Progettare impianti con gli strumenti di Stirb

Calcoli, normative, rischi e dimensionamenti con un’unica interfaccia

Dopo la laurea in ingegneria e dopo molti anni di esperienza in varie realtà,
Rocco Bruno (Rocco è il nome) ha fondato a Roma nel 1991 la Stirb,
dove oggi lavorano anche i due figli.
«Le esperienze passate hanno indirizzato e influenzato la configurazione
data in seguito alla mia ditta
– ci spiega Bruno -. Nel periodo
trascorso in una società d’ingegneria una delle attività
principali è stato lo sviluppo di procedure Cad intese proprio come
aiuto alla progettazione nel campo impiantistico, del piping e dell’automazione
industriale. In quei tempi lontani avevamo realizzato una procedura software
di grafica che, per lo meno nella parte bidimensionale, non aveva nulla
da invidiare a sistemi più blasonati».

Oggi l’attività si svolge in tre direzioni: sviluppo software, hardware
e commercio di informatica. Stirb ha esperienza diretta in ditte d’ingegneria
impiantistica, lo staff dell’impresa romana proviene da lì. Secondo
Bruno queste realtà «non installano o producono alcuna
apparecchiatura, ma eseguono la direzione lavori. Una società di
ingegneria impiega ingegneri e tecnici di varie specializzazioni uniti sinergicamente
nello sforzo comune di produrre "il progetto" ovvero quell’insieme
di calcoli, indicazioni, disegni, grafici, tabulati e relazioni che servono
alle ditte di costruzione per realizzare l’impianto vero e proprio, sia
esso una raffineria o un’industria farmaceutica o altro. In questi ambienti
valgono le leggi dell’ingegneria, ma anche gli standard che si sono stratificati
nel tempo e che costituiscono il know how societario. A queste si aggiungono
le normative, le leggi locali e quelle nazionali, la sicurezza e gli standard
del cliente che ha commissionato il progetto. Così, chi come noi
sviluppa software che non siano puramente gestionali, deve affrontare una
serie di problematiche e di vincoli non risolvibili con la sola cultura
universitaria».

Esistono attività critiche che possono avere risvolti penali se non
condotte correttamente. Per portare solo alcuni esempi, basti pensare alle
verifiche strutturali, oppure alle analisi di apparecchiature in pressione
(stress analisys) o, ancora, a quelle del comportamento di strutture e apparecchiature
in caso di eventi tellurici. In questi casi esistono dei codici di calcolo
che sono ampiamente utilizzati e affidabili, spesso di provenienza estera,
che effettuano le previsioni e danno al progettista tutte le indicazioni
e il supporto per fare le scelte giuste.
Ma questi software sono per lo più vecchi di una ventina d’anni,
hanno interfacce utente antiquate, o non le hanno affatto, oppure la loro
risposta è costituita da interminabili tabulati di difficile interpretazione
o, ancora, non parlano tra di loro. Esiste, inoltre, la necessità
di adeguare il codice alle normative correnti e a quelle delle località
dove si andrà a operare.
Proprio qui si inserisce l’attività di Stirb, che dà
vita a un sistema più efficiente ed efficace e con interfacce utente
più semplici da usare e più intuitive.
In termini tecnici, per fare pre e post-processing. «Sembra limitativo
– prosegue Bruno –, ma spesso ci si trova ad affrontare problematiche
complesse, anche più di quelle che si tenta di risolvere. Per esempio,
circa sei anni fa una ditta di Roma decise di automatizzare una parte del
suo core business, consistente nella progettazione di forni industriali.
Un forno industriale è un oggetto che può raggiungere i 10
metri di diametro e oltre 70 metri di altezza ed è usato negli impianti
chimici o petrolchimici. A parte le dimensioni e sebbene concettualmente
semplice, nella sua progettazione si presentano problemi che, per essere
risolti, richiedono esperienza, ottima conoscenza dei processi fisici, dei
processi chimici, dei materiali, di scienza delle costruzioni, di fisica
tecnica, di meccanica, di controlli e altro. Quando ci affidarono lo studio
e la realizzazione dell’architettura del software e la realizzazione dei
programmi, sapevamo solo da dove partire e l’obiettivo da raggiungere. Vista
la complessità del programma che si andava realizzando, restavano
inquietanti dubbi sulla tenuta di Windows e del modellatore solido di Autocad
da noi suggerito. Decidemmo per un’analisi leggera e per l’ottenimento di
un prototipo nel più breve tempo possibile. I risultati furono positivi
e noi riuscimmo a rinnovare il contratto per estensioni e miglioramenti
per altre tre volte. Il software che abbiamo realizzato, in questo caso
a partire da zero o, come si dice in gergo, "green grass" offre
un esempio di utilizzo della modellazione solida in ambito industriale».

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