Salesforce: il Crm è un viaggio che non finisce mai

La sintesi di Olivier Nguyen Van Tan apre il libro del domani ai capitoli social e mobile. Lorenzo Coslovi, partner italiano (Webresults): in Italia serve far capire il potenziale di AppExchange.

A Milano per portare il verbo di Marc Benioff agli oltre mille iscritti al Salesforce innovation tour italiano (a Madrid, la settimana precedente, erano un po’ di più), il responsabile del product marketing per l’area sud europea Olivier Nguyen Van Tan (nella foto) ha sottolineato il senso del divenire di Salesforce.

Innanzitutto il Crm «è un viaggio». Se la stazione di partenza è stato metterlo online e ora è al punto del cloud, il modello di approdo (senza soluzione di continuità) «è quello mobile e della social collaboration».

C’è già? «Per alcuni, non per tutti».
Il software, per Van Tan, va usato in un modo differente, spazio temporale.
Tempo: sempre.
Spazio: quello consumer.

E del “vecchio” Crm che si fa?
Lo si porta avanti «con applicazioni come Chatter, molto usate per collaborare e lo si porta verso gli Erp, con tanti connettori».

Stesso concetto per il cloud: integrare, integrare, integrare, con le Api, e con il lavoro degli sviluppatori: «importantissimi».

E poi c’è AppExchange, il marketplace con le applicazioni create da partner di tutto il mondo pronte a girare su Salesforce per risolvere problemi specifici.

Quante sono fatte in Italia? Van Tan ci dice di non saperlo, e questo è un punto interessante, che trova collegamento con quanto abbiamo raccolto da Lorenzo Coslovi, responsabile di WebResults, società bergamasca (Cloud Alliance Partner, per la precisione) presente all’evento milanese al pari di altri operatori nazionali, come la vivace realtà chiavennasca Telnext, ma anche Atlantic Technologies, Ten, NewEnergy, Engen, Infor, oltre ai colossi Accenture, Deloitte e Reply.

Cosa deve e può fare un partner
L’attenzione di Coslovi si accentra proprio sulle potenzialità di AppExchange: «è un formidabile canale di esportazione del software italiano, ma qualcuno lo dovrebbe spiegare alle aziende nazionali. Noi lo stiamo utilizzando. Fare app globali, che vanno sul marketplace globale è una strada da seguire, ma anche un messaggio da costruire».

A WebResults si rivolgono grandi utenti, come Gdf Suez o A2A, con cui è stato fatto un progetto per il marketing e il campaign management.
Dovendo fare interventi di personalizzazione della piattaforma, l’ampiezza del progetto richiede competenza e visione.

«Il Crm di adesso è una finestra sul futuro – ci dice Coslovi – e funziona con la logica del passaparola. A contare, più che il costo basso di gestione, è la novità di business che va introdotta nel minor tempo».

In sintesi, che deve fare un partner di Salesforce? «Accelerarne l’implementazione – spiega Coslovi –  intervenire sulla tecnologia, integrandola, e creare personalizzazioni. E teniamo presente che Salesforce non fa pressioni ai partner: il lavoro sta a noi. Ma è più un fatto italiano. In Finlandia ho visto una presenza più diretta presso i partner. Del resto ci sarà una spiegazione al fatto che noi cresciamo del 30% e sul Baltico del 300%».

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