Proxicom chiude il cerchio di Dimension Data nel mercato americano

La società sudafricana, specialista di soluzioni e servizi di networking, l’ha spuntata su Compaq. Dimension Data, per una pioggia di miliardi, si è aggiudicata in settimana la gara d’acquisto della società di consulenza statunitense Proxicom.

La trattativa è stata frenetica. Solo l’8 maggio scorso Proxicom, società statunitense specializzata nello sviluppo di progetti complessi di e-business, annunciava di aver ricevuto da Compaq un’offerta d’acquisto per il valore di 347 milioni di dollari (circa 700 miliardi di lire). Dopo tre giorni, la sudafricana Dimension Data, società votata alla consulenza e ai servizi in materia di networking avanzato rilanciava, comunicando l’intenzione di rilevare tutte le attività di Proxicom per 448 milioni di dollari (circa 900 miliardi di lire) e costringendo Compaq a ritirarsi. Ma perché tanto interesse per una società di consulenza la cui attività, secondo alcuni analisti di mercato, non è neppure particolarmente in salute?
Don Smyth, Senior European Vice President di Dimension Data, ha parlato a Linea Edp dei risvolti di questa mossa. “Quella di Proxicom -ha esordito Smyth-è stata solo l’ultima di una lunga serie di fusioni e acquisizioni che abbiamo portato a termine nel corso degli ultimi due anni. La strategia alla base di queste iniziative era quella di un’espansione in ottica globale delle nostre attività”.
L’acquisizione di Proxicom, secondo il manager, permetterà all’azienda sudafricana di accelerare i tempi di ingresso sul mercato statunitense e contribuirà in maniera rilevante a consolidare il portafoglio di soluzioni e servizi di integrazione nei due mercati chiave. Le attività di Dimension Data investono, infatti, in prevalenza i progetti complessi di networking e di quello che i vertici della società hanno battezzato “I-commerce”, ovvero i servizi aziendali avanzati. Anche se, secondo i dati relativi al secondo trimestre del 2001 (che si è concluso lo scorso 31 marzo) questa attività è caratterizzata oggi da servizi a basso valore aggiunto (i progetti conclusi si limitano, per lo più, a soluzioni front end come la gestione dei call center), l’intenzione di Dimension Data è di evolvere progressivamente verso soluzioni di fascia alta e ad alto margine. Se ad oggi, infatti, le attività di rivendita di soluzioni Cisco pesano per un terzo sul fatturato, l’idea è quella di puntare in modo più deciso sulla gestione di progetti complessi di e-business. E proprio Proxicom sembra essere uno dei tasselli a complemento di questa strategia:“L’acquisizione di Proxicom– ha precisato Smyth –ci consentirà di completare la nostra offerta di soluzioni di fascia alta non solo per il mercato statunitense ma per tutti i nostri clienti nel mondo, apportando competenze specifiche in materia di e-business, integrazione di applicazioni di commercio elettronico e progettazione. Ci garantirà l’accesso a una base di clienti decisamente ampia, che completerà le nostre referenze nel mondo. L’accordo consentirà, per contro, a Proxicom di contare sulla nostra capillare presenza nei cinque continenti. Inoltre, l’integrazione delle nostre competenze in materia di e-business, infrastrutture e servizi permetterà a Proxicom di avere accesso ad una clientela più ampia. Con questo annuncio, riteniamo di aver concluso la fase di ampliamento della nostra presenza negli Stati Uniti; i prossimi mesi saranno invece destinati al consolidamento di questa strategia”. Ovviamente, è prevista la possibilità di operare altre acquisizioni di respiro prettamente locale, quindi di valenza tecnica più che strategica, in segmenti di attività mirati, come la content delivery o le infrastrutture, ad accelerare lo sviluppo di un portafoglio completo di servizi di e-business. A chi gli chiede come mai la controfferta sia stata così elevata (sintomo, forse, di una sovrastima delle attività di Proxicom) Smyth risponde che si tratta della giusta valutazione delle ricadute di lungo termine del merge. Forse proprio questo ha giocato a favore di Dimension Data nelle trattative: “Per noi l’accordo ha una valenza strategica fondamentale – ha tenuto a precisare Smyth – mentre per Compaq si sarebbe trattato unicamente dell’ennesima acquisizione. Se Proxicom fosse stata in vendita quattro mesi fa, saremmo stati addirittura disposti a pagarla quattro volte tanto”.

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