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La robotica collaborativa è già nel presente del B2B

La robotica collaborativa è già utile al business e per diversi motivi. Ce li illustra tutti Alessio Cocchi di Universal Robots, società che ha fatto dei cobot la propria bandiera.

In primis lo è perchè consente alle imprese manifatturiere di sfruttare le potenzialità tradizionali della robotica.

Quindi, imprimere produttività, resa ed efficienza nei processi e, contestualmente, garantire conformità e qualità ai prodotti e la riduzione, tendente allo zero, di difettosità e scarti.

Poi è utile al B2B perchè, proprio a differenza della robotica tradizionale, la robotica collaborativa è accessibile ad ogni tipo di azienda, specie quelle di piccolo e medie dimensioni che, ad oggi, non hanno potuto concedersi l’investimento in automazione per i costi molto elevate che l’accompagnano.

I cobot UR non richiedono barriere protettive, sono leggeri e dimensioni compatte, per cui si possono spostare facilmente nei reparti e essere applicati a differenti task.

Si installano e programmano mediamente in mezza giornata, per cui entrano immediatamente (e facilmente) in attività. Insomma la robotica collaborativa è il nuovo paradigma: prestazioni, flessibilità, costi contenuti, restituzione del controllo del processo nelle mani degli operatori.

Quali sono i settori in cui la robotica collaborativa avrà maggiori applicazioni?

«Universal Robots ha come motto – dice Cocchi – automatizzare quasi tutte le applicazioni industriali. Quindi quasi tutti i settori, prescindendo da tipologia di applicazioni, dimensioni dell’azienda e altre proprie caratteristiche possono automatizzare i processi e godere dei vantaggi della robotica collaborativa. Aggiungo: il mondo manifatturiero può da subito godere dei vantaggi offerti dai cobot. Il nostro verbo è al presente, non al futuro».

Sono tante le testimonianze che arrivano in tal senso dal mondo B2B.

«Un’azienda che produce componentistica per manichette antincendio, Task Force Tips – dice Cocchi – ha ottenuto un tale vantaggio dall’automazione con i cobot che è rientrata dall’investimento in soli 34 giorni. Questo è un caso, certo, ma dà la misura della portata di questa tecnologia nei processi produttivi. Per non fare un elenco troppo lungo di casi, sottolineo l’esperienza positiva di alcune aziende italiane – Rupes, Marka, Life Elettronica, Cascina Italia ovvero 4 casi applicativi presenti sul nostro sito web – che hanno un elemento fondamentale in comune: hanno migliorato processi, introdotto innovazioni determinanti e offerto nuovi e migliori posti di lavoro ai propri operatori. Una caratteristica determinante proprio e solo della robotica collaborativa».

Robotica collaborativa a Technology Hub

A Technology Hub con Universal Robots vedremo la realizzazione, la verifica e l’imballaggio di un assieme composto da un dado esagonale con un foro nel quale viene alloggiato un inserto realizzato con stampante 3D.

L’obiettivo sarà dimostrare come la variabilità di un flusso produttivo non sia un problema perchè le tecnologie dell’Industry 4.0 possono gestire proprio questa variabilità.

«A livello di ciclo di lavoro – racconta Cocchi – il nostro cobot preleva l’inserto stampato in 3D e lo porta sotto un sistema di marcatura laser tenendolo in pinza. La marcatrice, a questo punto, invia un flusso di informazioni all’operatore su come fare la verifica di montaggio e l’imballaggio. Se cambia il tipo di inserto, la marcatrice determina un nuovo codice pezzo  e tutte le tecnologie impegnate nel processo ricevono le istruzioni corrette relative al trattamento dello specifico particolare stampato. Dopo la marcatura è ancora il nostro cobot a posizionare gli inserti in un contenitore presente su un AGV che li conduce alla stazione successiva in cui l’operatore monta la parte stampata 3D all’interno del dado stoccato su un pallet. L’operatore è guidato con procedura “smart tag” eseguita dalla marcatrice grazie alla quale saranno fornite istruzioni su uno schermo in funzione della parte montata. A seguire c’è anche una fase di test in cui l’assemblato dado – inserto viene posizionato da un altro cobot sotto la macchina di misura che ne verificherà il corretto montaggio in tolleranza».

 

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