Red Hat ha preso Ansible perché DevOps è il futuro

Nei giorni scorsi abbiamo dato la notizia dell’acquisizione di Ansible, società che fornisce soluzioni di It automation e DevOps, da parte di Red Hat.

Per inquadrare il senso e il valore dell’operazione Ansible, abbiamo rivolto qualche domanda ad Alessandro Perilli, General manager Cloud Management Strategy di  Red Hat.

Alessandro Perilli è General manager Cloud Management Strategy di Red Hat
Alessandro Perilli è General manager Cloud Management Strategy di Red Hat

Quando e perché avete deciso di acquisire Ansible?

Abbiamo deciso di acquisire Ansible perché il loro prodotto si allinea perfettamente alla visione che Red Hat ha per lo sviluppo della sua offerta commerciale, qualcosa che chiamiamo Frictionless IT. Alla base di questa visione c’è la consapevolezza che il software enterprise odierno è eccessivamente complicato, da implementare per gli operatori, da padroneggiare per gli utenti finali, e non in grado di soddisfare l’esigenza delle nuove generazioni che entrano nelle grandi aziende con una serie di aspettative su come l’IT dovrebbe funzionare.

Queste aspettative sono plasmate dall’esperienza che le nuove generazioni hanno con il public cloud computing di tipo consumer, basti pensare a prodotti come Gmail, Dropbox, Evernote, e si focalizzano su aspetti come la semplicità d’uso e la rapidità con cui si possono ottenere risultati. Il software enterprise odierno, fatte rarissime eccezioni, è l’esatto opposto.

Ansible è una tecnologia di IT automation pensata per essere incredibilmente semplice da introdurre, imparare e manutenere. Per esempio, i processi di automazione sono descritti in un linguaggio che è molto simile all’inglese, quindi non richiedono agli operatori sintassi complesse come quelle dei linguaggi di programmazione tipo Ruby. Sulla stessa linea, Ansible non richiede l’uso di alcun agente per eseguire i processi di automazione sui sistemi operativi. L’accesso avviene attraverso una connessione SSH standard, il che semplifica enormemente l’introduzione in un ambiente IT complesso.

La metodologia DevOps sta diventando dominante nelle aziende? Qual è il suo perimetro?

Uno dei principi fondanti della metodologia DevOps è la rapidità nel rilascio delle applicazioni. Per arrivare all’obiettivo è necessario cambiare approccio nello sviluppo delle applicazioni, ma anche dotarsi di strumenti che siano facili da comprendere e usare, in grado di supportare quell’approccio. Ecco perché Ansible è diventato velocemente uno dei componenti preferiti dai team che adottano DevOps. L’approccio di Ansible riduce quella frizione cognitiva che non impatta l’utente finale ma lo sviluppatore, che è il primissimo utente tecnologico.

È affascinante e di grande ispirazione vedere come un aspetto apparentemente irrilevante e certamente trascurato per moltissimo tempo come la semplicità d’uso possa influenzare così profondamente la capacità di innovare. È questo il nostro compito: fare in modo che chi innova possa focalizzarsi sull’innovazione, e non sugli strumenti che servono a produrre l’innovazione.

Come si applicherà la tecnologia Ansible al  pacchetto d’offerta cloud di Red Hat?

Ansible andrà ad arricchire l’offerta di cloud management che al momento è composta dal nostro cloud management platform, CloudForms, e dalla nostra soluzione di lifecycle management, Satellite. CloudForms continuerà a essere il nostro motore di orchestrazione e governance per ambienti cloud complessi, in grado di offrire una console di management avanzata e coerente per quei clienti che hanno un mix di piattaforme di virtualizzazione, come Red Hat Enterprise Virtualization, Microsoft System Center, Hyper-V, VMware vSphere, e Infrastructure as a Service (IaaS) public cloud come Amazon AWS e Microsoft Azure. CloudForms è in grado di esporre un cosiddetto service catalog dove operatori e utenti finali possono richiedere applicazioni complete o sistemi operativi, incapsulati in macchine virtuali o container.

Ansible sarà la tecnologia di automazione necessaria a mettere in esercizio le applicazioni e i sistemi operativi offerti via CloudForms. In questo ruolo, Ansible si occuperà di tutta una serie di compiti, dall’installazione di nuovi “virtualization host” su nuovi server, alla configurazione di macchine virtuali e container, fino alla customizzazione dei vari componenti applicativi all’interno delle macchine virtuali e dei container.

Ovviamente Ansible potrà essere usato anche come prodotto a sé stante, qualora lo use case lo richieda, e sappiamo già che molti clienti lo usano per l’installazione di cloud basati su OpenStack, dove CloudForms o altre piattaforme di cloud management non sono ancora presenti.

La gestione di Api a App e del software in genere sta diventando il fattore competitivo primario per le aziende. Qual è il vostro contributo al di là di Ansible?

In Red Hat crediamo moltissimo in un futuro imminente dove la stragrande maggioranza delle enterprise cloud sarà composta da molteplici vendor, sia per la parte cloud privata che per quella pubblica. Vediamo già un numero di clienti che usa Red Hat Enterprise Virtualization o Red Hat Enterprise Linux OpenStack Platform fianco a fianco con vSphere, e che consuma allo stesso tempo AWS e Azure.

Anche le più note società di analisi, come Gartner, confermano che le grosse organizzazioni stanno evolvendo la loro strategia e preferiscono comporre il loro cloud combinando insieme il meglio che il mercato è in grado di offrire oggi, piuttosto che continuare ad affidarsi ad un singolo vendor. In uno scenario simile, il ruolo dell’organizzazione IT deve evolvere e passare da puro fornitore di tecnologie a broker di tecnologie.

Ovviamente non posso commentare sulle nostre mosse future, ma posso confermare che la nostra strategia di management si sta evolvendo per supportare i nostri clienti nel futuro appena descritto. Ansible, e la sua capacità di supportare out of the box molteplici ambienti di virtualizzazione e public cloud, ne è un esempio. La nostra recentissima partnership con Microsoft per supportare Azure in CloudForms, è un altro esempio, e abbiamo molte altre cose in cantiere.

 

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