Home Cloud Guida al public cloud, la tecnologia di base per le Pmi

Guida al public cloud, la tecnologia di base per le Pmi

Sono ormai diversi anni che uno degli argomenti più caldi dell’information technology è il cloud.

Un fenomeno che pareva essere riservato soprattutto al mondo enterprise, se non addirittura alle grandi multinazionali.

Questa visione è tuttavia andata gradualmente cambiando, anche grazie alla quantità semplicemente incredibile di offerte di soluzioni che nel tempo hanno popolato gli ecosistemi cloud.

Grazie al cloud è sorta una nuova modalità di fruzione (e di erogazione) di software, il Software as a Service, o SaaS.

Il software come un servizio consente agli utenti di connettersi ad app basate sul cloud tramite internet e usare tali app.

L’Abc del cloud per le Pmi

Lasciando tutta la complessità tecnica a chi predispone questa tecnologia, il modello SaaS offre una soluzione software completa acquistabile da un provider di servizi cloud.

L’infrastruttura sottostante, il middleware, il software delle app e i dati delle app si trovano tutti nel data center del provider di servizi.

Infatti, è il provider di servizi ad occuparsi della gestione di hardware e software e garantisce la disponibilità e la sicurezza dell’app e dei dati. Il modello SaaS consente quindi alle aziende, Pmi in primis di essere rapidamente operative con costi iniziali minimi.

Sono questi quindi i cardini dei vantaggi offerti dal cloud: costi iniziali minimi se non nulli, assenza di infrastrutture di cui doversi occupare, e conseguente riduzione della complessità.

Nel panorama delle Pmi, in relazione alla dimensione stessa delle imprese, ben di rado sono presenti figure dedicate alla gestione informatica.

Inoltre, il budget stesso rende assai improbabile l’acquisto di soluzioni on premise di livello enterprise.

Il risultato è che, nel mondo della digital transformation, le piccole e medie imprese italiane corrono il concreto rischio di perdere competitività. Un errore che può rivelarsi fatale su un mercato sempre più globalizzato, in cui i competitor, anche per una Pmi, possono arrivare davvero da ogni parte del mondo.

Non si può certo negare che il mondo sia cambiato, e non è il classico luogo comune. Se in passato per mandare avanti un’azienda era sufficiente avere accesso alle materie prime da lavorare, nell’Industria 4.0 gran parte del lavoro dipende dai dati in possesso delle Pmi, e dalla loro gestione ottimizzata o deficitaria possono dipendere le sorti stesse della propria impresa.

Crediamo non sia una novità per nessuno sottolineare come ogni processo dell’azienda (dalla logistica, alla produzione, alla manutenzione e lo stoccaggio) dipenda dall’elaborazione dei dati. È altrettanto evidente come la gestione di una mole di dati in aumento vertiginoso non sia alla portata di una Pmi.

Questa attività rischia perciò di riverlarsi un lavoro troppo complesso per essere gestito internamente all’azienda; fortunatamente esiste una soluzione estremamente efficace ed anche economicamente sostenibile, e si chiama cloud.

I vantaggi del cloud per le Pmi

Quali vantaggi può quindi offrire il cloud alle Pmi? Possiamo essenzialmente elencare tre diversi livelli di vantaggi. Con il cloud storage le aziende possono archiviare e fare il backup di una grande quantità di dati in pochissimo tempo.

Il cloud computing permette di eseguire, per esempio, dei software particolarmente impegnativi da remoto. In ultimo con la parte di analytics ottengono dei vantaggi dall’elaborazione, l’analisi e la visualizzazione dei dati.

Va anche sfatata una convinzione tanto radicata quanto totalmente errata: quella che vuole i dati più “al sicuro” presso la sede della azienda.

È semmai vero l’esatto opposto: praticamente nessuna azienda (neppure quelle di dimensioni rilevanti) può garantire gli stessi livelli di sicurezza e ridondanza dei propri dati offerta da un cloud provider.

Cerchiamo quindi di capire meglio quali tipologie di servizi possono essere erogati tramite cloud.

Essenzialmente, sono tre.

IaaS, PaaS e SaaS: le differenze

I servizi Software as a service sono sicuramente i più noti, dato che (a volte senza sapere che lo sono) li usiamo praticamente tutti quotidianamente. Qualche esempio? Gmail, Google Docs, Drive e Office 365.

Infatti, lo scopo del cloud SaaS è di permette agli utenti di fruire di un’applicazione accessibile ovunque sia disponibile una connessione a Internet. Il software e i dati risiedono su cluster di server che erogano il servizio senza la necessità di memorizzare i dati in locale sulla macchina.

Le applicazioni SaaS sono già da tempo parte attiva della realtà lavorativa di milioni di persone, indipendentemente dalla posizione ricoperta: esistono soluzioni per ogni compito, dalla grafica alla gestione delle relazioni con i clienti (software CRM) o a strumenti di analisi dei dati. La gamma è pressoché infinita, dal momento che, grazie a capacità di elaborazione sempre maggiori, è possibile virtualizzare quasi ogni tipo di software, non di rado con prestazioni e possibilità inaccessibili al tradizionale hardware in possesso di una Pmi.

Parlando invece di IaaS, questo servizio è il più simile al vecchio concetto di infrastruttura IT.

È abbastanza facile spiegare io vantaggi di una infrastruttura cloud dal punto di vista di una azienda: un servizio IaaS elimina completamente la necessità di possedere hardware di questo tipo: sarà il cloud provider, dunque, a mettere a disposizione le risorse computazionali necessarie sotto forma di virtual machine. Su queste macchine virtuali (erogate come servizi) potranno essere installati sistemi operativi o app, in modo del tutto analogo a quanto avviene su una infrastruttura on premise proprietaria.

Con il notevole pregio di non doversi più preoccupare di nulla riguardo al parco macchine fisico: manutenzione ed obsolescenza in primis. Ma anche potendo contare su una flessibilità in termini di risorse disponibili semplicemente inattuabile con infrastrutture fisiche, oltre alla certezza dei costì da affrontare, essenziale nella preparazione di piani aziendali.

Infine, il PaaS: potremmo definirlo come il “ponte” fra IaaS e SaaS. Si introduce in questo caso il concetto di Piattaforma, ovvero di un ambiente di sviluppo necessario al lavoro dei developers. La piattaforma comprende linguaggi di programmazione, librerie, servizi e strumenti dedicati, sviluppati ad hoc dal cloud provider. Grazie all’insieme di questi elementi che costituiscono la PaaS sarà quindi possibile sviluppare, testare, implementare e gestire tutti i vari software aziendali. Nuovamente, torna il concetto di risparmio e semplificazione: non sarà infatti necessario disporre di un’infrastruttura fisica, né l’installazione di installare sistemi operativi o ambienti di sviluppo. Potendo quindi spremere ogni risorsa disponibile dalla piattaforma, a tutto vantaggio degli sviluppatori.

È quindi evidente, dalla pur sintetica descrizione dei servizi offerta, che la scelta del cloud provider è determinante. Fortunatamente, il mercato è da tempo piuttosto maturo, e dal punto di vista di una PMI questo è rassicurante.

I grandi nomi del settore sono quasi tutti già noti al grande pubblico: Amazon, Google, Microsoft e OVH ne sono illustri esempi.

Amazon Web Services

SI tratta della società del gruppo Amazon deputata ad offrire servizi di cloud computing. Fondata nel 2006, ad oggi è il peso massimo del settore, al punto che ben più della metà del fatturato di Amazon stessa è originato da Aws.

La società americana, perfettamente consapevole del potenziale, ha messo nel mirino anche il mondo delle Pmi: Amazon Web Services offre infatti soluzioni idonee ad aiutare le piccole e medie imprese nella migrazione verso il cloud, grazie ad un’ampia offerta di prodotti che rispondono perfettamente alle loro esigenze. “Calcola i tuoi costi, scopri quanto puoi risparmiare con AWS e definisci la soluzione perfetta per il tuo caso“: è molto evidente come Aws sia conscia delle preoccupazioni e delle esigenze delle aziende, ed infatti è perfino presente una pagina dedicata al calcolo del TCO (Total Cost of Ownership).

Infine, il supporto tramite partner. Non è certo un mistero quanto il canale sia, in Italia, fondamentale nella gestione della information technology per le Pmi. Ed infatti, Aws prevede sia la ricerca dei partner, che l’arruolamento di nuovi partner attraverso una specifica pagina del proprio sito.

Google Cloud

La grande G gioca da tempo un ruolo importante nel settore del cloud computing, ed è attiva nel settore da ormai 11 anni con Google Cloud Platform. Google ha anche proposto una serie di interessanti SaaS, come ricordato sopra. Sicuramente vale la pena di ricordare G Suite, una vera e propria suite di produttività e collaborazione moderna e nata e pensata per il cloud.

Google ovviamente non scorda il mondo delle piccole e medie imprese, a cui dedica una pagina con una serie di suggerimenti diretti a diversi settore, come il retail, il sanitario, lo sviluppo software e altri ancora.

Anche Google, oltre ai numerosi canali di contatto diretto ed offerte di prova gratuita, conta sul canale dei partner nella gestione del rapporto con le aziende.

La costante ricerca di partner innovativi e qualificati è una costante per il settore; in un periodo molto particolare che vede una susseguirsi di tecnologie cloud sempre più evolute assistiamo anche ad un altrettanto intenso skill shortage.

Molto semplicemente, non esistono sul mercato risorse qualificate sufficienti a coprire tutte le posizioni aperte, e tutte le previsioni vedono questo fenomeno in costante aumento.

Microsoft Azure

Microsoft Azure è la proposta della società di Seattle. Arrivata sul mercato leggermente dopo gli altri competitor (il lancio commerciale risale a febbraio 2010), l’offerta di Microsoft si è saputa presto ritagliare un importante spazio, anche grazie alla fenomenale forza del brand. Giova anche ricordare che uno dei più diffusi SaaS al mondo è sicuramente prodotto da Microsoft, e parliamo di Office 365 naturalmente.

Microsoft Azure mette a disposizione di clienti, prospect, partner e sviluppatori una importante mole di documentazione: SDK, case study, blog sono solo una parte.

La politica commerciale si rivela peraltro particolarmente aggressiva, arrivando a dichiarare un costo enormemente inferiore ad Amazon AWS (come detto, ad oggi il più importante attore del settore).

Anche per la società di Seattle sono molto importanti i partner, per i quali prevede programmi specifici, training, e perfino una community nella quale scambiare consigli, opinioni e in generale accrescere l’expertise.

Ovh

OVH

Ovh è il più grande attore europeo del settore cloud. La società transalpina è fra i più grandi hosting di server al mondo.

L’offerta di cloud computing di OVH è particolarmente adatta proprio al mondo dei professionisti e delle Pmi.

La provenienza dal mercato del web hosting è immediatamente percepibile dalla trasparenza tariffaria e dalla modalità anche self service con cui si possono rapidamente richiedere ed attivare servizi o virtual machine.

Ovviamente, non mancano le pagine dedicate al mondo dei partner, grazie alle quali una Pmi o un professionista potrà trovare adeguato supporto laddove necessario.

Il supporto a OpenStack offre la possibilità di migrare dalla piattaforma di un altro provider e viceversa, di automatizzare le tue infrastrutture cloud o gestire le tue immagini server e disco.

Sicuramente il mondo del cloud computing, per quanto già diffuso, sta sempre più accelerando e diffondendosi, con nuove offerte e soprattutto nuove possibilità. A tutto vantaggio di chi ne saprà cogliere il potenziale.

Siamo certi che le nostre Pmi, dopo una fase in verità piuttosto lunga di diffidenza, sono ormai pronte per questo ennesimo balzo in avanti.

 

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