Qurami: parte da Roma la rivoluzione della fila

Oggi gran parte dei processi, anche personali e sociali, viene gestita attraverso app su telefonino. Questa soluzione ha vantaggi e svantaggi, ma al momento i primi sembrano essere molto maggiori dei secondi. Il successo di questo approccio, dei singoli come delle aziende, ha portato alla creazione del termine “app economy” per circoscriverne costi e benefici.
Un ottimo esempio di riorganizzazione dei processi personali è la gestione delle file agli sportelli. Si stima che in media ciascuno di noi passi in fila davanti ad uno sportello almeno un anno di vita. In alcuni casi, poi, si tratta di eventi particolarmente stressanti. Un’app su smartphone è ideale per ottimizzare il problema: quando siamo comodi prenotiamo il nostro posto sulla fila, poi andiamo a fare altre cose mentre il device ci ricorda l’andamento della fila, permettendoci di arrivare in tempo ma senza dover attendere in loco.

Un’app che si occupa di questi aspetti è l’italiana Qurami, realizzata dall’omonima start-up fondata da Roberto Macina. L’idea è più forte d’una semplice app, in quanto si tratta d’una vera e propria piattaforma con tutte le organizzazioni che la usano per semplificare le code.
Rifiutarsi di vendere app verticalizzate su un brand, anzi impostando una piattaforma con il proprio brand, all’inizio è stato difficile, ma alla lunga si sta rivelando una chiave di successo. Ecco perché questa piattaforma è stata scelta anche dalla Royal Mail inglese: la rete di uffici innovativi The Post Office of The Future, partita da pochi mesi, comprenderà anche Qurami con un’installazione pilota a Londra.

In Italia l’hanno già scelta 40 aziende, tra le quali Enel per i suoi negozi di Genova, Padova, Firenze e Palermo.
Tornando all’espansione internazionale si pensa alla Spagna, un mercato dall’approccio molto simile a quello italiano ma anche una porta verso l’enorme mercato sudamericano.

Verso il round A

“In questa fase di vita, il nostro obiettivo non è puramente il business, ma l’inserimento nella realtà locale di Paesi diversi”, ci ha detto Roberto Macina, “e i nostri finanziatori sono d’accordo”.
E parlando di finanziamenti va sottolineato che anche come start-up i numeri del successo di Qurami sono di quelli buoni. La crescita è costante, con oltre 220 mila download e 80 mila utenti veri già all’inizio del 2015. Il fatturato 2014 è stato di 400 mila euro, con l’obiettivo di raddoppiarlo nel 2015. Finora l’azienda, ideata nel 2010 ma nata nel 2011, ha ricevuto circa 800 mila euro da venture capital, compresi 150 mila da Unicredit. Le attuali 14 persone sono già dimensionate per arrivare al 2016, anno in cui si auspica un round A da almeno 5 milioni di euro: Qurami dovrebbe approdare con tranquillità al mondo delle scale-up, le startup con finanziamenti o fatturato di almeno 1 milione di dollari.

Sono risultati ai quali pensare quando si propongono modelli di startup che devono creare un business intorno ad un’idea magari valida e sicuramente appariscente, ma arrancano nell’execution.
Andare in televisione, magari a Shark Tank?”, ha commentato Roberto; “non ci abbiamo pensato molto, a Qurami abbiamo un’attività piuttosto serrata”. E come dicono le guidelines di promozione del marchio, #youarenext!

 

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome