Protezione di rete Fortinet per l’Università di Bologna

Univerità_BolognaArticolata come Ateneo Multicampus, con 33 dipartimenti distribuiti tra Bologna, Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, circa 84mila studenti e oltre 5.900 dipendenti, tra personale docente e tecnico-amministrativo, l’Università di Bologna conta 160 siti collegati e registra mediamente tra i 30mila e 50mila utenti connessi al giorno.

A occuparsi dell’intera infrastruttura di rete ci pensa l’Area Sistemi Informativi e Applicazioni e Applicazioni dell’Università di Bologna – Cesia, che progetta, realizza, gestisce e presidia tutti i principali servizi informatici dello storico Ateneo indicato come prima università del mondo Occidentale.

A protezione sia del perimetro di rete, sia delle singole sedi, ci pensano, tra le altre, alcune soluzioni Fortinet, adottate nel 2005 contestualmente alla messa a punto di un programma volto a favorire la consapevolezza degli utenti nei confronti dei rischi informatici. Ma è nel 2013, con la costituzione di una nuova organizzazione degli Atenei accompagnata da una maggiore centralizzazione dei servizi, che si lavora a un progressivo aumento delle capacità dei collegamenti sulle dorsali e, con esso, all’adeguamento dell’hardware con la sostituzione dei primi sistemi FortiGate-100 e 200 con i modelli FortiGate-100D, FortiGate-200B, FortiGate-800C e FortiGate-3950B.

Proprio queste sono le soluzioni alla base del progetto di sicurezza implementato dall’Università di Bologna alla luce dei cambiamenti nelle tecniche di attacco e compromissioni dei sistemi informatici.
Da qui, infatti, la scelta di rivedere l’intera infrastruttura di rete con funzionalità di Web filtering, Next generation firewall, Ips e Application control, oltre a centralizzarne la gestione con l’adozione della soluzione FortiManager, che offre tutti gli strumenti necessari per un controllo completo e granulare dell’infrastruttura di sicurezza.

Per Riccardo Dodi, responsabile Settore Reti e Sicurezza – Area Sistemi Informativi e Applicazioni in Cesia, si è trattato di consolidare i border firewall perimetrali e il traffic shaper nell’ottica di una razionalizzazione dei costi attraverso l’implementazione di appliance in grado di far evolvere la sicurezza di pari passo con l’infrastruttura di rete.

 

 

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