”.

Analoghe le considerazioni di Regus, specializzata in soluzioni per gli spazi di lavoro e privider di soluzioni di videocomunicazione con 2.500 suite in tutto il mondo, che ha diffuso in questi giorni una nota stampa nella quale dichiara di aver registrato, nella sola giornata di lunedì 19 aprile un incremento nella domanda dei servizi di video conferenza del 139% nella sola Europa.

Easynet ha deciso, dal canto suo, di coniugare promozione e servizio offrendo a titolo gratuito ai clienti che ancora non hanno adottato alcuna soluzione di videoconferenza le proprie suite e le proprie strutture per poter sperimentare in prima persona il servizio. L’offerta è stata attivata nelle sedi di Milano, Londra, Parigi, Bruxelles, Amburgo, Madrid, Zurigo, Manchester e Amsterdam, con possibilità di utilizzo anche nell’area Asia-Pacifico e nelle Americhe.

Da parte sua, Vidyo ha pensato alla promozione delle proprie soluzioni, offrendo un account gratuito per una settimana per riunioni fino a cinque partecipanti. In questo caso, la società enfatizza la semplicità della propria soluzione, che richiede solo un pc con accesso a Internet e che viene proposta con un canone annuo di circa 2.500 euro per soluzioni per cinque partecipanti.

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