Primi ostacoli per le specifiche condivise di Linux

Viene rilasciata in questi giorni la versione 1.0 di Lsb (Linux Standard Base), promossa dagli sviluppatori attivi nel mercato open source…tutti si adeguano, tranne Red Hat.

La prima proposta di standardizzazione delle versioni del sistema operativo Linux si trova ad affrontare la sua prima vera sfida a pochi giorni dall’annuncio delle cosiddette Linux Standard Base (Lsb), promosse dagli sviluppatori attivi nel mercato open source. Dopo più di un anno di trattative un gruppo quattordici soggetti – tra rivenditori, società di servizi e grandi sviluppatori – ha finalmente rilasciato le Lsb version 1.0, un insieme di specifiche condivise concepite come risposta ai dubbi sui rischi di eccessiva frammentazione della piattaforma open source, un fenomeno familiare a tutti i dialetti del sistema operativo Unix. Con queste specifiche vengono definite alcune interfacce binarie rivolte agli sviluppatori che ambiscono a poter effettuare il porting delle applicazioni sulle diverse “distribution” di Linux senza essere costretti a modificare il loro codice. Purtroppo, l’obiettivo dell’unificazione risulta compromesso dal fatto che una delle principali versioni di Linux, quella distribuita da Red Hat, non è attualmente conforme alle specifiche Lsb 1.0. Non è ancora chiaro, inoltre, se questa conformità sia effettivamente necessaria, dato che la distribution di questa azienda può già essere considerata uno standard de facto, in virtù della sua forte penetrazione di mercato. Secondo Matt Wilson, ingegnere del software presso Red Hat, la politica della sua compagnia non prevede il supporto di alcuna bozza di standard proprio in considerazione della volatilità di queste ultime destinate, per definizione, a cambiare continuamente. Wilson aggiunge che la Lsb 1.0 impiegherebbe troppo tempo per imporsi e che dietro l’iniziativa ci sono gli interessi di grossi sviluppatori, come Oracle e Ibm, che hanno contribuito direttamente alla proposta insieme ad aziende come Caldera, SuSe, TurboLinux e MandrakeSoft (che, del resto, non hanno chiaramente definito le rispettive modalità di accettazione dello standard). L’organismo promotore, il Free Standard Group, ha annunciato una serie di prove per la certificazione dei prodotti ma non sono state fissate date per l’implementazione del servizio.

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