Scende all’8,6% la crescita del mercato It in Italia nel 2001

Anticipiamo i dati di consuntivo dell’anno elaborati da Sirmi, dai quali si evince come la spesa informatica abbia raggiunto la cifra di 23 miliardi di euro. Un po’ in crisi l’hardware, mentre reggono i servizi, soprattutto, e in parte anche il software.

Il mercato It in Italia nel 2001 ha fatto registrare una crescita, rispetto all’anno precedente, dell’8,6%, uno dei tassi meno significativi rilevati negli ultimi anni. Il valore del mercato si assesta sui 23 miliardi di euro contro i 21,2 miliardi del 2000.


Già nel corso del primo semestre del 2001 sono stati registrati numerosi segnali di rallentamento, sia sul mercato italiano sia, soprattutto, nei paesi a maggior livello di sviluppo (in primis gli Stati Uniti). Le dinamiche negative sperimentate sui mercati esteri hanno comunque influenzato i trend degli investimenti nazionali: il mercato italiano si caratterizza infatti per tempi relativamente lunghi (in genere tre anni) nel processo di trasferimento e adozione delle tecnologie innovative dai paesi a maggior livello di sviluppo, ma per tempi estremamente più brevi nel percepire e recepire segnali di rallentamento o indebolimento o “crisi” del settore high tech. Ciò si verifica pur se la condizione del mercato italiano è relativamente distante da quella di “saturazione” tecnologica degli Usa o di sviluppo di iniziative imprenditoriali in area dot.com.


Nella seconda parte dell’anno, più di recente, si sono verificati fatti, di particolare drammaticità, assolutamente esogeni rispetto al mercato Ict che pure hanno avuto e avranno, potenzialmente, importanti impatti su di esso. Si fa riferimento, in particolare, agli attacchi terroristici subiti dagli Stati Uniti e al conseguente conflitto, con le conseguenze che un clima di guerra può portare sugli stili di vita e sui processi di investimento di privati e imprese. Va tuttavia sottolineato che questi fatti hanno impattato principalmente il mercato Usa.


Al di là della sensibilità degli utenti italiani rispetto ai fenomeni che interessano gli Stati Uniti, in Italia si è assistito a un rallentamento degli investimenti motivato da ragioni specifiche, quali ad esempio


  • segnali di rallentamento del ciclo economico italiano,

  • le difficoltà incontrate da parte dei principali operatori Tlc, gravati dagli oneri associati all’acquisto delle licenze Umts,

  • il difficoltoso lancio dei nuovi servizi Asp da parte dei principali operatori del mondo ICT.

Ancora, con riferimento alla spesa Ip, va considerato l’effetto "anabolizzante" esercitato dall’euforia associata allo sviluppo della Net Economy (a partire dal 2000), da cui aspettative da crescita oltre misura del mercato IP e investimenti in tecnologia superiori a quanto fisiologicamente richiesto dalle imprese; di conseguenza, ed anche in relazione al rallentamento generalizzato dell’economia internazionale e ad una minore fiducia nelle prospettive generali dell’andamento dei mercati internazionali e locali (non solo ICT), il mercato IP rallenta i suoi investimenti. Il rallentamento sembra essere una tendenza strutturale, non critica ma orientata certamente ad una maggiore ragionevolezza e ponderazione delle scelte in materia di tecnologie innovative.


Gli effetti, anche psicologici, della situazione sopra indicata contribuiscono a rendere più cauti gli investimenti degli utenti italiani. Il rallentamento rilevato nel corso del primo e del secondo semestre ha interessato tutte le principali voci di prodotto/ servizio, sia nell’hardware sia nel software e nei servizi, e ha comportato andamenti e dinamiche di crescita inferiori a quelle previste a inizio anno.


Il comparto hardware ha registrato una crescita del 6.6% e una spesa complessiva di 8.8 miliardi di euro confermandosi, dopo i servizi, la principale voce di spesa It. La crescita registrata nel 2001 è una delle più basse degli ultimi anni: segnali di "crisi" arrivano dai segmenti workstation e soprattutto pc, la cui dinamica di spesa è negativa rispetto al 2000 (-29.1% per workstation, -1.4% per pc) pur a fronte di un incremento nel numero delle unità consegnate (+2.3% nel segmento pc). In particolare


  • segnali di rallentamento certi arrivano dal comparto consumer: è in diminuzione infatti la spesa per pc con configurazione consumer (810 milioni di euro, in calo del 13.3% rispetto al 2000) determinata da un lato da fenomeni di downpricing, dall’altro da fenomeni di inizio di saturazione della domanda (il 40% circa delle famiglie dispone di pc);

  • in rallentamento anche la spesa per pc desktop da parte dell’utenza business: si tratta ormai di un mercato prevalentemente di sostituzione, né si rilevano importanti bandi di gara finalizzati a implementare progetti di innovazione di qualche rilevanza in termini di domanda di pc.

Sempre con riferimento al segmento pc va tuttavia segnalato il positivo andamento della spesa per pc server (604 milioni di euro, con una crescita del 24.2% rispetto al 2000), le cui configurazioni li rendono in molte situazioni adatti a "sostituire" i sistemi nel ruolo di enterprise server.


Negativi anche i risultati in area large systems (qui il trend è strutturale): la spesa diminuisce, rispetto al 2000, del 5.3% assestandosi sui 138 milioni di euro.


In significativa crescita, invece, la spesa per storage (+24.1%) a fronte di un aumento della domanda di archiviazione da parte degli utenti e di un suo spostamento verso lo storage.


In sensibile contrazione rispetto alle previsioni la spesa per networking (+17.4%, contro una crescita del 33.8% fatta registrare nel 2000), da ricondurre in generale alla frenata del segmento wireless e all’allungamento dei tempi di distribuzione degli investimenti sulla rete UMTS.


Con riferimento alla componente software si rilevano performance complessivamente migliori di quelle registrate nel comparto hardware: la spesa per prodotti software cresce dell’8.6% rispetto al 2000 e si assesta sui 3.3 miliardi di euro. L’andamento della componente system software è evidentemente legato all’andamento del relativo hardware: in crescita NT, Windows 2000 e Unix, in calo la spesa per system software su sistemi proprietari, large systems e pc.


La componente middleware/ tool registra risultati migliori rispetto alla componente pacchetti applicativi (rispettivamente +17.9% e +6.2%), benchè la spesa per software applicativo sia maggiore di quella per middleware (1.76 miliardi di euro contro 1 miliardo circa).


Il rallentamento rilevato nel corso dell’anno ha evidenziato in particolare una maggiore cautela nella spesa per software applicativo: aree emergenti quali Scm, Crm o Sales force automation (Sfa), tardano a svilupparsi, registrando un ritardo rispetto ai tempi e alle dinamiche attese fino al 2000 in relazione all’implementazione di progetti di e-business “oltre l’Erp”; applicativi Erp, gestionali, prodotti per office automation, pur rappresentando le principali voci di spesa in termini di volumi di investimento, si caratterizzano per i tassi di crescita meno significativi a fronte di una quasi saturazione della domanda; nell’area middleware vanno invece segnalati i positivi risultati dei prodotti per la sicurezza in genere (firewall, antivirus, crittografia, security management e così via), principali responsabili dei trend di crescita registrati in questo segmento.


La spesa per servizi It cresce del 10.8% rispetto al 2000 raggiungendo i 10.1 miliardi di euro, confermandosi la principale voce di spesa It. Tale crescita è tuttavia, anch’essa, inferiore alle attese di inizio anno e inferiore alle dinamiche di sviluppo registrate negli anni più recenti.


In rallentamento, dunque, anche la domanda di servizi It, in particolare nell’area dei Project Services (+8.8% contro un +10.2% registrato nel 2000), in cui sono ricompresi i servizi professionali associati all’implementazione di soluzioni applicative. In rallentamento, in particolare, gli investimenti in sviluppi custom e per l’implementazione di progetti in area e-business, siti e portali; inferiore rispetto alle previsioni anche la spesa per servizi di gestione in genere (Management Services: +14% contro un +15.7% registrato nel 2000), tra cui quella per servizi di hosting e Asp (questi ultimi a causa della scarsa chiarezza presente sul fronte dell’offerta, della scarsa capacità dei fornitori di proporre soluzioni anziché tecnologie e della limitata disponibilità applicativa, oltre che a causa dell’immaturità della domanda, specie delle Pmi).


Per il 2002 è attesa una ulteriore fase di cautela negli investimenti: il mercato IT dovrebbe crescere del 7.8% (+ 6% l’hardware, +8.2% il software, +10.4% i servizi IT), con un andamento che poco si discosta dalle dinamiche misurate nel corso dell’anno appena concluso.


Alcune considerazioni qualitative sui fenomeni che potranno influenzare i trend di sviluppo del mercato IT nei prossimi anni.


Sul fronte delle aziende, la situazione di ritardo sia nell’adottare nuovi modelli imprenditoriali, sia nell’abbracciare le logiche economiche globali rappresenta un potente driver nel processo di sviluppo di aree applicative innovative, la cui adozione può supportare le imprese nella gestione del cambiamento. Crm, Scm, Sfa, Business intelligence, marketplace, portali sono tutte aree applicative con elevate potenzialità di sviluppo, la cui diffusione da un lato comporta significativi investimenti in software, dall’altro svolge una funzione di traino per la componente servizi It (a fronte di attività professionali di personalizzazione, sviluppo ad hoc, system integration, gestione e altro).


Altra area It con elevate potenzialità di crescita è quella della sicurezza, intesa come "soluzioni" per la sicurezza: sia la componente software sia la componente servizi saranno oggetto di investimenti da parte delle aziende al fine di garantire la sicurezza fisica e logica dei dati e delle applicazioni.


In area Ip va segnalato l’avvio del processo di diffusione del ricorso a servizi di tipo Asp. Non si assisterà certo a una "esplosione" della domanda, ma ad un consolidamento e rafforzamento della propensione, da parte di utenti medi e grandi, a utilizzare servizi applicativi anche per le aree mission critical.


Infine, è attesa una crescita della domanda di servizi di housing, specie da parte delle aziende medio-grandi, a fronte della disponibilità di una sempre maggiore ampiezza di banda.


La principale criticità, in termini di sviluppo del mercato It, continua ad essere rappresentata dall’arretratezza generale del sistema Italia, i cui effetti si traducono in arretratezza della domanda It (basso livello qualitativo delle soluzioni richieste) e nella focalizzazione degli utenti sull’acquisto di prodotti anziché di soluzioni, in cui maggiore è la componente a valore rappresentata dai servizi.


Altro fattore di criticità sarà rappresentato dal "fenomeno Umts": l’annunciato ritardo nell’avvio del servizio da parte dei principali licenziatari avrà, come conseguenza, un ritardo nell’adozione e utilizzo di nuove applicazioni che integrino le componenti It e Tlc; si consideri inoltre che la qualità e quantità dei servizi mobili disponibili difficilmente sarà in grado di rispettare le "promesse" fatte dai gestori, con la conseguenza di alimentare il gap tra aspettative degli utenti e disponibilità di offerta.


Permarrà inoltre incertezza sul contesto economico generale, e ciò potrebbe tradursi in atteggiamenti di particolare cautela nella spesa e negli investimenti, penalizzando in particolare il mercato consumer.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome