Secondo l’Analisi dei fallimenti realizzata da Cribis D&B sono 6.321 le imprese hanno chiuso i battenti, oltre mille ogni mese. I settori più colpiti sono le costruzioni e il commercio. Tra le regioni in testa la Lombardia, che raccoglie oltre un quinto delle istanze.
Nei primi sei mesi dell’anno, quasi 35 imprese al giorno hanno chiuso i battenti,
oltre mille al mese, per un totale di 6.321. I dati emergono dall’Analisi dei fallimenti in Italia, relativa
al secondo trimestre 2012, realizzata da CRIBIS D&B, la società del
Gruppo CRIF specializzata nella business information. I settori
più colpiti sono le costruzioni e il commercio mentre Lombardia, Lazio e veneto
sono le regioni più colpite.
Nel secondo trimestre c’é stato un leggero
rallentamento, dopo i 3.212 casi
rilevati nel primo trimestre, da
aprile a giugno sono fallite altre 3.109 imprese. Rispetto al 1° gennaio
2009 sono complessivamente 39.159 le imprese che hanno portato i libri in
tribunale, con un trend in costante aumento.
Il numero di fallimenti registrato in Italia nel secondo trimestre 2012
appare in calo rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno (-9% la
variazione rispetto al secondo trimestre 2011), ma in crescita nel confronto
con lo stesso periodo del 2010 (+4%) e soprattutto del 2009 (+30%).
Quasi un quinto di tutti i fallimenti
nel primo semestre 2012 riguarda l’Edilizia, che si conferma il settore in
maggiore difficoltà con 1.345 casi. Particolarmente
colpito anche il commercio all’ingrosso (461 casi fallimenti nel
microsettore dei beni durevoli, 411 fra i beni non durevoli), al quale si aggiungono
i 399 fallimenti nei servizi commerciali.
A fallire in Italia sono soprattutto
società di capitali, con 4.839 casi
nei primi sei mesi del 2012, il 77% del totale.
Solo una minoranza invece sono società di persone (778 casi, pari al 12%) o
ditte individuali (704 casi, pari all’11%).
La regione
con più fallimenti è la
Lombardia con 1.384, seguita
dal Lazio, con 715 casi e dal Veneto, con 505. A seguire Campania (491),
Piemonte (480), Emilia Romagna (462) e Toscana (430). Più di 300 casi nei primi
sei mesi dell’anno si contano poi in Puglia e Sicilia, oltre 200 nelle Marche.