Progetti di Business continuity e Tape area network a InfoCamere

StorageTek ha accompagnato l’evoluzione tecnologica della società che gestisce i dati delle imprese italiane. Oggi le 103 Camere di Commercio beneficiano di una banca dati sempre disponibile e che si appresta a sdoppiarsi. Al via anche l’idea di creare una “San” sui nastri

«Gestiamo tutti i dati delle 103 Camere di Commercio italiane, più
quelli delle 300 sedi distaccate
». Così Roberto Fontanella,
responsabile Industrializzazione e Supporto Operativo della Divisione
Architetture Reti e Sistemi di InfoCamere
, la società di informatica
delle Camere di Commercio, riassume l’attività di questa realtà nazionale che ha
la direzione generale a Roma e la sede operativa, dove si concentra l’It, a
Padova. InfoCamere ha tra i compiti istituzionali la gestione del Registro delle
Imprese, anagrafe di tutti i soggetti tenuti all’iscrizione (circa sei milioni).
«Singolarmente – sostiene Fontanella – sono dati statici, se però
consideriamo che le imprese sono tenute a iscrivere qualsiasi modifica avvenga
nella loro struttura, come la nascita o la cessazione, ma anche le modifiche
nella composizione dei consigli, i nuovi soci, i soci dimissionari e il deposito
dei bilanci per le società di capitali, le transazioni sono tante
». Secondo
le statistiche elaborate da InfoCamere, infatti, sono circa 3 milioni e 700mila
le transazioni giornaliere nel grande sistema informativo della rete delle
Camere di Commercio italiane. Queste informazioni sono fornite da InfoCamere
alle Camere di Commercio, alla Pubblica amministrazione, ai professionisti e
alle imprese attraverso i distributori, che operano sulla base di un contratto
sottoscritto con la stessa InfoCamere. Logico, quindi, che una realtà che vive
in quanto i dati che gestisce “sono vivi”, abbia la necessità di dare sicurezza,
persistenza e massima disponibilità ai dati stessi.


Un’evoluzione di tre lustri
Ci siamo fatti
illustrare da Franco Stoppini, responsabile system management della Divisione
Architetture Reti e Sistemi, il progetto “Business continuity”, che è annunciato
come il frutto di un’evoluzione tecnologica vissuta in InfoCamere da 15 anni a
questa parte. Si tratta di un progetto teso, logicamente, a dare continuità di
esercizio a InfoCamere, conciliandosi con l’infrastruttura tecnologica
esistente, che, dal punto di vista della memorizzazione dati, è basata su
tecnologia StorageTek. La presenza di StorageTek in InfoCamere, infatti, risale
al 1989, con il primo robot a 6mila cartucce, «soluzioni di storage
dice Stoppini – che fanno riferimento all’esigenza di avere supporti
affidabili con cui fare salvataggi e garantirsi un rapido ripristino. Ma non
vanno dimenticati temi come risparmio, automazione e affidabilità delle
procedure. Basti pensare alle attività di post-produzione serali, che si fanno
ancora, anche se in maniera differente rispetto al passato, o alla disponibilità
dei servizi camerali dalle 8 alle 19 e dalle 8 alle 21 per i distributori
».
L’evoluzione tecnologica di InfoCamere ha vissuto un salto generazionale con il
passaggio da mainframe ai sistemi aperti del Registro Imprese. «Qui siamo
passati veramente ai sistemi distribuiti
– afferma Stoppini -.
L’obiettivo, infatti, era di non usare più il mainframe, ma un’architettura
di server Unix locale con i dati della singola camera di commercio che
comunicano con il server Unix , che replica i dati sotto Oracle e li invia al
backup su sistemi StorageTek
». A tal fine, nel 1998 InfoCamere ha
sostituito il vecchio robot StorageTek con un equivalente, per i sistemi aperti,
cioè la tape Library 9714 di StorageTek, che è attualmente in uso. «Si
tratta
– racconta Stoppini – di una macchina scelta perché scalabile
nei successivi 4 anni e dotata di più drive, e quindi con più cassette. Siamo
partiti con 3 drive e 60 cassette, e ora siamo arrivati a usare 6 drive con 100
cassette
». Con una struttura informativa basata sui sistemi aperti, in
InfoCamere è sorto il problema della moltiplicazione dei server Unix e del
numero crescente di sottoreti. «L’esigenza – conferma Stoppini –
era di fare il backup a scacchiera cercando di limitare il traffico sulle
singole sottoreti
».

Arrivano le librerie a nastri

Quindi, tre anni fa, invece di aumentare la potenza del robot di
storage centrale, InfoCamere ha deciso di installare tre tape Library più
piccole (i 9730 di StorageTek) in grado di effettuare salvataggi più veloci e di
occupare meno traffico in fase di post-produzione. «Abbiamo continuato a
scegliere robot StorageTek
– spiega Stoppini – perché è una società che
ha saputo seguire il mercato. L’esperienza con loro ha giocato un ruolo
importante. Specie nel caso dell’assistenza e del supporto, che si è rivelato
sempre disponibile. Ci siamo anche rivolti ad altri fornitori per avere
componenti di backup di piccolo taglio e ci siamo trovati male, sia sul fronte
hardware, dato che usavano robotica diversa, sia su quello del supporto, per
sistemi da posizionare nelle singole Camere di Commercio
». Utilizzando
sistemi aperti e di storage che percorrono la medesima strada, potrebbe
significare approdare a una San (Storage area network). Stoppini frena: «Non
si trattava, tanto, di creare una San, piuttosto il nostro era un tentativo di
rendere distribuito il backup. La nostra idea, infatti, sarebbe di approdare a
una Tape area network
». InfoCamere ha così acquistato un sistema Sun E10000
per eliminare l’ultimo mainframe. «Perché le applicazioni verso gli utenti
finali volevano Tcp/Ip, grafica, Web e non più emulazione 3270
», spiega
Stoppini. Parallelamente, la società ha messo le mani sui Tape Drive in fibra di
StorageTek, St 9840A, connettendone tre al maxi-sistema Unix di Sun. Questo è
stato il momento dell’introduzione nel sistema informativo di una tape Library
L700, composta da 5 Dlt e dai device in fibra.

Duplicazione
dell’architettura
«Il sistema L700 – specifica Stoppini –
con i drive in fibra può essere connesso a uno switch. Da qui nascerebbe la
possibilità di creare una San, che nel nostro caso vuol dire Tan
». Tutta la
struttura informativa di InfoCamere sin qui descritta è quella pronta per fare
il salto verso il progetto di Business continuity. Un progetto che prevede non
pochi sconvolgimenti, dato che implica la duplicazione dell’architettura anche
in ambiente geografico, con lo spostamento fisico del sistema duplicato a
notevole distanza (in un raggio che va dai 10 agli 80 chilometri) dall’attuale
sede padovana di InfoCamere. «Per impostare la duplicazione – spiega
Stoppini – abbiamo ipotizzato la distruzione del nostro centro Edp e, a
ritroso, abbiamo immaginato cosa ci sarebbe servito per evitarlo. Siamo così
arrivati alla creazione di un secondo centro nel giro di alcuni chilometri,
connesso con rete dedicata
». I principali step del progetto, quindi,
prevedono una sostanziale prima fase in cui in InfoCamere è stato realizzato un
trial di disaster recovery, ovvero lo spegnimento di uno dei due server Sun
(all’E10K, infatti, è stato aggiunto un più potente e nuovo SunFire 15000). La
seconda fase, una volta posizionati gli switch sulla rete, consisterà
fisicamente nello spostamento del secondo server Sun (Sf15k) nel secondo centro.
E assieme al super server viaggerà un secondo sistema StorageTek L700. Una
soluzione così articolata necessita di strumenti di system management.
InfoCamere ha scelto Hp Openview e Bmc Patrol, con Omniback di Hewlett-packard e
Netbackup di Veritas per la gestione del backup. E anche il feeding dei dati
abbisogna di continuità di esercizio: la connettività presso la sede principale
di InfoCamere avviene su rete dedicata Albacom con due linee Atm a 155 Mb/s e 34
Isdn primari a 2mb/s di backup. La prima migrazione delle applicazioni sul
server da collocare nel centro duplicato, quelle relative ai protesti e alle
attività di certification authority, è avvenuta a fine giugno. Nel primo
semestre del 2003 avverrà la totale migrazione del Sun Sf15k accompagnato
dall’Stk L700 nella nuova sede. Da notare, comunque, che il disaster recovery,
come concetto, è sempre stato presente in InfoCamere: «Abbiamo sempre
avuto
– spiega Stoppini – due copie di dati, per le visure camerali e
per i distributori. Quello che cambia nel progetto di Business continuity è che
ci sarà un unico database installato in InfoCamere, che sarà replicato sui due
server Sun
». Anche questa, tutto sommato, la si può chiamare server
consolidation. Il progetto Tan, infine, prenderà piede con la disponibilità in
InfoCamere degli switch in fibra di Brocade. Il vantaggio sperato di tale
architettura sarà di consolidare e ottimizzare l’infrastruttura di rete, grazie
alla tecnologia a 2 Gbit. «Finalmente – conclude Stoppini – non
faremo più la gestione dei dati punto a punto, ma tratteremo il backup in
maniera dinamica
».

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