Ritmi di crescita insufficienti: il mercato Ict non riparte

I numeri prodotti da NetConsulting per il primo semestre 2013 riportano crescite incoraggianti nei segmenti innovativi, nei contenuti e nella pubblicità online ma il calo complessivo del comparto, confermato nelle stime di fine anno, supera il 4%.

È un’accelerazione al ribasso quella riportata da NetConsulting nell’ultimo Rapporto Assinform dove, il calo complessivo registrato nei primi sei mesi di quest’anno dal mercato Ict italiano ha raggiunto il 4,3% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente, quando la diminuzione era stata di “soli1,3 punti percentuali.

Tuttavia, i segnali perché si possa dire che “l’innovazione digitale sta penetrando nella società e nell’industria italiana, trasformando modelli di consumo e di business” ci sono tutti.
Che siano “su basi ancora troppo limitate e a ritmi troppo lenti” è altrettanto indubbio.

Eppur si muove
Intanto, però, alla discesa marcata (-9,2%) registrata nei servizi di rete delle Tlc (“dovuta principalmente al costante calo delle tariffe”) si affianca una ben più ridotta flessione della componente dispositivi, software e servizi, in calo dell’1,5%, mentre con una crescita di poco inferiore al 5% i contenuti e pubblicità online evidenziano una decisa controtendenza.

A fargli compagnia ci pensano i segmenti innovativi, aumentati anch’essi del 4,5% rispetto ai primi sei mesi del 2012 grazie all’incremento sia della domanda di Smart Tv, ereader, navigatori e fotocamere digitali in grado di innovare attività tradizionali in collegamento con l’uso del Web, sia gli investimenti per le piattaforme software di ecommerce, social network, “Internet delle cose”, servizi di cloud computing e relativi datacenter.

Lontani da un’inversione di tendenza
Allo stesso tempo, fanno sapere da NetConsulting, anche da noi i collegamenti in banda larga sono cresciuti del 2,4%, totalizzando 13,9 milioni di accessi che, però, “restano proporzionalmente inferiori a quelli dei principali Paesi europei”.

Proprio con loro la gara pare persa, soprattutto alla luce delle considerazioni emerse dal Rapporto Assinform in cui, “allo stato attuale, non esistono i presupposti per un’inversione di tendenza” che consenta al nostro Paese di raggiungere quel livello elevato di pervasività dell’Ict che in altre Nazioni costituisce la chiave della ripresa dell’economia.

Una fine anno poco incoraggiante
Le stime di fine anno prodotte dall’Associazione confermano per il mercato Ict un calo complessivo del 4,3% sul 2012, che per la componente dispositivi, software e servizi pare destinato a crescere fino al -1,7%, nonostante i buoni risultati registrati dai segmenti innovativi con un trend previsto di 5,2%.

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