Quanto business dietro i Google Glasses

Le opportunità deriveranno dallo sviluppo di applicazioni appositamente concepite per funzionare sui Google Glasses: una nuova frontiera per gli sviluppatori, che potranno esplorare nuove strade per fare impresa ed incrementare i guadagni.

I Google Glasses gli occhiali per la realtà aumentata sviluppati da colosso di Mountain View e più volte balzati, negli ultimi tempi, agli onori delle cronache, saranno un vero e proprio business. Ne è sicuro Carlo D’Asaro Biondo, presidente Google per l’Europa Meridionale e Orientale, Africa e Medio Oriente. “E non credo sarà un business solo per Google“, ha aggiunto il manager italiano durante la presentazione di uno studio sull’e-commerce elaborato in collaborazione con UPA.

Evidentemente
D’Asaro Biondo si riferisce alle nuove possibilità di monetizzazione
che deriveranno dallo sviluppo di applicazioni appositamente concepite
per funzionare sui Google Glasses. Una nuova frontiera per gli
sviluppatori, quindi, che potranno esplorare nuove strade per fare
impresa ed incrementare i guadagni.
Allo stesso tempo, arriveranno anche i concorrenti di Google. Per restare entro i confini italiani, non è possibile non citare GlassUp, occhiali per la realtà aumentata – “made-in-Mestre” (Venezia) – che secondo gli ideatori costeranno meno ed utilizzeranno una soluzione brevettata non fastidiosa per la vista.

Gli occhiali per la realtà aumentata potrebbero dare un ulteriore impulso a quell’e-commerce
che negli ultimi 5 anni, sempre secondo lo studio firmato UPA, ha
generato 10 miliardi di euro di fatturato e raggiunto circa 13 milioni
di consumatori. Gli occhiali intelligenti di Google permetteranno di
inviare e ricevere informazioni sovrapponendo i dati provenienti dalla
Rete agli elementi che compongono il mondo reale. collegarsi ad Internet
e trovare quanto occorre, basterà usare i nuovi occhiali di Google per
individuare immediatamente tutte le risposte.
Mentre si guarderà il
mondo circostante, gli occhiali sapranno riconoscere un oggetto, un
monumento, un’insegna, un codice a barre, un prodotto, un testo e
fornire una serie di informazioni correlate. Tali dati saranno
presentati in maniera automatica o semiautomatica sovrapponendosi alle
immagini reali percepite dagli occhi: per questo si parla di realtà
aumentata.

La frase magica da pronunciare per richiedere l’attivazione degli occhiali è “OK Glass“:
a questo punto il comando scandito con la voce dall’utente sarà
automaticamente elaborato. Così, mentre si indossano i Google Glasses,
si potrà richiedere loro di scattare una foto o di registare in video
col vantaggio di avere sempre le mani libere. Il materiale audio-video
raccolto potrà poi essere immediatamente condiviso in Rete. Grazie al
modulo GPS integrato, gli occhiali di Google saranno in grado di
mostrare le indicazioni stradali sovrapponendole all’immagine che si sta
guardando.
Grazie alla connessione di rete, gli occhiali potranno rispondere a curiosità o domande di cultura generale. “Quanto è lungo il ponte di Brooklyn, qual è la capitale del Nepal, chi è stato il primo Presidente della Repubblica italiano?“: i Google Glasses risponderanno quasi istantaneamente.
Questo tipo di comportamento è oggi possibile grazie al lancio del Knowledge Graph
che, grazie ad una serie di algoritmi messi a punto nei mesi scorsi dai
tecnici del colosso di Mountain View, riesce a mettere in correlazione
argomenti, oggetti, persone, località in modo efficace elaborando un
grafico in continua evoluzione ed espansione. Tale meccanismo è stato
recentemente messo a punto per il motore di ricerca di Google: gli
occhiali per la realtà aumentata non fanno altro che trarne diretto
vantaggio.

I Google Glasses possono anche trasformarsi in un traduttore in tempo reale: basta chiedere “Ok Glass, traduci un pound e mezzo in cinese” per ottenere la pronuncia corretta.

Si
possono poi ottenere informazioni in maniera del tutto automatica:
l’orario o lo stato di un volo, la situazione meteo, quella del
traffico, suggerimenti per la scelta del mezzo pubblico e così via.

Dicevamo,
però, che i Google Glasses – così come altre soluzioni similari –
potranno essere impiegati per corroborare l’e-commerce. Si pensi alla
comodità di fare acquisti (a partire, semplicemente, dal biglietto dei
mezzi pubblici, dal ticket del parcheggio) senza toccare un tasto e solo
impiegando indicazioni vocali.

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