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Alla guida autonoma serve un radar per le mappe

Bosch ha sviluppato un nuovo approccio alla creazione di mappe per la localizzazione e la navigazione di veicoli, in particolare di veicoli a guida autonoma anche se la tecnologia può essere applicata anche alla guida convenzionale.

Si tratta di un sistema – denominato radar road signature – che prevede l’uso di segnali radar. Secondo Bosch questi permettono di arrivare a definire una mappa molto precisa di una strada e dell’ambiente circostante perché possono rilevare miliardi di oggetti che li riflettono: la conformazione della strada, i segnali stradali, gli oggetti ai bordi delle carreggiate e via dicendo.

Di norma per realizzare una mappa precisa di un percorso stradale si usano sistemi di video mapping e telerilevamento via Lidar, ossia usando raggi laser invece di onde radio. Per Bosch i sistemi radar nella raccolta dati hanno diversi vantaggi rispetto alle soluzioni convenzionali: funzionano meglio in condizioni di bassa visibilità, hanno una portata maggiore (circa 250 metri contro 150) e consumano meno banda (5 KB di dati al chilometro contro circa il doppio). I due approcci (video/Lidar e radar) peraltro non si escludono a vicenda e possono essere usati congiuntamente.

Le mappe pensate per i veicoli a guida autonoma devono essere particolarmente precise perché non c’è a bordo un guidatore umano che possa compensare una eventuale mancanza di informazioni.

Per questo devono comprendere anche le aree che i sensori dei veicoli probabilmente non monitoreranno e sono composte da più livelli. Quello definito localization layer è analogo a una mappa in senso convenzionale: il veicolo confronta ciò che descrivono i suoi sensori in un dato momento con le informazioni del localization layer, arrivando a determinare la sua posizione rispetto agli oggetti che lo circondano.

Esistono poi altri due livelli che le mappe “umane” non hanno. Il planning layer serve a programmare la traiettoria che il veicolo dovrà seguire, in base tra l’altro alla conformazione della strada, ai segnali della viabilità e ai limiti di velocità. Il dynamic layer raccoglie informazioni su tutti gli eventi che possono essere seguiti solo in tempo reale come il variare del traffico, le deviazioni non previste o i parcheggi disponibili.

Il prossimo passo di Bosch è modificare i suoi sistemi radar per veicoli, che ora sono pensati per rilevare oggetti in movimento, in modo che possano registrare anche il posizionamento degli oggetti fissi.

L’obiettivo è mettere su strada entro il 2020 i primi veicoli che comincino a mappare le autostrade in tutto il mondo. I dati raccolti saranno memorizzati nella Bosch IoT Cloud e porteranno a definire le varie radar road signature. A portarle concretamente sul mercato sarà TomTom, che le integrerà nelle sue mappe.

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