Riversare le musicassette su CD

Possiedo molte musicassette e vorrei trasferirle su CD. Come posso fare? Quali software si devono utilizzare? Voler riversare la propria collezione di musicassette su CD è non solo una questione di comodità di ascolto, ma è anche u …

Possiedo molte musicassette e vorrei trasferirle su CD. Come posso fare? Quali
software si devono utilizzare?

Voler riversare la propria collezione di musicassette su CD è non solo
una questione di comodità di ascolto, ma è anche un passo indispensabile
per preservare registrazioni a cui teniamo.

Questo perché le musicassette non sono eterne, con gli ascolti ed il
trascorrere del tempo tendono a smagnetizzarsi, il nastro può rompersi
ed è molto difficile da riparare, e inoltre i vecchi nastri se all’origine
non erano di grande qualità potrebbero anche lasciare macchie di ossido
sulle testine del registratore, rovinando altre cassette in buone condizioni.

Per eseguire l’operazione di riversamento è necessario un software
di campionamento
, meglio se con funzioni di restauro specifiche, come
la rimozione del fruscio del nastro (hiss), anche se queste funzioni non sono
indispensabili e devono essere usate con cautela per non rovinare la timbrica
dell’originale.

Andando in ordine di economia, ed escludendo il primitivo “Registratore
di suoni” di Windows, la prima opzione è quella di usare il software
offerto con la scheda audio.

Alcuni modelli, soprattutto Creative e Terratec, offrono già
un eccellente software di registrazione, nel caso di Creative anche con funzioni
di rimozione del rumore.

Ci sono poi i software di restauro, come Pinnacle/Steinberg Clean
e Magix Audio Cleanic, molto economici e con ottime funzioni,
anche se come detto vanno usate con cautela: se l’originale è importante
meglio conservare sempre una copia del brano campionato prima di applicare i
filtri di restauro, perché questi tendono ad eliminare per sempre determinate
frequenze musicali.

La maggioranza dei software citati sono anche in grado di dividere automaticamente
i brani in tracce quando si registra un’intera facciata in una sola “passata”,
velocizzando molto il riversamento di collezioni particolarmente ampie.

Salendo con la spesa ci sono software come Adobe Audition,
dotati di funzioni di editing avanzate e di filtri di restauro più potenti
rispetto a quelli dei software di fascia economica, e poi ci sono le workstation
professionali dal costo di migliaia di euro, usate dai professionisti per “ripulire”
i brani prima di masterizzarli su CD senza alcun effetto collaterale sulla qualità
timbrica.

Ma non è importante solo il software: fondamentale è
avere una scheda audio di qualità,
soprattutto è importante
che abbia un buon rapporto segnale/rumore (meglio se superiore a 95dB) in modo
da non “sporcare” la registrazione, mentre non è importante
il supporto dei 24 bit se l’obiettivo è il riversamento su CD audio,
che sono comunque a 16 bit.

Ultimo fattore importante, spesso sottovalutato, è l’uso
di cavi di qualità (spessi e ben schermati)
per collegare la
piastra e la scheda audio, cavi che non devono passare vicino a cavi elettrici,
o li devono incrociare solo ortogonalmente. Da bandire anche i cellulari nella
stanza dove si effettuano i riversamenti, per evitare interferenze elettromagnetiche.

La procedura è molto semplice: si collega la piastra direttamente all’ingresso
Line In della scheda audio. Se la scheda audio ha solo ingressi minijack può
essere necessario un adattatore RCA/minijack, talvolta incluso nei software
di restauro.

L’unica regolazione importante è il livello di registrazione,
si deve evitare a tutti i costi la distorsione, perché nel digitale produce
rumori (clipping) che rovinano completamente la registrazione.

Dunque o si procede ad un preascolto dei passaggi più “forti”
dei brani da campionare, controllando di non andare “in rosso”,
o si usano le funzioni di “ARVL”, ovvero limitazione automatica
dei livelli per non andare in distorsione, presenti nella maggioranza dei software
di campionamento.

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