Prende corpo la strategia Adaptive Enterprise di Hp

Va soprattutto in direzione della gestione l’ampio aggiornamento software (una quarantina di prodotti) con il quale la casa di Palo Alto dà sostanza alla propria visione dell’utility computing. Nella stessa direzione va anche l’acquisizione di Persist.

20 novembre 2003 Sul concetto di “adaptive” Hewlett-Packard sta costruendo tutto l’attuale approccio al mercato, ma anche le proprie strategie di marketing, con il segreto intento di fare in modo che questa definizione abbia la stessa fortuna che a suo tempo ebbe quella di “e-business” per Ibm. «L’impresa di oggi deve sapersi adattare in modo flessibile alle richieste del mercato – ha spiegato Nicola Aliperti, amministratore delegato di Hp Italia -. Di conseguenza, anche le risorse tecnologiche devono poter essere facilmente implementate per rispondere ai cambiamenti». Adaptive, dunque, è prima di tutto una filosofia operativa sia per Hp che per i clienti che la vogliono sposare. Su queste basi, sono nati i primi accordi commerciali anche in Italia, con utenti come Telecom, Sia e Ferrero. Alla visione generale, tuttavia, occorre dare un seguito anche strettamente tecnologico ed è in questa direzione che vanno le più recenti mosse del costruttore, fatte non solo di un puro aggiornamento produttivo, ma anche di nuove partnership strategiche e un’acquisizione mirata, quella di Persist Technologies, azienda specializzata nelle soluzioni di Information lifecycle management (Ilm).


Le novità di prodotto sono tutte di natura software e si sostanziano in una quarantina di elementi orientati perlopiù verso la gestione del sistema informativo e delle sue componenti. L’idea che sorregge l’iniziativa di Hp è quella di proporre alle aziende una sorta di super sistema operativo che si pone al di sopra degli ambienti supportati dai vari prodotti e programmi presenti in azienda: «Occorre pensare all’Adaptive Enterprise come a qualcosa non che si compra, ma che si costruisce, nell’ottica di una maggior integrazione fra It e processi di business – ha precisato ancora Aliperti -. Non ci sono oggi clienti che lavorino con hardware o software di un unico fornitore. Per ottimizzare l’attività di un’azienda occorre porsi al di sopra e ragionare come fa un sistema operativo desktop, travasando potenza fra Cpu e capacità di rete. In futuro non ci saranno più progetti It, bensì progetti di business con componenti It e la soluzione ideale deve far sì che queste ultime siano legate con le persone che con esse si interfacciano».

OpenView come base di sviluppo


Utilizzando come base la propria piattaforma di system management OpenView, Hp ha annunciato il software It Service Management (Itsm), precedentemente noto con il nome Nimbus. Vi sono inclusi Itsm Vertification per service provider, Global Service Desk con eSupport, Mission Critical Partnership, Itsm Best Practices, Agility Assessment Services, una nuova versione di Insight Manager (mutuato da Compaq), OpenView Management Integration Platform e Select Access, Web Jetadmin 7.5 e OpenView Operations. Alcuni di questi prodotti sono il frutto dell’integrazione della tecnologia acquisita, alcuni mesi orsono, da Baltimore Technologies, nonché dell’integrazione di Talking Blocks.


Al di là degli aggiornamenti di prodotto, Hp sta dimostrando di voler estendere il raggio d’azione dalla semplice infrastruttura. Per rafforzare questa posizione, la società ha esteso la già esistente partnership con Sap, con l’intento di supportare i comuni clienti nella gestione dei loro ambienti eterogenei. I servizi congiunti che ne scaturiranno saranno basati sull’Itsm Reference Model di Hp e sull’It Service & Application Management di Sap. Hp, in particolare, ha affermato di aver messo a disposizione delle attività comuni 2.500 professionisti interni e oltre 60mila persone prese nella propria base di partner. Nel gruppo degli alleati strategici, dunque, Sap va ad assumere un ruolo di massimo rilievo all’interno di un gruppo che comprende anche aziende come Microsoft, Cisco, Oracle, Bea, Tibco e Webmethods.


Aliperti ha affermato, tra l’altro, che Hewlett-Packard spende oggi 2,5 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo collegata all’Adaptive Enterprise e che questa quota rappresenta il 60% di tutto il budget R&D della società. All’interno di questa cifra, circa la metà è indirizzata verso le capacità software. Come abbiamo visto, però, non è tutta farina del sacco “interno” quello che viene proposto al mercato, poiché una fetta deriva dalle acquisizioni. E su questo fronte, c’è la novità della proposta di assorbimento di Persist Technologies, azienda americana specializzata in prodotti di Information lifecycle management, in particolare indirizzati all’accesso e al retrieving di informazioni e documenti, nonché allo storage di lungo termine.

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