Pubblico e privato insieme per la digitalizzazione culturale

Il Comitato dei Saggi invita a mettere in rete il patrimonio culturale europeo. Europeana sarà il punto di riferimento. Per la digitalizzazione vanno incentivati i partenariati misti.

Il Comité des Sages (Gruppo di riflessione di alto livello) sulla digitalizzazione del patrimonio culturale europeo ha presentato al Commissario Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’Agenda digitale e a Androulla Vassiliou, commissaria responsabile per Educazione e cultura, una relazione che contiene un deciso invito agli Stati membri dell’Ue affinché intensifichino il loro impegno per la messa in rete di tutte le collezioni da essi detenute in biblioteche, archivi e musei e che sottolinea i benefici presentati da una maggiore accessibilità della cultura e delle conoscenze dell’Europa.

La relazione elenca i potenziali benefici economici della digitalizzazione, da raggiungersi anche tramite partenariati pubblico-privato, per lo sviluppo di servizi innovativi in alcuni settori come turismo, ricerca ed educazione.

La relazione sostiene l’obiettivo dell’Agenda digitale di rafforzare la libreria digitale Europeana e presenta soluzioni per rendere disponibili in rete le opere tutelate da diritti d’autore.

Il “Comité des Sages” per la digitalizzazione è formato da Maurice Lévy, presidente e Ceo della società di pubblicità e comunicazione Publicis, Elisabeth Niggemann, direttore generale della Biblioteca nazionale della Germania e presidente della fondazione Europeana, e Jacques de Decker, scrittore e segretario permanente dell’Académie royale de langue et de littérature françaises de Belgique.

Le raccomandazioni contenute nella relazione confluiranno nella più vasta strategia attuata dalla Commissione, nell’ambito dell’Agenda digitale europea, perfavorire la transizione delle istituzioni culturali verso l’era digitale.

La relazione, intitolata “Il nuovo rinascimento” indica il portale Europeana come il principale punto di riferimento del patrimonio culturale europeo in linea.

Gli Stati membri devono garantire la messa a disposizione sul sito di tutto il materiale digitalizzato grazie a finanziamenti pubblici e il caricamento entro il 2016 di tutte le loro principali opere di dominio pubblico.

Le opere tutelate da diritti d’autore ma non più distribuite a livello commerciale, devono essere messe in linea. È compito in primo luogo dei titolari dei diritti procedere alla digitalizzazione di tali opere e al loro sfruttamento.

Tuttavia, nel caso i titolari non vi provvedano, occorre dare alle istituzioni culturali la possibilità di digitalizzare tale materiale e di metterlo a disposizione del pubblico, remunerando gli aventi diritto.

È necessario adottare quanto prima norme dell’Ue in materia di opere orfane, ossia quelle per le quali non è possibile identificare i titolari dei diritti.

Gli Stati membri devono notevolmente aumentare i finanziamenti da essi previsti per la digitalizzazione, al fine di creare occupazione e crescita in futuro.

Vanno incoraggiati i partenariati pubblico-privato per la digitalizzazione, che devono essere trasparenti, non esclusivi ed equi per tutte le parti e devono garantire a tutti un accesso transfrontaliero al materiale digitale.

La durata dell’utilizzazione preferenziale del materiale digitalizzato accordata al partner privato non deve superare sette anni.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome