Sace, + 7,9% medio annuo per l’export italiano nei prossimi quattro anni

Le esportazioni italiane saranno trainate dai beni a medio-alta tecnologia e, alla luce della ripresa dei mercati maturi e del rallentamento della crescita dei Bric, richiederanno maggiore selettività nella scelta dei mercati di destinazione.

L’export
italiano crescerà del 7,2% nel 2013
e accelererà il ritmo di crescita negli
anni successivi la risalita, lenta ma sostenuta, delle nostre vendite
all’estero: un cammino che ha consentito di recuperare i livelli pre-crisi già
nel 2011 (375 miliardi di euro di export in valore), grazie a un tasso di
crescita dell’11,4%. Fino a mettere a segno un +8,5% nel 2016, raggiungendo un
valore pari a 535 miliardi di euro.

Questo il
quadro per le imprese esportatrici delineato dall’ultimo Rapporto Export di
Sace
che delinea le principali direttrici geografiche, settoriali e
strategiche per le vendite di beni italiani all’estero nel quadriennio
2013-2016.

La
classifica Top Market stilata da Sace per trasformare il Rapporto Export in
uno strumento operativo per le imprese, indica tra i mercati chiave per
l’export italiano non solo economie emergenti come Cina (verso cui si
prevede una crescita media annua dell’export italiano pari al 12,3% nel
quadriennio 2013-16), Brasile (+11,3%), Romania (+10,6%), Turchia (+10,2%),
Russia (+9,4%) e Polonia (+8,4%), ma anche economie mature come Svizzera
(+11,5%), Stati Uniti (+11,2%), Francia (+7%) e Germania (+6,6%). Sono questi i
paesi che genereranno maggior valore per il nostro export nei prossimi anni.

In una logica di medio-lungo termine, tuttavia, il Rapporto segnala un numero
significativo di mercati di prossima generazione (next generation market),
localizzati prevalentemente nel Sud-est asiatico, verso i quali il nostro
export ha raggiunto livelli ancora non elevati ma che si prepara nei prossimi anni a mettere a segno
tassi di crescita sostenuta: Indonesia (+10,1%), Filippine
(+10,8%), Malesia (+9,6%), Cile (+8,9%), Nigeria (+9,4%), Angola (+10,2%) e
Qatar (+9,7%).

Saranno i
comparti a medio-alta tecnologia a guidare le performance dell’export
italiano. Complessivamente, a registrare i più elevati tassi di crescita
saranno i beni d’investimento, trainati dai settori della meccanica strumentale
(+9,7%) e delle apparecchiature elettriche (+8,0%), i beni intermedi dell’industria
metallurgica (+10,1%), estrattiva (+8,8%), della gomma e della plastica (+8,6%)
e della chimica (+8,3%).

Il Made in Italy tradizionale (alimentari, arredamento, abbigliamento) vedrà
ridimensionato invece il proprio ruolo propulsivo, con tassi inferiori al 6%,
a eccezione di bacini di opportunità nell’alto di gamma dove le performance
saranno invece molto superiori alla media.

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