Quali vantaggi reali comporterà l’accordo Compaq-Intel?

Per Dario Bucci, amministratore delegato di Intel Italia, «sarà finalmente l’opportunità per avere una piattaforma standard nel segmento server». Per Enrico Ivaldi, responsabile delle attività Enterprise di Compaq Italia, «consentirà nuove economie di scala, che porteranno a prezzi concorrenziali».

Ma a chi fa veramente comodo l’accordo che porterà di Intel a utilizzare i
brevetti, il know-how, i tool di sviluppo e le risorse umane che hanno a che
fare con la piattaforma Alpha? A Compaq o a Intel? Oppure, paradossalmente,
potrebbero essere le aziende concorrenti, come per esempio Sun, a trarne
vantaggio? Le dichiarazioni ufficiali fornite dagli amministratori delegati di
Compaq (Michael Capellas) e di Intel (Craig Barrett) hanno avuto una
connotazione decisamente istituzionale, ma una risposta precisa a queste domande
non l’hanno data Si è perciò avuta una chiara visione d’insieme sulla
partnership che, ma sono mancati quegli aspetti di contorno che avrebbero potuto
chiarire alcuni concetti importanti.


Per avere una versione un po’ diversa da quelle dei due Ceo, seppure in linea
con le direttive aziendali, abbiamo perciò rivolto le precedenti domande
all’amministratore delegato di Intel Italia, Dario Bucci, e al responsabile per
il nostro Paese delle attività enterprise di Compaq Enrico Ivaldi. Quest’ultimo
ha tenuto a evidenziare come per la propria azienda sarà importante, in
prospettiva, poter far leva «su un’unica piattaforma per la gamma server. Intel
ci assicurerà la possibilità di disporre di sistemi a costo più basso e in tempi
più rapidi rispetto a quello che avremmo potuto fare tenendoci in casa
progettazione e sviluppo dell’architettura Alpha».


L’affermazione può essere letta come: con Itanium potremmo disporre di
un’architettura standard che ci consentirà economie di scala del tutto nuove sul
settore dei server enterprise, permettendoci prezzi concorrenziali. Ivaldi ci ha
infatti detto: «Ci sposteremo verso un mercato di volumi che ci permetterà di
fornire macchine in tempi brevissimi, dando la possibilità ai clienti di avere
ritorni rapidi degli investimenti». Ancora una volta ritornano i concetti
inerenti il Roi e l’integrazione delle applicazioni, tanto cari agli utenti e
sui cui, siamo sicuri, Compaq punterà molto nel prossimo futuro.


Per Dario Bucci, amministratore delegato di Intel Italia, l’operazione si può
definire una naturale evoluzione della strategia aziendale. «Itanium è il futuro
dei 64 bit e ad Alpha sarebbe comunque rimasto solo un ruolo di nicchia. Ora, i
clienti dell’architettura ex Digital potranno beneficiare di una transizione
indolore verso una piattaforma standard». Ma quest’ultimo accordo non è
un’operazione che va vista come evento a sé bensì rientr nel più complesso
processo evolutivo dell’azienda, che Bucci ha chiamato four architectures: «Il
nostro obiettivo è proporre piattaforme standard per tutti i segmenti produttivi
in cui siamo impegnati, ovvero mobile, pc a 32 bit, sistemi enterprise e
reti».


Nel caso dei pc, la cosiddetta Intel Architecture 32 (Ia-32), l’obiettivo
l’azienda l’ha raggiunto; nel segmento mobile e dei collegamenti wireless, che
viene chiamato Personal Internet Client Architecture (Pica), Bucci ritiene che
si sia raggiunta una buona posizione; lo stesso vale per il segmento reti
(Internet Exchange Architecture, Iea). Sul versante a 64 bit (Ia-64) Intel si
trova a essere una new entry e quindi ha ancora molto da lavorare per crearsi
una share di rilievo. Tuttavia è supportata da partner importanti che le danno
tutta la loro fiducia. E anche qualcosa in più. Compaq, prima fra tutti.

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