Portare valore con un mix di competenze

Il forte posizionamento su scala mondiale permette ad Accenture di avere un polso della situazione molto ampio sulle esigenze It delle aziende. Infatti la realtà di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing ha un portafoglio con oltre 4 …

Il forte posizionamento su scala mondiale permette ad Accenture di avere un polso della situazione molto ampio sulle esigenze It delle aziende. Infatti la realtà di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing ha un portafoglio con oltre 4.000 clienti che appartengono a diversi settori industriali, di cui 96 delle 100 aziende appartenenti alla classifica del Fortune Global 100 e tre quarti delle imprese che appartengono alla classifica Fortune Global 500. Sono ben 24, invece, i paesi in cui supporta il lavoro delle agenzie governative.

Per conoscere come si muove il mercato sul fronte delle modalità di utilizzo e le performance legate alla Business intelligence abbiamo rivolto alcune domande ad Antonio Pezzinga, partner responsabile Technology di Accenture Igem (Italia, Grecia, Russia, Europa dell’Est, Medio Oriente).

C’è un tasso di penetrazione diverso della Bi ed esistono reali differenze tra le società estere rispetto a quanto avviene in Italia?

«La modalità di impiego delle soluzioni di Business intelligence risente in maniera molto più marcata che non altre aree applicative del livello di competitività delle diverse economie. Da un recente studio che Accenture ha svolto intervistando numerosi Cio in Usa e Regno Unito è emerso che il 62% di essi utilizza nelle proprie aziende la Bi per ottenere un vantaggio competitivo e di differenziazione sul mercato. Questo dato ritengo che non rifletta la situazione italiana che, fatta eccezione per alcune realtà di eccellenza o multinazionali, vede invece prevalere un utilizzo della Bi confinato al reporting operativo di processo o indotto da cambiamenti di regole della gestione dei dati, come ad esempio Data Privacy, Basilea/Solvency e via dicendo».

Cosa chiedono maggiormente le imprese italiane quando si parla di Business intelligence?

«I clienti che vedono Accenture come fornitore di soluzioni di Bi in Italia, richiedono soprattutto soluzioni analitiche che necessitano di un mix di competenze, tecnologiche e di processo, su cui possiamo portare un valore aggiunto insieme ai nostri partner strategici. Tra queste vediamo soprattutto soluzioni di Enterprise performance management, Customer segmentation e risk management. Anche l’area delle architetture di Information management e della data governance, che costituiscono la base tecnica e organizzativa delle soluzioni analitiche per il business, sono spesso richieste dalle aziende italiane sia in ottica di nuova implementazione che di consolidamento/manutenzione».

Quali sono le difficoltà di implementare soluzioni di Business intelligence costruite prevalentemente su un modello corporate americano rispetto a uno scenario italiano estremamente più variegato?

«Non vedo ostacoli all’adozione di soluzioni analitiche di Bi in dipendenza di uno specifico modello aziendale. In generale le soluzioni oggi disponibili e gli strumenti di sviluppo sono sufficientemente flessibili per essere adattate facilmente a qualunque contesto organizzativo e di mercato».

Rispetto ad altre realtà applicative, la Bi presenta caratteristiche particolari che impongono al system integrator una ridefinizione del proprio ruolo o delle proprie strategie di servizio?

«Sì, come detto in precedenza, è il mix di competenze da portare sul campo che fa la differenza in questo tipo di progetti. La componente di conoscenza tecnologica deve essere ben bilanciata con gli aspetti di conoscenza dei processi e della industry in cui la Bi si applica. Penso sia tramontato il periodo in cui It e business chiamavano due fornitori diversi: uno per la realizzazione della infrastruttura di data warehouse/Bi e uno per le strategie e le analisi sui dati. Oggi è il business che guida la scelta del fornitore anche verso l’It, privilegiando la competenza di chi porta, come facciamo noi, soluzioni end to end che spaziano ad esempio dalla definizione dei più importanti Key performance indicator aziendali alla modalità con cui trattare il dato elementare e trasformarlo in informazione utile».

Oggi si parla soprattutto di Business analytics. Domani quale sarà l’evoluzione o il trend della Bi secondo voi?

«Ritengo che siano due le direzioni su cui ci attendiamo delle evoluzioni con impatti interessati per le aziende, e su cui in Accenture attraverso la practice di Information Management, stiamo avendo dei primi riscontri. Uno è quello relativo agli algoritmi predittivi in tempo reale in grado di identificare in grandi quantità di dati i pattern caratteristici che abilitano modelli decisionali automatici applicati a processi aziendali specifici. Basti pensare ai modelli di Next Best Action (Nba) per le campagne di marketing. Un altro settore di grande interesse su cui abbiamo avviato collaborazioni con aziende e università italiane è quello legato all’analisi dei dati Web attraverso strumenti semantici in grado di interpretare e classificare, con margini di errore accettabili, contenuti testuali sempre crescenti generati dagli utenti su blog e social network».

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