Psd, un terzo degli investimenti è in It

Le banche europee e l’entrata in vigore della Payment Services Directive.

I grandi gruppi bancari europei stimano di allocare, ciascuno, 20 milioni di euro per uniformarsi alla Payment Services Directive (Psd) e il 30% degli interventi riguarda adeguamenti tecnologici.

I dati provengono da una ricerca che Accenture ha condotto con interviste online nel maggio scorso a 29 gruppi bancari di tredici paesi europei (uno per l’Italia). Gli strumenti per la conduzione dell’indagine online sono stati forniti da Finextra.

Riguardo gli investimenti in It è emerso che coinvolgeranno in particolare l’aggiornamento dei canali-clienti e le tecnologie di back-office.

Il 90% delle banche sentite ha dichiarato che sarà “giuridicamente conforme” alle nuove direttive Ue di pagamento entro la scadenza stabilita, il primo novembre, mentre tre su quattro saranno pienamente conformi entro la fine dello stesso mese.

I costi per uniformarsi alla direttiva che armonmizza la struttura normativa dei pagamenti in Europa variano in base alle dimensioni delle banche: per i grandi gruppi bancari il budget necessario all’adeguamento alla Psd è stimato in 20 milioni di euro e oltre, mentre gli altri gruppi bancari oggetto della ricerca ritengono di allocare un budget medio di 4 milioni di euro.

Circa un terzo degli investimenti necessari sono destinati alle strutture It. La seconda macro componente interessa i cambiamenti dei termini e delle condizioni contrattuali, seguite dalla comunicazione interna ed esterna.

Gli investimenti tecnologici in particolare coinvolgono l’aggiornamento dei canali-clienti e le tecnologie di back-office per supportare i nuovi requisiti, come i processi di transazione in tempo reale per l’immediata disponibilità dei fondi.

Secondo la ricerca la maggioranza delle banche europee non si aspetta una maggior competizione derivante dalla normativa Psd.

Il 63% non vede il proprio business minacciato dall’allargamento della competizione con i mercati che entreranno in questo processo, come le Tlc e le utility. Solo l’11% ha dichiarato di prevedere la presenza di minacce competitive causate dalla nuova normativa.

Quasi la metà degli intervistati non ha immediati piani per il lancio di nuovi prodotti.

La sfida sarà la customer-retention: l’82% degli intervistati interpreta infatti la normativa come un’opportunità per offrire pagamenti e servizi bancari in tutta Europa, il 14% la considera un’opportunità per acquisire nuovi clienti corporate e il 7% per conquistare nuovi clienti retail.

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