Ricerca di lavoro, quanto conta la reputazione online?

Il 36% di chi si occupa di risorse umane controlla la reputazione digitale dei candidati, per verificare tra gli altri curricula e referenze. I risultati di una ricerca congiunta Adecco, 123People e Digital Reputation.

L’attenzione alla propria immagine sul Web non è solo questione da Pubblicità Progresso né da adolescenti. Sempre più spesso sono proprio i responsabili delle risorse umane a prendere in esame anche la digital reputation dei candidati. 

Lo rivela un’indagine condotta congiuntamente da Adecco, 123People e Digital Reputation su un campione composto 100 imprese italiane e 400 candidati e lavoratori. 

L’83% dei lavoratori e dei candidati interpellati- è il primo dato che emerge dallo studio – dichiara di tenere sotto controllo la propria reputazione, in particolare su Google, Facebook e 123people. 

Di converso, chi si occupa di risorse umane, dichiara una certa cautela nell’esame delle informazioni online relative ai candidati. E se è vero che per il 36% degli interpellati il controllo della reputazione digitale è ormai prassi, solo l’8% dei curricula sono finiti nel cestino dopo una ricerca online. 

Come i selezionatori usano i social network
In particolare, dalla ricerca emerge che ai social network i selezionatori ricorrono prima di tutto per:

  • effettuare controlli incrociati sui curricula (51% delle risposte);
  • verificare referenze e contatti professionali (48%);
  • accertare eventuali attitudini professionali attraverso la partecipazione a community su skill specifiche (47%);
  • scoprire informazioni private sui candidati (40%).

Da parte loro, i candidati cominciano a mostrare maggiore consapevolezza rispetto alle informazioni diffuse tramite i social network e per lo meno dichiarano di non essere ignari del fatto che immagini o informazioni disponibili online potrebbero dare al possibile datore di lavoro un’immagine distorta di sé. 

Proprio questa nuova consapevolezza, porta l’88% degli interpellati a cercare forme di tutela, in primo luogo migliorando le impostazioni sulla privacy, in secondo luogo evitando di inserire informazioni discutibili o addirittura evitando del tutto di inserire dati inerenti il loro percorso professionale, riservandoli nel caso ai soli network professionali.

Privacy o meno, in ogni caso, ai social network rinunciano in pochi (possiedono un profilo il 76% dei lavoratori e candidati e il 52% dei referenti aziendali intervistati) e sono considerati ormai un nuovo canale utile per promuovere la propria immagine e professionalità e cambiare o trovare lavoro (lo sostiene il 60% dei candidati/lavoratori), perché consentono il rafforzamento e l’ampliamento del network di contatti (74% delle risposte) e la partecipazione a gruppi di discussione professionale (64%).

I sociali network più diffusi
Fra i social network più utilizzati, al primo posto troviamo Facebook – che ottiene il 52% di preferenze da parte dei referenti aziendali e il 44% dei candidati – e LinkedIn (42% aziende e 25% candidati).

Segue Xing, scelto dal 9% dei candidati e lavoratori e 5% dei referenti delle imprese, mentre FriendFeed e MySpace trovano riscontro rispettivamente solo fra il 13% e il 9% dei candidati e lavoratori, ma restano poco conosciuti fra i rappresentanti delle società intervistati.

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