Portali d’impresa complemento necessario dell’integrazione

L’azienda oggi tende a estendersi oltre i propri confini logici, fisici e temporali. La intranet, allora, evolve e diventa raggiungibile in qualsiasi momento e da qualsiasi punto. Merito degli Enteprise portal (informativi e applicativi) e di un coacervo di tecnologie “multipurpose”.

Se i portali enterprise sono quegli strumenti che consentono di avere una visibilità in tempo reale sull’azienda, innescare qualsiasi processo inerente l’attività e gestire ogni aspetto legato contingenza con la logica del self-service (la definizione più ampia che possiamo trovare), quale azienda è più avanti nella fornitura di soluzioni? I dati degli analisti sono contraddittori. A lato troviamo il famoso quadrante magico di Gartner, che, proverbialmente, dato un soggetto, cerca di farne la fotografia meno mossa possibile. Una sintesi sempre attendibile, quindi. Nell’ultimo quadrante sugli Ep a disposizione del pubblico, quello di luglio di quest’anno, non sono però presenti società come Iona e Vignette, Ascential, Atg, Business Objects e Sas. Eppure lo slogan di Iona è lo stesso di Tibco (total business integration) e gli strumenti, quasi; così come Vignette viene sempre accostata (a torto o a ragione) a BroadVision; e Ascential, Atg, Bo e Sas hanno strumenti che non differiscono da quelli di Brio, Computer Associates, iPlanet, Sybase. C’è poi il caso delle classifiche, redatte tenendo conto di parametri fra cui l’architettura, lo sviluppo, la sicurezza, l’integrazione, il costo. In quella di Forrester Research in vetta ci sarebbe Tibco, nella versione di Idc la palma spetterebbe a Computer Associates con Jasmine Portal.

"Quadrante mosso"


Tutte queste disparità di visione (affatto nuove sullo scenario It) sono da ascriversi, in buona parte, all’assoluta magmaticità del mercato dei portali d’azienda. Basti dire che vi operano fornitori di tecnologie statistiche, di strumenti di ricerca linguistica, di gestionali, di database, di strumenti di sviluppo, di linguaggi, di tool di produttività personale. La causa ha due radici: la fenomenologia di Internet (a cui queste soluzioni sono evidentemente connesse) che è sempre percorsa da correnti innovative e la capacità di sintetizzare molte tecnologie, che è propria degli Ep.


Se si accetta il fatto che gli enterprise portal siano gli eredi delle intranet aziendali, infatti, si scopre che ci si può arrivare partendo da infiniti punti.


Li si può avvicinare, partendo dalle "alte sfere", come sublimazione del concetto di monitor attivo di gestione aziendale. È quello che propongono società di estrazione Erp come Sap e PeopleSoft, con realizzazioni di workplace personalizzati per utente, ma anche come Oracle, che con Oracle Portal ha fatto evolvere il prodotto WebDb mantenendo una forte legame con gli aspetti infrastrutturali che l’hanno sempre contraddistinta (il database relazionale, ovviamente, ma anche l’application server). E proprio il server applicativo è una chiave per leggere il successo (ma anche la complessità che sta alla base) dell’enterprise portal.


Dall’application server all’Eai


Tutti i fornitori del middleware per eccellenza si sono imbarcati nell’avventura Ep. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: le intranet hanno partorito l’esigenza di broker applicativi e queste, una volta evolute negli Ep, hanno importato il loro retaggio. Quindi, se è stato naturale per Oracle l’approdo a una soluzione di portale aziendale, lo è stato anche per Ibm (WebSphere, ma anche Lotus Domino), per iPlanet, cioè Sun (Portal server), Bea (WebLogic), Syba-


se (Enterprise Portal), Ascential (Axielle più dataStage Xe), Atg (Dynamo). Da questi nomi si capisce quanto la componente "gestione dati" sia predominante nell’impostazione di un Ep. Il che fa rima con Enterprise application integration. L’Eai, infatti, è un’attività strettamente complementare con la realizzazione di un portale aziendale. Lo ha capito tanto Business Objects, con la nuova impostazione stile framework dei propri tool di analisi, quanto Computer Associates, che il framework lo ha appena abbandonato. Attuano questo concetto società con forti radici nel datawarehouse, come Brio (Brio.Portal) e Cognos (Upfront), e anche, ovviamente, società che sono nate e cresciute con il business marchiato "pura Eai", come le già citate Tibco (ActivePortal) e Iona (iportal).


Ma come escludere dal computo realtà come Sas, che dell’integrazione dei dati e delle informazioni a scopo conoscenza del business ha fatto da sempre una bandiera?

Informazione pura


Insieme a tutte queste realtà che operano da sempre sul segmento architetturale d’impresa ve ne sono altre che, per vari motivi, rischiano di essere trascurate. O perché nuove realtà, ancora poco conosciute in Italia, come BroadVision (Infoexchange Portal), Epicentric (Foundation Server), Mediapps (Net.Portal), Plumtree (Corporate Portal), Viador (e-portal), Vignette. O perché provenienti da ambienti di nicchia, come quello dei motori di ricerca: è il caso di Autonomy (Portal-in-a-box), Hummingbird (Enterprise Information Portal) Opentext (myLivelink) e Verity (Portal One). O, ancora, perché, con evidente superficialità, non ci si aspetterebbe che una Microsoft si imbarcasse in un’avventura complessa come la realizzazione di una post-intranet da mega azienda. In realtà, basandosi sull’esperienza di Exchange, a Redmond hanno dedicato molte risorse all’oggetto Ep (SharePoint Portal Server, Content Management Server). E il fatto che Microsoft investa tanto nei portali enterprise dà l’idea di che peso potranno avere questi strumenti.

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